Editoriale del n. 1 del 12 gennaio 2014

Dalle primarie alle amministrative per dare la sveglia alla città

 

Ben venga la competizione

di Gianpietro Cavazza

 

Carpi appare sonnolenta e per certi versi rassegnata. Non è colpa dei recenti pranzi natalizi e neppure della perdurante crisi che invece dovrebbe sostenere una sana e necessaria voglia di cambiamento. Non sono esenti da tale situazione anche le prove tecniche nei diversi schieramenti per la ricerca di un sindaco per la città. Se si eccettua l’attivismo delle tifoserie politiche il risultato finale appare, al momento, quello di un banale disinteresse. Ben vengano allora le primarie, in particolare quelle del PD, le uniche certe. Non quelle che sono già state fatte ma quelle che si faranno per individuare il candidato sindaco. Ben vengano tutte le iniziative per ascoltare le esigenze dei cittadini, per fare uscire dai propri confini associazioni e movimenti, per mettere in circolo proposte originali,  sostenibili e fattibili rispetto, soprattutto, alle questioni dell’economia e del lavoro partendo da chi si trova in maggiore difficoltà. Ben vengano anche le trovate comunicative per dare un po’ di ‘zolfo’ alla città dormiente evitando colpi bassi e attacchi personali. Ben venga il gioco di squadra per evitare gli estremismi di ‘un uomo solo al comando’ e i racconti dei candidati per capire chi veramente sono, qual è la loro famiglia, quale ambiente frequentano e quali amici hanno, qual è e come svolgono il proprio lavoro ma anche il volontariato, per conoscerne i pregi ma anche i limiti.  Ben vengano i dibattiti pubblici e lo scambio di idee tramite i giornali, il coinvolgimento e la partecipazione dei giovani anche sui social network e, perché no, le cene pubbliche e gli incontri carbonari. Si conosce bene il sistema maggioritario che porta all’elezione del sindaco, ben consapevoli che un uomo o una donna da solo può far ben poco anche se fosse il Papa. Avanti allora con la competizione ma poi che la competizione abbia una fine. Le primarie corrono il rischio di formare dei solchi che col tempo marcano sempre più le differenze inacidendo le relazioni anche all’interno di uno stesso schieramento. Fare il sindaco nei prossimi anni non sarà né comodo e né facile e più che della competizione ci sarà bisogno di concordia. Serviranno fin da ora gli incontri, pubblici, tra i candidati che raccontino come stanno vivendo la loro campagna elettorale, che cosa stanno imparando da questa esperienza, quali novità hanno appreso e soprattutto quali idee intendono concretizzare se eletti. E ben venga anche la fine delle solite liturgie che premiano le rendite di posizione e l’appartenenza interessata.  Al candidato sindaco si richiede di trovare ed esercitare i modi per resistere alle malizie del potere. Anzi di esercitare con equità politica e generosità personale il potere che momentaneamente gli viene affidato dai suoi concittadini. C’è bisogno di aria nuova e di un nuovo stile.

 

Prime scintille a Carpi tra i candidati sindaco del Partito Democratico in vista delle primarie. La macchina organizzativa del Pd ha già selezionato i due contendenti: Roberto Arletti e Alberto Bellelli. L’attuale assessore ai Servizi sociali darà il via alla sua campagna venerdì 10 gennaio mentre Arletti si è già presentato alla stampa e al pubblico nel mese di dicembre. Ad innescare la miccia è stato un comunicato di fine anno di Arletti dove il sindaco Campedelli e l’assessore Bellelli vengono accusati di aver fatto e di continuare a fare ‘un gran pasticcio’ sul caso del campo nomadi e rincarando la dose ricorda al sindaco dieci anni di illusioni e tutti i grandi progetti ancora nel cassetto della scrivania. Ne sentiremo delle belle’
L.L.