Discorso di Mons. Cavina a Mirandola

Santo Padre,
            grazie per avere accettato di visitare la città di Mirandola il cui centro storico, come quello di altri paesi della zona nord della diocesi di Carpi, porta ancora evidenti i segni della devastazione del terremoto del maggio 2012 che ha provocato non solo danni materiali, ma anche vittime i cui familiari, con il loro carico di dolore, sono qui con noi.
            Santo Padre, alle sue spalle Lei ha il duomo ingabbiato da centinaia di impalcature. E’ un corpo informe che attende un’anima per essere finalmente liberato e riconsegnato alla sua vita. Ebbene l’esistenza del duomo sono i fedeli e la comunità cristiana e civile che hanno voluto porlo al centro della loro storia religiosa e sociale e della struttura urbanistica di questa città.
            Sono cinque anni che i mirandolesi attendono con trepidazione la notizia dell’inizio dei lavori per il recupero della loro Chiesa tanto amata. Sono felice di comunicare a  Lei e a tutti i fedeli e ai cittadini che in questi giorni sono giunte alla diocesi tutte le autorizzazioni che consentiranno entro l’estate l’avvio delle opere di riparazione, restauro e miglioramento sismico del duomo di Santa Maria Assunta.
            Il nostro ringraziamento va innanzitutto alla Vergine Santissima custode fedele di questa comunità e a quanti hanno favorito il felice esito, non ultimo Lei, Santo Padre, con la Sua presenza in mezzo a noi.