Mozambico, Irene Ratti e Centro Infantile Speranza

da Prime Notizie del Settimanale diocesano->

Mateus, Gilberto, Paulo, Sherley, Jason, questi alcuni nomi dei bimbi di 3 anni o poco più di cui Irene Ratti si prende cura, insieme al personale del Centro Infantile Speranza di Maputo, in Mozambico.

La crisi Covid-19 è, nel paese, particolarmente lesiva dei diritti dei bambini. Come rilevato da Unicef, la chiusura delle scuole ha colpito più di 8.500.000 studenti di tutti i livelli. I bambini sono particolarmente soli, perché quasi del tutto irraggiungibili, data la carenza di adeguati supporti tecnologici e la difficoltà nel reperire il materiale cartaceo per poter seguire lezioni da casa.

A Maputo, nel Centro Infantile Speranza, durante questo periodo di lockdown, nonostante le pesanti difficoltà, le maestre cercano di seguire gli allievi a distanza. La missionaria Irene Ratti si ingegna per raccogliere ogni tipo di aiuto, anche quello alimentare, sebbene tutto scarseggi, compreso le risorse economiche per tenere in funzione l’asilo.

Irene non nasconde la preoccupazione per l’escalation di violenza a Cabo Delgado, che miete vittime e brucia case, provocando un aumento del numero di sfollati. Si rammarica inoltre della lentezza burocratica che schiaccia il Mozambico, bloccando lo sviluppo dei progetti avviati, riferendosi, in particolare, alla costruzione della nuova scuola elementare intitolata a Mamma Nina Saltini. Ma tutto questo non pregiudica la sua determinazione a perseverare, affidandosi completamente a Dio Padre, nella speranza che ogni cosa, passo dopo passo, a Lui piacendo, possa sistemarsi!

Ecco dunque l’invito ad abbracciare nuove adozioni a distanza per aiutare questi bimbi e, con loro, il futuro di questa terra d’Africa. Questa la lettera di Irene.

 

Carissimi, come state? Qui si va avanti come i granchi, un passo avanti e due all’indietro.

L’educazione e i genitori spingono per l’apertura delle scuole, altri genitori, quelli che non hanno mezzi e non hanno partecipato ai programmi online si chiedono: “E i nostri figli? Perché non partire tutti insieme?”. Evidente che se aprono le scuole, lo si fa per le classi che dovrebbero dare esami: che esami? In quattro mesi si può recuperare un anno? W chi non ha internet o la televisione che funzionano quando c’è luce? Davvero problemi seri! Poi c’è Cabo Delgado, si parla poco e la cosa grave è che il governo è in silenzio! Per Cabo Delgado questa è la terza guerra fratricida!

Il Covid-19 non ha messo in silenzio solo le bocche, ma anche i cervelli! Quando ne usciremo, nessuno lo può prevedere, di vaccini si parla, ma fin ora nulla di fatto. Scusate, sono partita male, con le lamentele e le mormorazioni. La tentazione di sostituirsi al profeta Geremia, in questi tempi è sempre dietro alla porta.

Intanto grazie a tutti coloro che continuano a sostenere sia il Centro Infantile come i bimbi che lo frequentano e che noi cerchiamo di accompagnare con tutta la nostra buona volontà.

In questo periodo, anche se con difficoltà, ho messo a punto le informazioni sui bimbi in adozione. Ringrazio le famiglie, associazioni che hanno già provveduto il pagamento delle quote e anche coloro che guardano al futuro della costruzione della scuola. Nelle strutture pubbliche il Covid-19 ha attecchito purtroppo bene, già da molto tempo, ora è virulento più che mai e nessuno fa qualcosa per scalzarlo via. Le carenze sono più che evidenti: assenteismo, disorganizzazione, dimenticanze, mancanza di ordine nell’archiviazione di documenti e chi più ne ha più ne metta!

Noi avevamo già fissato la data per la posa della prima pietra, invece non si è fatto niente per mancanza di un documento che non si trova. Lo abbiamo sostituito prontamente, ma anche così siamo fermi. Non bisogna scoraggiarsi, il nostro sole sorgerà, a Dio piacendo. Non è rassegnazione, ma attesa serena dei tempi che sono certa spunteranno quanto prima. Così spero!

Sono grata a chi, come noi del Mozambico, vive e opera nel segno della speranza. I bambini sono felici e, per quanto riusciamo, oltre ai lavori da fare, forniamo anche un po’ di alimenti, soprattutto a chi è in maggiore difficoltà.

Grazie carissimi!

Ora ci troviamo per la preghiera, un’opportunità di tenervi presenti tutti.

Un abbraccio

Irene Ratti

 

Come sostenere Irene

Progetto Armandinho: 200 euro all’anno. Chi decide di aderire al progetto Armandinho si impegna a sostenere un bambino per tre anni consecutivi, con la spesa di 200 euro annuali, che permettono di fornire al piccolo il vitto, l’alloggio, l’istruzione e l’assistenza medica.

Per il Progetto Costruzione Scuola elementare Mamma Nina si raccolgono offerte libere.

 

Per effettuare donazioni con la possibilità di usufruire della detrazione fiscale (indicando sempre il proprio recapito o indirizzo e-mail):

Solidarietà Missionaria Onlus

IBAN IT 51 H 02008 23302 000028443616 – Unicredit – BIC SWIFT: UNCRITM10J2

Specificando il nome del Progetto che si intende sostenere (vedi sopra).