Estate ricca di campi: ce n’era bisogno!

AZIONE CATTOLICA – I settori raccontano le loro esperienze di condivisione per “ricaricare” lo spirito e trovare un rinnovato sguardo di speranza
Se si chiede a chiunque abbia partecipato a un campo di Azione Cattolica di quest’estate “com’è andata?”, la risposta è sempre la stessa: “È stato bellissimo, ce n’era tanto bisogno!”. Dai campi ACR, che si stanno svolgendo anche in queste settimane, a quelli giovani e quelli organizzati dal Settore Adulti la sensazione è proprio quella che è mancato tanto a tutti uno spazio in cui sperimentare una vicinanza al Signore assidua, una sorta di fullimmersion, lontani da casa, condivisa con i propri compagni di cammino.

A cura di Lucia Truzzi

Adulti
La bella cornice di Folgaria ha ospitato dal 26 al 28 agosto il campo estivo adulti dell’AC di Carpi che si è svolto all’insegna di molte novità: la tanto attesa ripresa di questo appuntamento in presenza dopo tre anni, la nuova e più inclusiva formula weekend per favorire la partecipazione di più persone e il respiro intergenerazionale che ha visto la presenza di adulti più giovani, numerose famiglie con bambini e anche alcuni adultissimi. Il titolo del campo, “Sostare nell’incertezza”, scelto dell’equipe diocesana del settore adulti, e ispirato dai temi trattati durante la festa associativa dello scorso giugno, nasce dall’esigenza di riflettere più in profondità come vivere questi tempi incerti di pandemia, guerra e difficoltà economiche, intrecciandoli con il nostro rapporto con Dio e gli altri, cercando di comprendere il senso del cammino insieme e del destino comune che ci unisce. La prima parte del campo è stata dedicata al raccontarsi su questo tema, senza cercare risposte, ma sostando sulle domande: ad aiutarci, oltre all’apprezzato cineforum sul film “Minari”, la metodologia dei World Cafè grazie alla quale ci siamo confrontati su cosa significa vivere l’incertezza riguardo alle nostre responsabilità, alle relazioni e alla comunità, e alla speranza verso il futuro. I coordinatori dei vari tavoli del World Cafè hanno poi restituito in assemblea gli spunti emersi, che sono stati intrecciati dal nostro assistente don Carlo Bellini nel percorso biblico sul profeta Elia.
I doni dell’incertezza fanno sì che Elia approfondisca la sua relazione con Dio: il Dio potente della straordinaria vittoria sui profeti di Baal, sul monte Oreb si fa “voce di un silenzio impalpabile” e diventa ancora più forte e generativo, tanto da affidare ad Elia il futuro del suo popolo con un’ultima missione grazie alla quale riparte la storia d’Israele. Il campo adulti, oltre agli incontri formativi, ha dato spazio alla convivialità grazie alla gita nei dintorni di passo Coe, dove è stata celebrata una bellissima Santa Messa all’aperto, la divertentissima serata di giochi tutti insieme e i tanti momenti in amicizia. Ringraziamo il Signore per il dono di questi giorni vissuti insieme, perché si è fatto vicino con la sua Parola e ci ha fatto riscoprire dopo tanto tempo il gusto dei legami e delle relazioni. Ne avevamo veramente bisogno per vivere questi tempi con un rinnovato sguardo di speranza verso il futuro.
Marco Iori e Benedetta Lodi
Adultissimi
La tredicesima edizione del Campo Adultissimi si è svolta a San Giovanni in Valle Aurina dal 23 al 30 luglio. Anche quest’anno la partecipazione ha superato il numero minimo di 30 persone e sono stati presenti per tutta la durata del campo don Carlo Gasperi e don Callisto Cazzuoli. L’Assistente Generale di AC, don Carlo Bellini, e la vice-presidente del Settore Adulti, Benedetta Lodi, sono saliti il giovedì. Le caratteristiche generali di questa ormai ultradecennale esperienza sono note: il primato della formazione biblica, catechetica e liturgica, la contemplazione dei luoghi di montagna, l’offerta di momenti ricreativi, la valorizzazione dello stare insieme in un clima di amicizia vissuta nell’esercizio della virtù della speranza cristiana. Il tema scelto dall’Equipe Adulti diocesana era Sostare nell’incertezza, tema che è stato trattato dall’Assistente Generale attraverso una riflessione incentrata sull’esperienza del profeta Elia. La commissione che ha pensato i contenuti formativi del campo ha maggiormente valorizzato la traccia esperienziale: “Nella nostra esperienza come vivere e testimoniare la speranza? Una speranza che si rende manifesta nella cura verso l’altro: come vivere la dimensione della cura (centralità delle relazioni) verso tutti (anche nelle nostre comunità)?”.
La riflessione sul “prendersi cura” ha condotto gli organizzatori a proporre una presentazione delle figure di Mamma Nina e don Zeno, due autentici giganti della cura verso centinaia di persone di ogni età che si trovavano in situazioni di povertà e di abbandono.
Una relazione sulla figura del beato Rosario Livatino, giudice agrigentino assassinato il 21 settembre 1990, a soli 37 anni, è stata presentata da don Callisto.
Particolarmente interessante, per le implicazioni sulle prospettive future del Settore Adulti, si è rivelato il bilancio dell’esperienza vissuta svoltosi il venerdì sera, nel corso dell’assemblea conclusiva. Sembrano ormai maturi i tempi per rimodulare tanto i campi estivi del settore quanto l’attività associativa ordinaria annuale, prevedendo momenti di compresenza delle varie età, senza peraltro abbandonare la formazione specifica per fasce di età, che rappresenta un pilastro fondamentale del progetto formativo dell’Azione Cattolica. Infine, è emersa una forte preoccupazione per il generale calo di interesse
Giovani
Parola di Dio, ascoltata, studiata, pregata.
Un ringraziamento particolare va ai sacerdoti e laici che hanno contribuito alla realizzazione di questa esperienza formativa.
Cristina e Roberto Cigarini
Dopo la bellissima esperienza della settimana comunitaria a maggio, che ci aveva già introdotti al tema nel migliore dei modi, noi Giovani e Giovani Adulti ci siamo ritrovati quest’estate al campo per riflettere sulle nostre vocazioni. La Casa della Sapienza di Lozio (Brescia) ha ospitato il nostro gruppo dal 1° al 7 agosto, per un totale di più di quaranta partecipanti, cosa che ha ancora una volta ribadito quanta voglia abbiamo di stare insieme e di condividere questi momenti dopo i difficili anni passati.
Il tema ci è sembrato molto azzeccato e stimolante già dalle programmazioni dei contenuti, dato che riguarda una delle tensioni centrali per la vita di noi giovani, in modo anche molto concreto. Abbiamo, infatti, cercato di fare discernimento sulla vocazione calata in diversi ambiti, come i nostri progetti e le nostre relazioni, ma anche all’interno delle nostre sofferenze e della precarietà, che spesso contraddistingue i nostri sogni per il futuro.
Un punto di forza di questo campo è stato sicuramente il clima di condivisione e cura reciproca che si è creato durante la settimana, questo anche grazie ai tanti momenti di convivialità, alle serate insieme e alle gite in montagna, ai rifugi.
Anche l’alleanza un po’ innovativa tra G e GA, come avevamo già sperimentato in diverse occasioni lo scorso anno e alla settimana comunitaria, ha funzionato ed è stata molto arricchente per entrambi i gruppi. Ricominciamo quindi l’anno con tanta carica e voglia di camminare insieme, ringraziando i nostri responsabili Rebecca Grazian, Davide Maini e l’assistente don Riccardo Paltrinieri che ci accompagnano nel nostro percorso.
Elena Michelini
Giovanissimi
Dal 17 al 24 agosto all’ombra delle Alpi Camune, noi Giovanissimi della Diocesi di Carpi abbiamo partecipato al campo. Quest’anno ci siamo concentrati sul tema della vocazione, abbiamo tenuto come cardine questa parola densa di significati e per molti di noi all’inizio della settimana la vocazione poteva essere accostata soltanto all’ambiente clericale o la consideravamo come una parola lontana, quasi fredda, ma riflettendo nei lavori di gruppo abbiamo realizzato che la vocazione ci tocca da vicino, nel nostro quotidiano e che si intreccia con i nostri sogni, le richieste del prossimo, i talenti che usiamo per aiutare gli altri, la libertà nello scegliere la strada che vogliamo percorrere ed è imprescindibilmente unita anche alle nostre fragilità e alla precarietà della vita. Il campo GG di quest’anno è stato segnato da un impegno condiviso da parte di tutti noi nel non passare il tempo con i soliti noti e dall’infrangere le mura della nostra comfort zone, cercando di coinvolgere e conoscere volti nuovi… e purtroppo, tra trecce, fotografi e, karaoke, partite a carte e tanti, tantissimi applausi di buon compleanno e altrettante risate, la settimana è volata via con grande rammarico specialmente dei nati nel 2004… che raggiungeranno presto il gruppo Giovani.
Marco Giubertoni