Si è celebrata a Rovereto la Giornata del migrante e del rifugiato

Accogliamo il Signore nei fratelli più vulnerabili

“Vulnerabili e senza voce”: questo il titolo del messaggio con cui Papa Francesco ha voluto indirizzare l’attenzione su una situazione complessa come quella dei migranti minorenni – specie di quelli non accompagnati – in occasione della 103ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che ricorreva il 15 gennaio. Nella Diocesi di Carpi, come ormai da anni, abbiamo celebrato la giornata alla presenza del Vescovo Francesco Cavina, con la Veglia di Preghiera e la Messa dei Popoli presso la parrocchia di Rovereto, un momento significativo e intenso in cui abbiamo voluto riflettere e pregare sul tema, attraverso le parole del Papa, in ricordo e comunione spirituale con le vittime legate alle migrazioni e le loro sofferenze. Durante la Veglia, la testimonianza di un giovane profugo proveniente dal Gambia, che attraverso l’inferno libico, è giunto nei mesi scorsi da noi ed ha avviato un percorso felice di integrazione, per il quale ha attestato la sua gratitudine alla nostra comunità con parole semplici, ma effi caci: “Qui nessuno mi ha picchiato, nessuno mi ha insultato”. Partendo dal Vangelo della domenica, in cui Giovanni Battista proclama Gesù quale Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo, il Vescovo ha sottolineato nell’omelia – l’audio è disponibile nella pagina facebook della Migrantes diocesana -, che “proprio perché siamo stati liberati dal peccato, abbiamo la possibilità di vivere nella pace e di sapere da dove viene il dono della pace, che non è solo frutto delle alchimie delle diplomazie internazionali, ma nasce laddove c’è un popolo che si sente pacificato, salvato, liberato dalla schiavitù del peccato. La vera pace nasce da Cristo”. Ha, poi, proseguito: “è importante accogliere i nostri fratelli che giungono nella nostra patria, facendo di essa un luogo in cui è possibile essere rispettati nella propria dignità. Ma non possiamo dimenticare che questi valori nascono dall’incontro con Cristo. Dobbiamo avere il coraggio di proporre a questi fratelli il dono di Dio all’umanità, Gesù. Che il Signore ci aiuti a prendere coscienza che la nostra è una civiltà che nasce dalle radici profonde del cristianesimo”. Invito che si affi anca a quello del Papa, nel suo messaggio, rivolto agli operatori pastorali impegnati in tale ambito: “Non stancatevi di vivere con coraggio la buona testimonianza del Vangelo, che vi chiama a riconoscere e accogliere il Signore Gesù presente nei più piccoli e vulnerabili.”
 
Commissione Diocesana Migrantes Carpi