In visita a Massa Marittima per ricordare don Enrico Malagola

I colori della Maremma

Nell’approssimarsi della commemorazione dei fedeli defunti, l’Ufficio diocesano pellegrinaggi ha organizzato il 25 e 26 ottobre scorsi una visita inMaremmaperricordare don Enrico Malagola a lungo parroco a Massa Marittima. Il viaggio ci ha dato motivo per fare memoria anche di altri sacerdoti: don Angelo Chiossi, don Lino Galavotti

e don Ivan Martini, collegati in vari modi al ministero di don Malagola.

Due giornate favorite da un tempo splendido che ci ha permesso di scoprire ed ammirare i frutti e i colori autunnali di questa terra, davvero un’esperienza unica; un tripudio di colori dai verdi brillanti delle foglie al marrone del sottobosco tra i toni del giallo e dell’arancio.

La prima tappa è stata l’abbazia di San Galgano e l’eremo di Montesiepi. Per certi aspetti la vita di San Galgano ricorda la vita di San Francesco:

dapprima preso da un ideale cavalleresco e da una vita dissoluta poi, convertitosi, si ritirò da eremita ed infisse nella roccia la sua spada trasformando l’arma in una croce. Dal suo gesto sono nate leggende – inevitabile il richiamo alla storia di Re Artù – e dopo secoli la spada è ancora lì conficcata nel sasso, oggi protetta da un vetro.

Poco distante abbandonata nella valle giace l’abbazia cistercense dedicata a San Galgano, eretta nel luogo della sua morte, famosa per essere priva del tetto e del pavimento. Un tempo ha conosciuto grandi splendori, poi abbandonata, per divenire un deposito di materiale da costruzione.

Infine ecco la vera meta del nostro viaggio: Massa Marittima. Adagiato su un colle in posizione panoramica, il centro del paese è racchiuso entro una cinta muraria ben conservata, le anguste stradine lo attraversano e guidano il visitatore affascinato dal suo aspetto medioevale.

Il duomo dedicato a San Cerbone domina la piazza

principale come dall’alto di un podio. L’interno ospita un grande fonte battesimale e, dietro l’altare maggiore, l’arca di San Cerbone vero capolavoro definito un’opera di oreficeria per la raffinatezza esecutiva nel narrare la storia e i miracoli del Santo.

Al ritorno abbiamo costeggiato la via del mare facendo breve sosta a Bolgheri per ammirare il famoso viale dei Cipressi cantato dal Carducci nella poesia “Davanti San Guido” ed il piccolo borgo medioevale ben racchiuso nelle mura del castello.

Il nostro itinerario è stato un forte ricordo per amici e familiari di don Enrico e l’occasione per incontrare un nutrito numero di ex-parrocchiani che avevano chiesto di partecipare tutti insieme ad una messa concelebrata per non dimenticare.

Maria Assunta Balluga