Editoriale del n. 26 del 7 luglio 2013


La faticosa ricostruzione dei cittadini


Amministrazioni aiuto o ostacolo
di Luigi Lamma


C’era da aspettarselo che la pubblicazione del programma con l’accertamento dei danni per le opere pubbliche e per i beni culturali approvato dalla Giunta regionale avrebbe sollevato qualche mugugno tra i cittadini. Non tanto per l’entità cospicua dei finanziamenti necessari, accertati ma non ancora erogati, quanto piuttosto per la percezione diffusa che il canale della ricostruzione pubblica goda di una via preferenziale rispetto a quella privata. Con la gente che vorrebbe, ma ancora non può a distanza di 14 mesi ormai dal terremoto, mettere mano alla ristrutturazione/ricostruzione della propria abitazione o della propria azienda. Basti pensare alla propaganda autocelebrativa che ha accompagnato l’anniversario del terremoto, ai tagli di nastri di opere di carattere pubblico che si ripetono ormai con ritmi incalzanti, alle pressanti richieste di finanziamenti sempre per strutture di uso collettivo, ricreativo e sportivo. Tutte iniziative utili, sia ben chiaro, che si aggiungono a quanto già fatto e si continuerà a fare per scuole e ospedali.
Del cittadino che combatte la sua quotidiana battaglia contro la miriade di ordinanze emanate dal Commissario chi se ne cura? Del cittadino che da oltre un anno si trova fuori casa e vorrebbe poter rientrare sistemando l’abitazione possibilmente attingendo ai contributi per la ricostruzione che gli spettano chi si interessa? Vogliamo parlare poi dei tempi di esame delle pratiche? Il comune di Mirandola ad esempio con puntualità e trasparenza il 29 maggio scorso ha documentato la situazione delle domande presentate: tra E leggere e pesanti le schede Aedes erano 1493, di queste 21 erano le domande protocollate e solo a due (avete letto bene due) sono state assegnate le quote. Sarebbe interessante sapere cosa è cambiato a distanza di un mese ma se questo fosse il ritmo della procedura che porta all’approvazione di una domanda basta una calcolatrice per farsi un’idea di quali tempi occorrano per rispondere a tutte le richieste dei cittadini.
A questo iter burocratico pieno di insidie si aggiungono i cavilli contenuti nel contratto da sottoscrivere con la banca per aver accesso alla ‘cambiale Errani’ per i quali il contraente si dovrebbe accollare l’onere di rimborsare l’istituto di credito se la Cassa Depositi e Prestiti bloccherà i 6 miliardi di finanziamento. Altro intervento presso il Governo e altra pezza a riparare il danno con un accordo tra Regione, Abi e Ministero dell’Economia, annunciato ma ancora da sottoscrivere, con il quale lo Stato garantisce i mutui. 
Tanto è diffuso questo disagio che un consigliere comunale di Concordia ha scritto per il periodico del comune un intervento dalle conclusioni eloquenti: ‘Cosa dobbiamo pensare? Che la nostra amministrazione è un aiuto, oppure un ostacolo ai cittadini?’.
E’ un interrogativo da rilanciare con vigore con tutto il carico di preoccupazioni, di angosce e di frustrazioni che si porta appresso. Signori Sindaci è ora di cambiare marcia, di accelerare il via libera alle pratiche, di individuare di concerto con la Regione altre modalità di controllo e di verifica per la concessione dei contributi ai privati. A meno che il Commissario straordinario non preferisca essere ricordato per la valanga di burocrazia con cui ha sepolto la ricostruzione e per la ‘cambiale Errani’ che solo a citarla suscita irritazione.