Castagnetti: “don Zeno, terzo santo di Fossoli”

Editoriale sul n. 32 del 25 settembre 2022 del Settimanale Diocesano Notizie
di Pierluigi Castagnetti – Presidente Fondazione Fossoli 
Quest’anno siamo lieti di aver partecipato come Fondazione Fossoli con due mostre alle attività del Festivalfilosofia: una è allestita presso l’ex Sinagoga (sede della Fondazione) e questa, qui al Campo, che ha oggettivamente una sua autonomia, ha una valenza in sé, tant’è che ci interessa proporla anche in seguito.
Si tratta in realtà di due mostre che si integrano, fanno sinergia e raccontano la parte bella della storia del Campo di Fossoli, perché il Campo di Fossoli ha una parte che è la parte più penosa, quella della sofferenza e poi c’è la parte della ripresa, della resurrezione, della vita. Qui sono esposte delle foto straordinarie perché è tutto nato qui e la valorizzazione dell’esperienza di Nomadelfia la possiamo pensare oggi in un tempo in cui finalmente si sono superate le incomprensioni assurde che crearono le note difficoltà della fi ne degli anni ’40.
Come credente penso che don Zeno sia il terzo santo che noi abbiamo a Fossoli, due sono stati già riconosciuti dalla Chiesa, Teresio Olivelli e Odoardo Focherini, e poi c’è don Zeno, che ancora non è stato riconosciuto ma io sottolineo ancora, perché comunque, per quel po’ di cultura religiosa che ho, santo lo è sicuramente. Secondo me ha proprio le caratteristiche di un uomo che ha creduto moltissimo, solo un uomo di una fede che abbatte le montagne può avere pensato ad un’impresa di questo genere, enorme. Le immagini e i documenti video dell’epoca rendono anche lo spirito con cui in quegli anni è cominciata questa comunità.
Pur sapendo cosa è stato questo luogo terribile, un campo di raccolta, di concentramento anche se non di sterminio, però qui sono stati giustiziati sessantasette detenuti politici, noi possiamo avere solo una pallida percezione di cosa abbia potuto significare questa irruzione di speranza, di fede, di virtù, di gioia, di vita: un avvenimento veramente unico. Siamo grati ai Nomadelfi, legittimi eredi a tutti gli effetti, direi sostanzialmente, perché continuate questa esperienza e ci consentite di ricordare anche la parte positiva del Campo di Fossoli. Spero che queste due mostre, veramente importanti e belle, possano essere visitate da tante persone, da qui possano nascere idee, nuove iniziative o anche solo delle curiosità. Ormai ci si allontana sempre più da queste esperienze che vengono consegnate alla storia. Però questa è un’esperienza che continua a vivere oggi, continua a parlare oggi a chi è disposto ad ascoltarla.
Rinnovo la nostra gratitudine come Fondazione Fossoli a voi per quello che i vostri padri sono stati e per quello che siete voi oggi testimoni di Nomadelfia.