Al via il nuovo anno pastorale secondo le indicazioni di monsignor Erio Castellucci

Chiesa in missione, cammino sinodale

Per la Chiesa di Carpi si apre un anno pastorale particolare, con un obiettivo molto preciso: camminare insieme nello stile sinodale della comunione mantenendo la rotta della missione. Questa è la prospettiva indicata dal vescovo Erio, amministratore apostolico, già nel messaggio rivolto alla diocesi dopo gli incontri delle prime settimane.

C’è un tempo scandito dagli impegni delle parrocchie e delle associazioni, dalle giornate a tema e dal calendario liturgico, ma ci attende anche un tempo di grandi trasformazioni all’insegna della “sinodalità” che comincia a prendere forma con le decisioni assunte da monsignor Castellucci insieme ai Consultori nella riunione del 5 settembre scorso.

Il ritiro del clero previsto per il 10 ottobre sarà l’occasione per eleggere quattro nuovi componenti che andranno ad integrare il consiglio presbiterale con relativa modifica dello statuto. A questo importante organismo di consultazione saranno affidate le prime decisioni: il futuro della scuola di formazione teologica che per il momento non darà il via al nuovo anno di studi, la formazione dei diaconi permanenti attraverso una proposta unitaria con i diaconi della diocesi di Modena e infine dovrà stabilire tempi e modi per la costituzione del consiglio pastorale diocesano, l’organo di consultazione più rappresentativo in quanto riunisce sacerdoti, religiose/i e laici chiamati ad offrire al Vescovo contributi e sensibilità rispetto alle tematiche pastorali più urgenti da affrontare.

Il Papa con insistenza invita la Chiesa italiana ad assumere la sinodalità come stile di lavoro che coinvolge tutto il popolo di Dio, perché “è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”. Ecco perché il vescovo Erio ha ricordato che “la missione della Chiesa oggi richiede audace profezia e non semplice conservazione dell’esistente” nella consapevolezza che “nella Chiesa di Carpi lo Spirito abbia seminato tanti doni di santità che devono trovare un terreno fertile e molti agricoltori”.

All’opera dunque per un fecondo anno pastorale.