Semel scout, semper scout

Nel 1924 a Mirandola don Venturelli fondò il primo gruppo di esploratori nella Diocesi di Carpi 

A ridosso del grande pellegrinaggio internazionale degli scout cattolici indetto per il Giubileo nell’Anno Santo 1925, l’Asci (Associazione Scautistica Cattolica Italiana) tenne il suo secondo campo nazionale esploratori sul lago di Bolsena. Basti ricordare che al primo evento parteciparono circa 10mila scout cattolici da tutto il mondo e al secondo, 2500 scout italiani! Ad entrambi gli incontri fu presente il riparto (così allora si diceva) di Mirandola, con il suo Assistente Ecclesiastico don Francesco Venturelli. Emblematica è la foto che ritrae don Francesco a Bolsena in confidenziale colloquio con Mario Mazza, carismatico educatore e fondatore dello scautismo cattolico italiano. Tutto questo ci dice molto del don Venturelli scout: un sacerdote che aveva trovato nello scautismo un metodo educativo e una spiritualità che si confacevano al suo carattere a tratti schivo e introverso, ma capace di pensare alla grande e di coinvolgere i giovani di Mirandola nell’avventura scout non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale. Proviamo a pensare a questi adolescenti ( tra cui mons. Alvarez Grandi e mons. Duilio Franciosi, futuro parroco di Novi il primo e vicario generale della Diocesi il secondo) e al periodo storico in cui vivevano, lanciati da un prete in una avventura in cui si respirava aria di fraternità internazionale, di vero spirito civico e di servizio al prossimo, qualunque prossimo! Era lo stile della promessa scout, quella promessa che don Francesco aveva fatta sua e trasmessa con la sua vita, più che con le parole, ai giovani esploratori mirandolesi.

Ma andiamo a qualche anno prima: nel 1919 don Francesco Venturelli, giovane sacerdote, viene inviato a Mirandola come vicario parrocchiale. L’incontro con il parroco mons. Roberto Maletti, uomo con spiccata sensibilità educativa e sociale (molto vicina al pensiero sociale del Toniolo), fece nascere, insieme a molte altre iniziative, anche il circolo culturale cattolico G. Pico. Possiamo dedurre che don Venturelli, responsabile dell’educazione dei giovani, abbia avuto per motivi pastorali frequenti incontri con il clero di Modena, nella cui Diocesi già nel 1922 era nato il primo gruppo scout. E’ talmente colpito da questa iniziativa che nel settembre 1923, interessando alcuni giovani del circolo culturale, porta avanti a Mirandola l’idea di fondare un gruppo scout, idea che si concretizza il 26 ottobre 1924 con le prime dodici promesse (tra lupi ed esploratori) e il contemporaneo riconoscimento nazionale di riparto Asci.

Su sua iniziativa, viene stampato dagli scout di Mirandola dal 1926 al 1928 un giornalino: “Lo Scout della Valle”, in cui don Francesco tiene la rubrica “la parola all’AE”. E’ da qui che possiamo attingere e capire, di quanto fosse permeato dalla spiritualità scout il suo stile di vita sacerdotale e umano: “26 Ottobre 1926. Nel 2°Anniversario Fondazione del Riparto. Due anni sono trascorsi da quel mattino; due anni di sacrifici e di coraggio, due anni di lotta contro falsi preconcetti, contro ostacoli che in qualche momento dubitammo anche insormontabili. Convinti come siamo che lo studio della natura nelle sue diverse bellezze elevi l’anima e la purifichi nel contatto sublime della creatura col suo Creatore, che nella fiducia in se stesso e nella più schietta lealtà possa acquistarsi un retto senso di responsabilità e la fortezza del carattere, che nella disciplina sentita e ragionata ci si eserciti nei piccoli sacrifi ci ai più duri cimenti della vita, dopo due anni di modesta attività noi abbiamo la coscienza di poter off rire alla Patria ed alla Chiesa degli ottimi cittadini e dei veri cristiani”. (Lo Scout della Valle n°8 anno 1926).

Troviamo qui tutti quegli elementi che, pur espressi con toni e termini tipici del periodo storico e letterario a cui appartengono, fanno parte a pieno titolo della spiritualità scout. Scorgeremo gli stessi elementi da ora in avanti anche nella vita di don Francesco, fino all’ultimo respiro: la fiducia nell’uomo e nelle sue possibilità, il fare il bene più che l’essere buoni, il rispondere in modo responsabile e disciplinato alle sollecitazioni quotidiane e straodinarie e infine il pensare che un buon cristiano non possa non essere anche un buon cittadino al servizio del bene comune. Con il decreto legge del 9 settembre 1927, l’Asci viene sciolta e don Venturelli, con una mesta lettera al vescovo Pranzini, rassegna le dimissioni di assistente ecclesiastico del gruppo scout di Mirandola. Ma ciò che era iniziato in lui e con lui, è ancora oggi presente nelle tante persone che in Diocesi di Carpi hanno vissuto e continuano a vivere l’esperienza scout come un modo originale ed efficace di essere cristiani: d’altronde è risaputo che “semel scout, semper scout” (una volta diventati scout si rimane per sempre scout).