Raccogliere il loro testimone
Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans al campo di Fossoli in occasione del 79° anniversario dell’eccidio di Cibeno
MEMORIA
Maria Silvia Cabri
I67 nomi, scanditi uno ad uno, riecheggiano in un silenzio carico di emozioni. Sono quelli dei 67 internati politici a Fossoli, prelevati dal Campo di concentramento e fucilati dai nazisti al Poligono di tiro di Cibeno, il 12 luglio 1944. Come ogni anno il sindaco Alberto Bellelli ricorda i loro nomi, a memoria e monito di quello che è stato. Il 9 luglio, si è celebrato il 79° anniversario dell’eccidio, al Campo di concentramento di Fossoli, alla presenza dei parenti delle vittime. A due anni di distanza dalla visita della presidente della Commissione Europea Ursula von der Layen e del compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, cui sono stati rivol-ti molti pensieri di affetto e applausi, l’Europa torna ancora a Fossoli, nella persona del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Dopo la deposizione della corona d’alloro, e i riti religiosi, affidati al vicario generale della Diocesi, monsignor Gildo Manicardi e al rabbino Capo di Modena e Reggio Emilia, Beniamino Goldstein, si è svolta la parte più “istituzionale”. Il sindaco Alberto Bellelli ha ribadito come quel gesto sia stato figlio di “un progetto di eugenetica politica. I luoghi dove nacque l’idea di un’Europa libera furono proprio i campi di sterminio, ed è qui, a Fossoli, che noi ogni anno ci prendiamo l’impegno di ricordare. Qui, dove insieme all’orrore, è nata anche una speranza di futuro”. “Fare memoria di quello che è accaduto è necessario – ha proseguito il presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti – per assumersi impegni e responsabilità storiche, anche nuovi. La guerra e gli spostamenti di massa alla ricerca di pane e pace sono i nuovi volti del male”. Molto applaudito è stato l’intervento di Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia): “La resistenza di questi caduti ha contribuito a forgiare in modo differente la nostra vita e a cambiare il destino dell’umanità. Qui a Fossoli è nata la nuova patria mentre il male pareva trionfare. Oggi tocca a noi raccogliere la sfida: se lo vorremo, dopo il travaglio cui stiamo assistendo, nascerà un mondo nuovo”. “La storia di Fossoli – ha aggiunto il presidente della Regione Stefano Bonaccini – non è solo italiana, ma europea. L’Unione Europea ha fatto suoi questi principi, mostrando di esserci vicina anche adesso dopo l’alluvione, dicendosi pronta, con la presidente Ursula Von der Leyen, ad attivare il fondo di solidarietà europeo, come fece dopo il sisma”. A chiudere la cerimonia è stato Timmermans: facendo un parallelo tra la guerra in Ucraina e quanto successo al Campo di Fossoli nel 1944, ha affermato che “una guerra di nuovo si combatte sul suolo del nostro continente, dal cui esito dipende il futuro. Non facciamoci illusioni a riguardo. Di nuovo uomini e donne come noi muoiono per quello
che sono. Di nuovo l’inimmaginabile diviene realtà, il male banale, l’eroismo quotidiana necessità. Nuovi ‘Cibeno’, nuovi ‘Fossoli’ e un giorno, speriamo vicino, nuovi musei, nuove fondazioni, nuove commemorazioni. Sta tornando la notte o stiamo risvegliandoci da un sogno, o forse orribile sospetto, l’una e l’altra cosa insieme?”, ha domandato al termine del suo discorso carico di commozione.