1 novembre Solennità di Tutti i Santi

Origini e significato della solennità: dalla venerazione dei primi martiri ad oggi

Ci si chiede spesso che senso abbia pregare i Santi e chiedere la loro intercessione presso il Signore. Per poter dare una risposta sensata, dobbiamo rifarci all’origine e al senso del loro culto. Il culto-venerazione dei Santi nasce dalla venerazione per i martiri, quei cristiani che erano morti durante la persecuzione per non rinnegare la propria fede in Cristo. Gli Atti dei Martiri e tante pagine dei Padri della Chiesa ci testimoniano questo culto che si sviluppa anche in svariate direzioni in campo architettonico, artistico, letterario. La venerazione per i martiri poi si inserisce nel quadro della venerazione per i defunti che nel cristianesimo voleva e vuole celebrare la vittoria pasquale di Cristo realizzata anche nei credenti. Il culto e la preghiera per i defunti hanno nella fede e nella liturgia cristiana, prima dell’umano ricordo e affetto, la proclamazione della Pasqua del Signore alla quale il defunto partecipa per grazia di Cristo. La liturgia pone accanto al feretro il cero pasquale, quello acceso nella veglia di Pasqua, che ricorda simbolicamente il Signore risorto. Questi richiami dottrinali sono importanti perché bene inseriscono la venerazione-intercessione dei santi nel significato più vero. E’ quanto ci insegna la Chiesa dall’antichità fino ad oggi. Secondo questo insegnamento, possiamo enumerare i motivi della venerazione-intercessione dei Santi: proclamare la bontà del Padre che ha fatto risplendere in essi l’opera della redenzione, accogliere il loro esempio come possibilità concreta di vivere il Vangelo e, infine, essere invitati alla loro imitazione poter fare una profonda esperienza dell’unità della Chiesa, quella del tempo e della storia e quella dell’eternità, come quell’unica Chiesa che proclamiamo nella professione di fede. E’ soprattutto in questo terzo momento che ben si inserisce l’intercessione dei Santi. Fondati nell’unico battesimo, facenti parte dell’unico popolo regale, sacerdotale e profetico, membri dell’unico corpo il cui unico capo è Cristo Signore, noi possiamo pregare gli uni per gli altri. Tra questi altri occupano un posto speciale coloro che la Chiesa stessa riconosce e proclama autentici seguaci di Cristo e nei quali il Padre “ci dona un segno sicuro del suo amore, (per questo) il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione ci sostengono nel cammino della vita perché si compia in noi il tuo mistero di salvezza” (Messale Romano, prefazio II dei santi). La liturgia, la grande maestra della vita cristiana, ci insegna il modo giusto per una vera preghiera verso i Santi e quindi anche il vero significato della intercessione dei Santi. Nella celebrazione eucaristica la preghiera, soprattutto la colletta, la prima delle tre preghiere proprie di ogni Messa, è sempre rivolta al Padre (Dio onnipotente ed eterno…) per la mediazione unica e insostituibile di Gesù Cristo (per il nostro Signore Gesù Cristo…) con lo Spirito Santo (nell’unità dello Spirito Santo…). Anche negli altri sacramenti e nella liturgia delle ore (il breviario) troviamo lo stesso modo di pregare. E tuttavia in questi momenti così decisivi non mancano mai i Santi, il loro riverente ricordo, la loro intercessione. “In comunione con tutta la Chiesa ricordiamo e veneriamo anzitutto la gloriosa e sempre vergine Maria… e tutti i Santi; per i loro meriti e le loro preghiere donaci sempre aiuto e protezione” (Canone Romano). Pensiamo ancora a liturgie solenni, come le ordinazioni sacerdotali, introdotte dal canto delle litanie dei Santi. Nella veglia pasquale, la madre di tutte le veglie, la benedizione del fonte battesimale inizia con le litanie dei santi. Gli esempi potrebbero continuare. La venerazione dei Santi, fa parte della grande tradizione cattolica espressa nella liturgia e nel senso di fede del popolo cristiano e la loro intercessione rende autentica e non formale la stessa venerazione. I Santi non sono i sostituti di Dio nella preghiera, né devono convincere il Padre Eterno di qualcosa, ma accompagnare noi nel cammino cristiano che essi hanno già compiuto insegnandoci con la parola e la preghiera a fare la volontà di Dio. In certo modo, ogni mamma o papà, fratello o sorella, defunti nella semplicità della loro fede cristiana, ci hanno insegnato con parole umili, la dottrina cristiana espressa nelle parole grandi della liturgia. “Nella loro vita ci offri un esempio, nella intercessione un aiuto, nella comunione di grazia un vincolo di amore fraterno…. per condividere al di là della morte la stessa corona di gloria” (Messale Romano, prefazio I dei santi). Concludiamo con una parola stupenda di Santa Teresa di Gesù Bambino: “Trascorrerò il mio paradiso a far del bene sulla terra”.