Il progetto Fides et Labor mi è particolarmente caro per più di un motivo. Provo ad elencarli, in ordine sparso perché nessuno primeggia sugli altri.
Sono affezionato in modo particolare a Fides et Labor che ho fortemente voluto perché caratterizza la Chiesa di Carpi, una Chiesa che volge lo sguardo a quella cosiddetta ‘fascia grigia’ della popolazione, che poi, a mio modo di vedere, è l’Italia più vera. Persone che hanno idee e talento, che stanno vivendo, come tutti noi, in una società dove sembrano prevalere le difficoltà, la paura, la mancanza di prospettive. Eppure queste persone non si sono lasciate andare ma hanno cercato di perseguire con determinazione i loro sogni. Per molti di loro si sono trasformati in progetti e, grazie a Fides et Labor, in realtà.
Fides et Labor mi sta particolarmente a cuore perché è rivolto prevalentemente ai giovani e conosciamo tutti i dati sulla disoccupazione giovanile, ma non esclude le persone più mature perché il lavoro è fondamentale per uomini e donne. Non offre solo sostegno, sono in tanti che, privati di un mestiere, credono di aver perso la dignità. Non è così, ma è così che si sentono perciò occorre fare tutto il possibile per garantire alla gente un’occupazione. Tra l’altro “Lieben und arbeiten”, amare e lavorare, per Freud era la ricetta per difendere le persone dai mali oscuri che affiorano dal profondo.
Fides et Labor ha, a mio modo di vedere, anche una caratteristica che apprezzo in modo particolare: aiuta, ma aiuta chi vuole aiutarsi. Si mette al fianco di persone che si vogliono mettere in gioco e offre loro un’opportunità.
Sono grato a tutti coloro che hanno messo a disposizione tempo, professionalità e risorse per realizzare il progetto, ma sono particolarmente grato a chi ha aderito alla nostra iniziativa. Non è semplice chiedere, occorre una grande forza e io provo una forte ammirazione per ciascuno di loro.
Quest’occasione, poi, mi riempie di gioia perché, in questa conferenza stampa, presentiamo cinque progetti al femminile. Le donne, come i giovani, sono tra coloro che pagano il prezzo più alto in questa crisi: lavori meno qualificati o sottopagati, contratti meno stabili, scarse tutele. Perciò aver sostenuto i progetti di Susi, Paola, Anna Rosa, Lucia, Mirela mi rende veramente, profondamente felice.
A queste considerazioni aggiungo una nota personale: quando penso a Fides et Labor il ricordo va a quando, nella primavera scorsa, a Roma ho presentato il progetto a Papa Francesco. Il Santo Padre si è dimostrato molto interessato e, trovandolo valido, interessante e ben costruito, ha voluto avere ulteriori notizie.
So che i bisogni sono enormi e Fides et Labor non è che una goccia nel mare, ma con questo progetto so anche che stiamo facendo la nostra parte, stiamo cercando di aprire nuove prospettive senza cedere mai, proprio mai, alla tentazione di lasciarsi andare. La nostra forza è Gesù, secondo Pascal “mystère éclairante”, mistero che illumina. Fides et Labor è una piccola luce, ma il Signore sa quanto è importante una fede al lavoro.
Sono affezionato in modo particolare a Fides et Labor che ho fortemente voluto perché caratterizza la Chiesa di Carpi, una Chiesa che volge lo sguardo a quella cosiddetta ‘fascia grigia’ della popolazione, che poi, a mio modo di vedere, è l’Italia più vera. Persone che hanno idee e talento, che stanno vivendo, come tutti noi, in una società dove sembrano prevalere le difficoltà, la paura, la mancanza di prospettive. Eppure queste persone non si sono lasciate andare ma hanno cercato di perseguire con determinazione i loro sogni. Per molti di loro si sono trasformati in progetti e, grazie a Fides et Labor, in realtà.
Fides et Labor mi sta particolarmente a cuore perché è rivolto prevalentemente ai giovani e conosciamo tutti i dati sulla disoccupazione giovanile, ma non esclude le persone più mature perché il lavoro è fondamentale per uomini e donne. Non offre solo sostegno, sono in tanti che, privati di un mestiere, credono di aver perso la dignità. Non è così, ma è così che si sentono perciò occorre fare tutto il possibile per garantire alla gente un’occupazione. Tra l’altro “Lieben und arbeiten”, amare e lavorare, per Freud era la ricetta per difendere le persone dai mali oscuri che affiorano dal profondo.
Fides et Labor ha, a mio modo di vedere, anche una caratteristica che apprezzo in modo particolare: aiuta, ma aiuta chi vuole aiutarsi. Si mette al fianco di persone che si vogliono mettere in gioco e offre loro un’opportunità.
Sono grato a tutti coloro che hanno messo a disposizione tempo, professionalità e risorse per realizzare il progetto, ma sono particolarmente grato a chi ha aderito alla nostra iniziativa. Non è semplice chiedere, occorre una grande forza e io provo una forte ammirazione per ciascuno di loro.
Quest’occasione, poi, mi riempie di gioia perché, in questa conferenza stampa, presentiamo cinque progetti al femminile. Le donne, come i giovani, sono tra coloro che pagano il prezzo più alto in questa crisi: lavori meno qualificati o sottopagati, contratti meno stabili, scarse tutele. Perciò aver sostenuto i progetti di Susi, Paola, Anna Rosa, Lucia, Mirela mi rende veramente, profondamente felice.
A queste considerazioni aggiungo una nota personale: quando penso a Fides et Labor il ricordo va a quando, nella primavera scorsa, a Roma ho presentato il progetto a Papa Francesco. Il Santo Padre si è dimostrato molto interessato e, trovandolo valido, interessante e ben costruito, ha voluto avere ulteriori notizie.
So che i bisogni sono enormi e Fides et Labor non è che una goccia nel mare, ma con questo progetto so anche che stiamo facendo la nostra parte, stiamo cercando di aprire nuove prospettive senza cedere mai, proprio mai, alla tentazione di lasciarsi andare. La nostra forza è Gesù, secondo Pascal “mystère éclairante”, mistero che illumina. Fides et Labor è una piccola luce, ma il Signore sa quanto è importante una fede al lavoro.