Don Ivan, una scia luminosa di paternità che un sacerdote lascia dietro di sé

Il testo che riporta la vicenda umana e spirituale di don Ivan Martini, letto da don Carlo Malavasi al termine delle esequie, è stato scritto senza poter accedere alla cartella personale del sacerdote, conservata in Curia ed non agibile a causa del terremoto.

Un grande grazie perché un giorno ha detto di sì al Signore

Il custode delle camere ardenti di Carpi, stupito, mi ha raccontato di aver dovuto negare – nella sola mattinata di sabato – l’accesso alla salma di don Ivan ad altre 300 persone.
Nella chiesa del Corpus Domini si sono alternate in una continua processione tantissimi amici. Ricordo i parrocchiani delle due parrocchie di Cremona dove ha prestato i suoi primi servizi di sacerdote: sono passati tanti anni ma non possono dimenticarlo; ora sono qui presenti e lo avrebbero accolto volentieri accanto ai propri cari. Poi persone da Quartirolo, da Budrione e Migliarina, Rovereto.
Ho avuto notizia che i detenuti del carcere s. Anna di Modena piangono per il loro prete…
I parrocchiani di Rovereto lo vogliono a tutti i costi nel loro cimitero. Ciascuno narra all’altro la propria riconoscenza.
La gente conosce i nostri pregi ed i nostri limiti di preti. Eppure … non si può non essere sorpresi della scia luminosa di paternità che un sacerdote lascia dietro di sé… che don Ivan lascia dietro di sé.
Ecco perché tanta preghiera, tanto amore e tanta gratitudine. Perché un giorno don Ivan ha detto di sì al Signore e lo ha seguito. Più di una volta in questi lunghi giorni vissuti accanto a lui ho ripetuto il mio grazie al Signore per il dono del mio, del nostro sacerdozio.
Don Ivan Martini avrebbe compiuto 65 anni il prossimo 28 giugno.
Nato a Cremona il 28 giugno del ’47, è divenuto sacerdote il 23 giugno del 1973. Ha prestato il suo servizio in due parrocchie della diocesi, poi è venuto fra noi come collaboratore qui a Quartirolo, poi parroco a Budrione e Migliarina, ed infine, dal 2003 a Rovereto.
Don Ivan è stato sorpreso e colpito dalla scossa delle ore 9 del 29 maggio all’interno della chiesa parrocchiale mentre con un vigile del fuoco effettuava un sopraluogo probabilmente con l’intento di mettere al sicuro qualche oggetto di valore
Tutti abbiamo conosciuto i tratti umani del suo temperamento: la sua irruenza focosa, la sua instancabile generosità, i suoi interventi carichi di un entusiasmo che coinvolgeva più che le parole …
La sua umanità esuberante, non facilmente contenibile, lo aveva reso sensibile alle mille forme di povertà che un sacerdote può incontrare: i luoghi da lui preferiti, le persone da lui preferite erano i reclusi della casa circondariale di Sant’Anna in Modena, gli ammalati dell’ospedale: si lasciava provocare e coinvolgere fino ad alzare la voce da ogni forma di umanità sofferente e lasciata a se stessa.
Lo scorso mese di aprile si era recato in Malawi con una delegazione del Centro Missionario Diocesano in visita alla missione e all’ospedale del medico missionario Germana Munari di Carpi per portare il frutto degli aiuti raccolti dalla parrocchia per i detenuti di un carcere con i quali era in contatto, sempre tramite i missionari.
Oggi in tanti lo vorrebbero ancora vicino a sé… il Signore ha scelto per tutti noi: lo ha voluto vicino a sé, in sé. Grazie don Ivan.

Don Carlo Malavasi

Dalla direzione sanitaria dell’Ospedale di Carpi

Eccellenza Reverendissima,
la Direzione Sanitaria, tutto il personale medico, paramedico e di assistenza e tutti coloro che lavorano all’interno dell’ospedale di Carpi , desiderando estendere loro sentite condoglianze per la morte tragica di don Ivan.
Ci riteniamo dei privilegiati per aver avuto accanto a noi per anni (circa 25) un sacerdote che in noi, credenti e no, ha lasciato un segno.
La sua presenza gioiosa, delicata, attenta e fraterna l’ha reso amico, fratello e padre.
Ci mancherà questa presenza che ritenevamo parte di noi