Editoriale n. 08 del 1 marzo 2020

Adolescenti in prima pagina
Lo sguardo deformato degli adulti
Le gravi vicende che in questi ultimi giorni hanno visto coinvolti adolescenti e giovani della nostra città, non hanno fatto altro che confermare le preoccupazioni che da tempo abbiamo circa le questioni educative e di ordine pubblico che da tutto ciò emergono. Quanto avvenuto in via S. Chiara e all’ingresso dell’Oratorio Eden ci è spiaciuto particolarmente, ma siamo anche dispiaciuti per l’eccessiva enfasi con cui i media ne hanno riferito, con l’effetto di alimentare ben noti meccanismi di identificazione ed emulazione, tutt’altro che dissuasivi o preventivi rispetto al ripetersi di queste spiacevoli situazioni.

La Fondazione A.C.E.G. (Attività Cattoliche Educative Gioventù), attraverso l’impegno quotidiano di tanti volontari, educatori motivati e operatori professionali competenti, svolge da oltre 70 anni la sua opera pastorale ed educativa con l’Oratorio Eden, a servizio degli adolescenti e dei giovani della città. In virtù anche di questo percorso, oltre a conoscere bene i cambiamenti avvenuti nel tempo nei comportamenti degli adolescenti, siamo oggi più che mai convinti che le dinamiche che sfociano in atti di tipo vandalico o in condotte a rischio per la persona stessa e per la comunità, o più in generale in comportamenti antisociali e violenti, esprimono chiaramente il bisogno di un rafforzato e specifico intervento educativo.

Possiamo e dobbiamo riflettere sui vari aspetti di carattere sociale, legislativo, culturale ed economico di cui c’è bisogno, ma il tutto deve essere funzionale e finalizzato alla quotidiana azione educativa, sia perché è l’unica che a lungo termine può portare frutti significativi per i giovani e per tutta la società, sia perché è anche l’unica cosa concreta sulla quale, se vogliamo, possiamo realmente intervenire e impegnarci tutti, sempre di più e meglio. È su questo punto cruciale infatti che si misurano le responsabilità, i comportamenti e le scelte degli adulti.

Provando ad addentrarci in alcune semplici e mirate proposte, crediamo occorra investire nella formazione e nell’impegno di educatori che svolgano la loro attività direttamente sulla strada, nei luoghi di aggregazione informali, dove proporre alle compagnie di adolescenti l’ascolto, l’animazione, l’accesso ad attività ricreative o di servizio, e un modo costruttivo per affrontare le problematiche tipiche della loro età. Oltre a questo ci sembra ormai necessaria per il territorio anche una struttura residenziale in grado di accogliere minori che possano essere affidati direttamente anche dai genitori che chiedono aiuto, oltre che di concerto con i servizi, proprio per tentare di affrontare le situazioni più complesse nel momento in cui cominciano a manifestarsi oltre che quando diventano eclatanti.

Una terza opportunità per la quale riteniamo valga la pena impegnarsi consiste nell’attivazione, così come già avviene in altre città, di semplici percorsi di lavoro o di servizio, in particolare nel tempo estivo e in collaborazione con le istituzioni e le tante associazioni del territorio, che vedano il riconoscimento ai ragazzi di buoni per attività o prodotti di carattere culturale, sportivo o di altro tipo.

Papa Francesco, nella recente esortazione post-sinodale Christus Vivit, rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio, scrive “Oggi noi adulti corriamo il rischio di fare una lista di disastri, di difetti della gioventù nel nostro tempo. Alcuni forse ci applaudiranno perché sembriamo esperti nell’individuare aspetti negativi e pericoli. Ma quale sarebbe il risultato di questo atteggiamento? Una distanza sempre maggiore, meno vicinanza, meno aiuto reciproco. Lo sguardo attento di chi è stato chiamato ad essere padre, pastore e guida dei giovani consiste nell’individuare la piccola fiamma che continua ad ardere, la canna che sembra spezzarsi ma non si è ancora rotta (cfr Is 42,3). È la capacità di individuare percorsi dove altri vedono solo muri, è il saper riconoscere possibilità dove altri vedono solo pericoli. Così è lo sguardo di Dio Padre, capace di valorizzare e alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei giovani. Il cuore di ogni giovane deve pertanto essere considerato “terra sacra”, portatore di semi di vita divina e davanti al quale dobbiamo “toglierci i sandali” per poterci avvicinare e approfondire il Mistero.” (CV 66-67)

Quello che chiede Papa Francesco è un esercizio tanto complesso quanto indispensabile, quindi bisogna tentare con umiltà di percorrere questa strada. Prosegue allora costantemente il nostro impegno nel garantire una continua formazione degli operatori, quotidianamente presenti all’interno dell’Oratorio cittadino così come in tutte le parrocchie e oratori della Diocesi, a dare risposte ai bisogni educativi emergenti, in collaborazioni con le scuole e i servizi socio-sanitari del territorio e a metterci, come sempre, a servizio di adolescenti e giovani ricercando percorsi innovativi utili al loro inserimento nella società e alla loro crescita umana e spirituale.  

Simone Ghelfi
Responsabile Pastorale Giovanile Diocesi di Carpi