Le omelie del Vescovo nelle celebrazioni in Cattedrale

Cristo Risorto, l’Amore sempre al nostro fianco

Veglia pasquale
Celebriamo oggi l’evento che ha cambiato le sorti dell’umanità: la resurrezione di Cristo. Se l’esito finale della vita di Gesù fosse stata la morte, la sua esistenza si sarebbe rivelata inutile ed insensata. Ma che cosa significa che Gesù è risorto? Significa che la morte ed il sepolcro non hanno potuto trattenere nel loro abbraccio il Figlio di Dio. Egli, infatti, apparve e si mostrò vivo a Maria Maddalena, alle donne, agli apostoli, a oltre 500 persone a Gerusalemme, e da ultimo a Saulo di Tarso. Le parole cariche di novità che Gesù aveva detto e i miracoli che egli aveva compiuti nella sua vita terrena avevano fatto trasparire la sua divinità, ma questa si è manifestata definitivamente e pienamente nella resurrezione. Cristo, che ha vinto la morte, è vivo e in quanto tale è nostro contemporaneo. E’ presente ad ogni momento e in ogni luogo della storia. Egli è anche “qui”, “ora” e bussa alla porta della vita di ciascuno di noi. Scrive Sant’Ambrogio: “Oggi, mentre sto parlando, Cristo è con me; è in questo punto, è in questo momento; e se un cristiano sta adesso parlando in Armenia, là Gesù è presente” (Exp. In Lucam, II,13). E’ questa la caratteristica fondamentale che distingue la religione cristiana da qualsiasi altra religione: Dio è con noi, Dio è nostro compagno di viaggio; è l’Amore che custodisce la nostra vita; è l’Amico che è continuamente al nostro fianco. “Che necessità c’era – si domanda ancora Sant’Ambrogio – che Cristo assumesse la carne, salisse sulla croce, gustasse la morte, venisse sepolto e risorgesse, se non per la tua Risurrezione?” (Explanatio Simboli, 6). Gesù in definitiva risorge per noi. In questo giorno ci auguriamo: “Buona Pasqua”. Ma la Pasqua è “buona” soltanto se la resurrezione di Cristo diviene la nostra Pasqua. E tutti abbiamo bisogno di resurrezione perché tante sono le morti presenti nella nostra vita che attendono la resurrezione. Ma solo Cristo è in grado di liberarci da esse e da quella che pone termine alla nostra esistenza terrena. Augurarci reciprocamente “buona Pasqua” significa in definitiva dirci: “Accogli nella tua vita il Signore della Vita ed Egli ti salverà”. Soltanto nella resurrezione di Cristo c’è una via d’uscita dal carcere del tempo, dello spazio e della morte. Soltanto nella resurrezione c’è la possibilità di dare alla vita umana, con tutto il suo carico di peccato, di ingiustizia e di oppressione, un senso ed uno splendore di vita eterna. Buona Pasqua a tutti! + Francesco Cavina
 
Giorno di Pasqua
“Gesù il crocifisso è risorto”. La lieta notizia che la Chiesa è chiamata ad annunciare al mondo intero è tutta qui. Con questo annuncio la Chiesa proclama che l’uomo non è “un essere per la morte”, che la sua vita non è un effimero e insensato apparire sulla scena di questo mondo e che il male che tormenta il corpo e lo spirito dell’uomo non sarà l’ultima parola. La gioia che nasce dall’annuncio della resurrezione di Cristo è stata espressa in maniera mirabile dal bellissimo inno che abbiamo cantato prima della lettura Vangelo: il Victimae paschali laudes. Il testo inizia con un pressante invito alla lode e al ringraziamento “Alla vittima pasquale”. La vittima pasquale è Gesù Cristo, il quale si è caricato di tutte le sofferenze umane, anche le più irragionevoli e le più disumane, per liberarci dal peccato e fare pace tra Dio e gli uomini e gli uomini tra di loro. Sulla croce la morte e la vita “si sono affrontate in un prodigioso duello” e la morte che sembrava trionfare è stata definitivamente sconfitta e detronizzata. Ecco l’affermazione: “Il Signore della vita era morto, ma ora… trionfa”. Il Signore si è sottoposto all’esperienza della morte per testimoniare la sua solidarietà con noi. Egli non è un Dio lontano, indifferente, distaccato, ma vicino e partecipe in tutto della nostra condizione umana, anche della morte. Tuttavia, non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere perché Lui non è solo un uomo come noi ma è anche Dio e in quanto tale è il Signore della Vita. Grazie a Lui la morte, la grande nemica dell’uomo, è stata definitivamente sconfitta e noi uniti a Cristo possiamo partecipare della sua stessa vittoria. L’inno, poi, prosegue: Cristo risorto “Precede i suoi in Galilea”. La Galilea rappresenta il mondo. Cristo risorto si rende presente ovunque, anche all’interno dell’inquieta e contraddittoria situazione mondiale nella quale ci troviamo a vivere. La seconda lettura, inoltre, ci ha ricordato che Cristo risorto entra nel cuore dell’uomo, dove speranza e paura si scontrano in ogni momento, per offrirgli la possibilità di appropriarsi della sua resurrezione e fare generare la certezza che le domande ultime sulla vita e sulla morte hanno un senso ed una risposta. Ma non solo Cristo libera dall’oscurità circa il senso ultimo della vita, ma rinnova l’uomo nella sua stessa libertà. Questa viene resa capace di generare opere e stili di vita che sono manifestazione del Signore risorto e che danno all’uomo il diritto di sperare. Certo, credere nella resurrezione di Cristo significa riconoscere un evento incredibile alla ragione, soprattutto a quella ragione chiusa in se stessa e non disponibile a cogliere i segni della presenza di Dio. Pertanto sono legittime domande del tipo: Ma è possibile credere che un morto sia tornato in vita per non morire mai più? Non è che stiamo parlando di un mito o di un sogno o di un’utopia o di una favola per trovare consolazione? Ecco la ragione per la quale, con trepidazione, abbiamo interrogato Maria Maddalena: “Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via, mentre andavi al sepolcro di Cristo?”. Alla nostra timorosa richiesta ella, senza esitazione, risponde con un crescendo. Prima di tutto dichiara: “Ho trovato la tomba vuota”. Poi: “Il Signore è vivo! Infine: Io l’ho visto”. La nostra fede e la nostra speranza si fondono sull’esperienza di donne e di uomini che, dopo avere subito lo scandalo della morte di Gesù, lo hanno visto vivo, personalmente o in gruppo. Ma non solo hanno visto il Risorto, lo hanno pure toccato, hanno sentito la sua voce, lo hanno visto mangiare, è rimasto con loro… La testimonianza di questo persone, che hanno incontrato il Signore Vivo preso la tomba vuota, lungo la via, nel Cenacolo e sul lago di Tiberiade, oggi ha raggiunto anche la nostra città: Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: Sì, ne siamo certi: Cristo è veramente risorto. E’ la Chiesa che parla! Siamo noi che crediamo! Siamo noi che annunciamo al mondo l’evento pasquale. Questa è la novità capace di salvare il mondo e di cambiare l’esistenza di chi l’accoglie. Come possiamo noi appropriarci della resurrezione di Cristo? Entrare in essa con tutte le nostre paure ed inquietudini? Attraverso i “sacramenti pasquali” della Santa Confessione e dell’Eucarestia. Sono essi che ci fanno penetrare ed assimilare la resurrezione del Signore; che ci rendono quindi partecipi della sua vita incorruttibile; che donano alla nostra libertà la capacità di amare nella verità. Cristo risorto apparso a Maria Maddalena e a tanti altri è ora presente in mezzo a noi. A lui rivolgiamo una bellissima preghiera nata dal cuore dei primi cristiani: Tu che hai dato morte alla morte e hai reso l’uomo immortale, quando verrai nell’ultima ora per risuscitarmi, Amico degli uomini, non mi condannare, affinché io possa dire: Non è per dannarmi, ma per salvarmi che è risorto il Signore (Romano il Melode)
 
 + Francesco Cavina