Editoriale n. 27 del 14 luglio 2019

Essere scout oggi: uno stile di vita

A Brownsea Island, nel 1907, per otto giorni, Sir Robert Baden-Powell volle sperimentare, prima di metterle in pratica, le sue idee riguardo all’educazione. Invitò, così, 21 ragazzi di differenti classi sociali, un’idea rivoluzionaria per la società di quel tempo. L’uniforme, che unisce – e non divisa che divide – era di color cachi con il distintivo del giglio. Dopo aver passato un test di nodi, tracce, e della bandiera nazionale, essi ottenevano un altro distintivo con il motto “Be Prepared” – oggi “Estote Parati”, cioè essere pronti, anzi “Sempre Pronti” – da attaccare sotto il giglio. Si svolsero inoltre varie attività all’aperto. B.-P. ritenne il test sufficiente a dimostrare la bontà delle sue idee, pertanto le raccolse per iscritto in un libro dal titolo “Scautismo per ragazzi” (Scouting for Boys). Lo scautismo era nato!

Il campo di Brownsea Island ha consentito alla Zona Agesci di Carpi di poter contare oggi su 11 gruppi, dei quali tre festeggiano nel 2019 rispettivamente i 30 anni (Medolla 1), i 50 anni (Carpi 3 – San Giuseppe) e i 60 anni (Carpi 2 – San Francesco). Una Zona che comprende 1.461 ragazzi di diverse età, guidati da 325 capi, accompagnati nel loro servizio educativo da 21 assistenti ecclesiastici della Diocesi di Carpi. Una Zona che sarà rappresentata, attraverso tredici dei suoi membri, al prossimo Jamboree, che si terrà negli Stati Uniti col motto “Unlock a new world”, letteralmente “libera un mondo nuovo”. Dal 22 luglio al 2 agosto, in West Virginia, nella Bechtel Reserve, oltre mille ragazzi da ogni angolo d’Italia porteranno l’identità dell’Agesci, le tipicità e specificità territoriali e culturali di una terra ricca e varia, consapevoli che la costruzione di ponti è la chiave per avviare percorsi di pace capaci di liberare un mondo nuovo. Alla partenza si unirà un altro momento importante: progettare e preparare il ritorno. Tornare per contagiare tutti, tornare sapendo di poter essere, per tutti e per tutta la vita, ambasciatori di un messaggio di pace, tornare per farsi strumenti dei valori scout sperimentati e vissuti. Una precisazione è doverosa: non “si fanno gli scout”, ma “si è scout”.

E’ un vero e proprio stile di vita! I ragazzi, le ragazze e gli adulti che intraprendono, ieri come oggi, lo scautismo si impegnano a crescere come artefici consapevoli e responsabili della propria strada, perché attivi nel fare il bene, quello di tutti, che è anche il loro. A noi, capi educatori, ma anche adulti educatori e cittadini di questo territorio, la responsabilità di cogliere questa sfida: valorizzare i nostri ambasciatori della Zona di Carpi, creare il terreno fertile perché possano raccontarsi ed incontrare il maggior numero possibile di coccinelle, lupetti, guide, esploratori, rover e scolte, genitori e cittadini, per testimoniare la possibilità reale di “sbloccare il mondo”, di costruire ponti, di proteggere la “casa comune”, di generare un futuro sostenibile e umano. Se crediamo nella capacità della testimonianza e della condivisione, allora spetta a ciascuno di noi il compito di rendere il Jamboree patrimonio di tutta l’Associazione e della comunità cittadina, creando e favorendo nei nostri gruppi, nelle nostre Zone, nelle nostre Regioni, nelle nostre parrocchie e, perché no, nelle nostre sedi istituzionali, occasioni per questi germogli, proteggendoli e sostenendoli. Allora cresceranno forti e si moltiplicheranno esponenzialmente… e noi tutti insieme a loro!

Davide Pignatti – Agesci Zona di Carpi