Voce che sale al cielo per tutti

Gremito il tempio di San Nicolò per la professione solenne di suor Enrica, sorella clarissa del monastero di Carpi

di Virginia Panzani

Ogni giorno (lui) si fa pane e vino per te, per essere con te una cosa sola. Come due colori quando si uniscono ne fanno uno solo, così il Signore ogni giorno fa con te, si mescola nella tua vita”. Ha scelto le parole dell’amica carissima Maria Chiara Mangiacavallo – chiamata dal Signore alla vita eterna a 29 anni nel 2015 – suor Enrica Maria Maddalena, sorella povera di Santa Chiara, per il libretto della Messa di sabato 21 giugno, nel tempio francescano di San Nicolò, durante la quale ha pronunciato i voti solenni. Parole che ben si adattano alla solennità del Corpus Domini che ha “abbracciato” Enrica nel dire “sì” per sempre alla chiamata di Dio. La liturgia è stata presieduta dal ministro provinciale dei Frati Minori del Nord Italia, padre Antonio Scabio, concelebrata dai confratelli francescani, dal vicario generale della Diocesi di Carpi, monsignor Gildo Manicardi, e da numerosi sacerdoti. Presente una nutrita delegazione dalla Sardegna, di cui è originaria suor Enrica: la mamma Maria Gabriella – il papà è entrato nella liturgia celeste lo scorso anno -, i fratelli Jacopo e Davide, la sorella Cecilia, i nipotini, e i famigliari. Poi, tantissimi amici della religiosa, dalla Sicilia al Piemonte e oltre, una rappresentanza delle sorelle clarisse della federazione a cui appartiene il monastero di Carpi, i frati minori, i membri dell’Ordine francescano secolare. Ad animare i canti gli amici del convento dei frati minori di San Mauro a Cagliari, a cui Enrica è legata da prima del suo ingresso in convento.

Un rito di grande intensità di preghiera: la “nostra” clarissa ha emesso la professione solenne nelle mani di madre Chiara Riccarda, circondata dalle sorelle della fraternità carpigiana – commosse e partecipi – di cui la neoprofessa è entrata a far parte definitivamente con il dono della propria vita per il Signore, la Chiesa e il mondo intero. Toccante il momento in cui la mamma Maria Gabriella ha portato all’altare l’anello consegnato a suor Enrica, come a presentare la figlia alle nozze con lo Sposo celeste.

A seguire la celebrazione, nel giardino della parrocchia di San Nicolò, si è tenuto un momento di festa vissuto in “francescana letizia” e reso possibile grazie all’accoglienza e alla generosità dei tanti amici carpigiani di suor Enrica e delle sorelle clarisse.

Dall’omelia del Padre provinciale: “diventiamo Eucarestia”
Nel Vangelo della solennità del Corpus Domini (Lc 9,11b-17), vediamo una folla affamata, a disposizione ci sono soli cinque pani e due pesci e Gesù dice ai discepoli: “voi stessi date loro da mangiare”. “E’ impossibile – ha affermato padre Antonio Scabio nell’omelia -. Forse qualcuno guardando suor Enrica e le sorelle dirà: è impossibile. Sì, è così. Ma qui, davanti a questo pane moltiplicato, non c’è solo un miracolo bensì anche una pedagogia eucaristica. Gesù prende il poco che c’è benedice, spezza e dona, e… basta per tutti in modo sovrabbondante. Questo è il linguaggio dell’amore, della gratuità. E’ il modo in cui Dio opera: trasforma il poco in abbondanza, il dono in comunione”. “Cara Enrica – così si è rivolto alla religiosa – tu ti consegni definitivamente a Dio e alla Chiesa e lo fai nella festa dell’Eucarestia. Che per te non è solo oggetto di adorazione ma è una forma di vita: come per tutti noi, ci nutriamo dell’Eucarestia per far diventare la nostra vita Eucarestia. Come Gesù, anche tu oggi, Enrica, dici: ‘questo è il mio corpo offerto per te’. E questo sì pronunciato nel silenzio della clausura è fecondo per il mondo intero, come aveva ben capito la madre Santa Chiara, che scrisse a Santa Agnese di Praga ‘ama con tutta te stessa Colui che tutto si è donato per amore tuo’. Chiara infatti diventò come l’Eucarestia, una vita spezzata per amore”. Ha poi concluso il Padre provinciale esprimendo “un immenso grazie” a suor Enrica perché ci ricorda che “Dio è degno del dono di tutta la vita. Che l’amore può essere assoluto, totale e gioioso. Il mio augurio per te e per noi è quello che Chiara scrive nel suo te-stamento alle sorelle: ‘il Signore ti benedica e ti custodisca. Ti mostri il suo volto e ti dia la sua pace’ e ancora ‘vi benedico nella mia vita e dopo la mia morte, quanto posso e più di quanto posso’. Oggi, suor Enrica – ha concluso – ti benediciamo e ci affidiamo alla tua preghiera, perché tu, nella quiete, nella gioia di questa fraternità di Carpi sei voce che sale al cielo per ciascuno di noi”.

Suor Enrica: “L’invito ve l’ha fatto il Signore”
Prima della benedizione finale, su invito del Padre provinciale, suor Enrica è intervenuta per ringraziare tutti i presenti. “Non so se durante questa celebrazione così insolita vi siete chiesti: ma io che ci faccio qui? ha detto -. Forse pensavate di essere venuti qui perché invitati da me, in realtà l’invito ve l’ha fatto il Signore… Non so se avete trovato risposta, pregherò perché Lui ve la dia. Credo – ha sottolineato – che siate stati attratti dalla bellezza di una Persona che arriva ad amarci fino a morire per noi. Il Signore Gesù ha fatto così. E’ una bellezza di fronte alla quale, prima o poi, si cede. Alcuni di voi sicuramente lo hanno già accolto, altri forse ancora resistono… ma il Signore ci prende così come siamo, poi fa Lui il seguito”. E ha concluso: “la celebrazione non finisce qua: spero che per ciascuno di voi si apra una via nel deserto, quella dove si incontra l’amore di Cristo”.