Animati da fervente ardore apostolico

La memoria del Beato Odoardo Focherini, testimone della carità di Cristo, è occasione di risveglio per il protagonismo dei fedeli laici come richiesto dal Papa

Richiamando l’ardore apostolico di due figure laicali della vostra terra, il beato Odoardo Focherini e la Venerabile Marianna Saltini, testimoni della carità di Cristo, saluto con gratitudine voi, fedeli laici. Vi incoraggio ad essere protagonisti della vita delle vostre comunità, in comune con i vostri sacerdoti: puntate sempre su ciò che è essenziale nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo”. Queste parole di Papa Francesco, pronunciate il 2 aprile scorso all’Angelus in Piazza Martiri a Carpi, esprimono un mandato molto impegnativo, ispirato a due testimoni esemplari, e con dei destinatari ben identificati. Di fatto le indicazioni pastorali rese in modo pubblico dal Papa al Vescovo e alla Diocesi di Carpi si riassumono in questo appello molto forte ai fedeli laici e con l’esortazione al Vescovo Francesco “a stare accanto ai preti con l’ascolto, la tenerezza e la premurosa vicinanza”.
A queste vanno aggiunte le riflessioni emerse nel lungo dialogo riservato tra il Papa e i Sacerdoti in Seminario, i cui temi sono stati così riassunti dall’Osservatore Romano: “la sinodalità, i rapporti tra presbiteri e all’interno delle comunità, il coinvolgimento dei laici e le loro responsabilità nella Chiesa, il linguaggio per parlare di Dio ai giovani di oggi, il rifuggire dal pettegolezzo e dalle chiacchiere” (Monsignor Francesco Cavina, Omelia della Messa Crismale, 20 aprile 2017). Se la visita di Francesco alla Diocesi di Carpi, che occorre ricordare è stata un avvenimento straordinario e di speciale predilezione da parte del Papa, rappresenta un nuovo inizio e implica l’avvio di un coraggioso cammino per mettere in pratica le indicazioni ricevute, allora il rifarsi alla testimonianza di carità di Odoardo Focherini va ben oltre il dovere della memoria e del culto del Beato in questo 2017, nel 110° anniversario della nascita.
Quel fuoco dentro per il Vangelo Limitandosi ad una analisi lessicale si potrebbe pensare che il Papa, utilizzando l’espressione “ardore apostolico”, abbia voluto esprimersi in un vecchio “ecclesialese”, con termini ormai un po’ desueti, purtroppo, anche nella predicazione ordinaria. Invece dietro queste parole c’è una provocazione molto attuale e provocatoria che ricorre spesso nelle omelie e anche nei discorsi a braccio del Papa: “Il fervore apostolico, lo zelo apostolico si capisce soltanto in un’atmosfera di amore: senza l’amore non si capisce perché lo zelo apostolico ha qualcosa di pazzia, ma di pazzia spirituale, di sana pazzia. E Paolo aveva questa sana pazzia. Chi custodisce proprio lo zelo apostolico – ha proseguito il Pontefice – è lo Spirito Santo; chi fa crescere lo zelo apostolico è lo Spirito Santo: ci dà quel fuoco dentro per andare avanti nell’annuncio di Gesù Cristo.
Dobbiamo chiedere a lui la grazia dello zelo apostolico”. (Omelia Santa Marta, 16 maggio 2013) Ecco perché, a pieno titolo, sarà il Beato Odoardo Focherini ad illuminare la Veglia di Pentecoste, con la testimonianza del suo “ardore apostolico”, con il suo essere “graziato” dallo Spirito Santo tanto da spingersi fi no al martirio. Ci si può anche chiedere cosa non era il fedele laico Odoardo, ricorrendo sempre ad espressioni care a Francesco: non era un cristiano tiepido, di quelli buoni ma che non si sentono di fare un passo avanti verso l’altro, non era un cristiano da salotto, di quelli ben educati ma che non portano figli alla Chiesa con l’annuncio e il fervore apostolico. Una delle conseguenze pratiche di chi è animato da un sincero “ardore apostolico”, che tante amarezze spesso ha causato anche ai santi, è il “dar fastidio alle cose che sono troppo tranquille nella Chiesa”.
Restando ai nostri due testimoni Odoardo Focherini e Mamma Nina, si pensi alla loro vita reale di padre e madre, ai conflitti interiori struggenti tra il valore degli affetti famigliari, del vincolo matrimoniale e il dedicarsi alle sofferenze dei piccoli e dei perseguitati, a quelle che oggi chiameremmo le periferie esistenziali e materiali. Nulla di astratto, tutto pagato nella carne, ma nella profondità di un cuore bruciato dallo Spirito Santo. Ricordare il Beato Odoardo Focherini, nella memoria liturgica e nel 110° anniversario della nascita impone, prima di tutto ai fedeli laici della Chiesa di Carpi, una serie di interrogativi e provoca non poche inquietudini: verificare l’ardore apostolico, così come sopra descritto, alla base di tante attività, chiedersi quale sia il livello di effettivo protagonismo nella vita delle comunità, quale il coinvolgimento e le responsabilità che vengono assegnate nella Chiesa diocesana. Il fare memoria per un credente non è mai un semplice esercizio intellettuale o una rievocazione storica di fatti o persone ma significa lasciarsi provocare nella concretezza della vita personale e comunitaria. Cosa che a volte può dare fastidio e richiedere scelte scomode.
 
Luigi Lamma