Diocesi di Carpi comunicato n° 26 del 27 aprile 2022

COMUNICATO STAMPA

1° maggio festa di San Giuseppe Lavoratore e del mondo del lavoro

 Alle ore 18 in Cattedrale la messa presieduta dal vescovo Erio Castellucci su iniziativa della Pastorale Sociale e delle Acli

Sarà il vescovo Erio Castellucci a presiedere la santa messa per il mondo del lavoro, domenica 1° maggio alle ore 18 in Cattedrale a Carpi. Un appuntamento molto sentito nella chiesa carpigiana che anche in tempo di pandemia ha sempre mantenuto fede a questa attenzione per tutte le realtà socio-economiche del territorio specie se attraversare da crisi e difficoltà. A promuovere l’iniziativa l’ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro e il circolo Acli di Carpi.

Con un editoriale apparso sul settimanale diocesano Notizie, Paolo Barani, a nome dei due uffici di Modena e di Carpi, avviati ad una proficua collaborazione, ha evidenziato il tema centrale su cui la Chiesa italiana invita a riflettere in occasione del 1° maggio: la sicurezza sul lavoro per prevenire una drammatica strage silenziosa che attraversa il nostro paese da nord a sud.

“Salvatore, Giuseppe e Sander, tutti e tre operai in diverse province italiane. Sono i nomi – afferma Barani – degli ultimi lavoratori che, purtroppo, hanno perso la vita durante l’esercizio della loro attività professionale la scorsa settimana…Le statistiche, pur nel loro approccio freddo e impersonale, parlano in modo fin troppo chiaro: ogni giorno nel mondo perdono la vita oltre 6mila persone. In Italia nel solo 2021 si sono contate 1.221 vittime e il 2022 non è iniziato con una marcia migliore”.

Ben venga, quindi, il richiamo che i Vescovi italiani rivolgono a tutti coloro che operano a diverso titolo nel mondo del lavoro, in occasione della Festa dei Lavoratori del 1° Maggio, a “prendersi cura” della persona sui luoghi di lavoro. “È cura un approccio integrale alla sicurezza che, attraverso le nuove tecnologie, la formazione e un più efficace sistema di controlli, renda il contesto lavorativo un ambiente sicuro e luogo di umanizzazione. “La cura a cui i Vescovi richiamano – conclude Barani – non è altro che la custodia a cui il Padre ci invita. Perché non vi siano più Salvatore, Giuseppe e Sander a perdere la vita laddove essa è chiamata a esprimere le sue migliori potenzialità”.