Procede il progetto di Nomadelfia per creare un gruppo familiare

In risposta all’invito dei monaci del monastero di Mvimwa, i Nomadelfi stanno costruendo un gruppo familiare nella regione di Rukwa, la più povera della Tanzania.
Zeno, giovane nomadelfo sta seguendo da più di quattro mesi il progetto. Sul sito nomadelfia.it è possibile leggere le sue riflessioni accompagnate da un’ampia fotogallery. Riportiamo di seguito qualche stralcio.
“Sabato scorso una bambina di due anni e mezzo del villaggio di Ntemba è morta. Causa: malnutrizione. Sono sconvolto! Lo so, si dice spesso ‘muore di fame un bambino ogni 5 secondi’ ma forse per la durezza del mio cuore ciò mi dispiaceva ma non diventava esperienza di ingiustizia. Non posso far finta di niente, ho voglia di gridare a tutti che così non si può andare avanti, che una bambina è morta perché non aveva nulla da mangiare! (…) Mi domando: quante volte sono ingiusto e tratto con egoismo le cose e il cibo che ho? Lotto e soffro abbastanza per le ingiustizie che subiscono i miei fratelli e le mie sorelle?”. E ancora: “Si dice che i poveri siano lo ‘strumento’ che Gesù ci ha donato per insegnarci ad amare, cerchiamoli non per metterci a posto la coscienza o peggio ancora per mettersi in mostra ma per condividere e loro ci aiuteranno ad amare e a mettere sempre al primo posto la persona”.