Com. St. 46 del 28 marzo 2013 – Omelia di monsignor Francesco Cavina – Santa Messa nella Cena del Signore


Diocesi di Carpi                 


comunicato n° 46


Carpi, 28 marzo 2013


 


Comunicato stampa


 


Omelia di monsignor Francesco Cavina


Santa Messa nella Cena del Signore


 


Giovedì Santo 28 marzo, ore 19


Carpi, chiesa della Sagra


 


 


Questa sera ci troviamo nel Cenacolo con Gesù, dove egli, il giorno prima di morire, celebra con i suoi l’ultima cena, rivelazione del suo immenso amore per gli uomini. In queste ore Gesù compie azioni e dice parole che gli evangelisti si sono preoccupati di tramandarci per il loro grande significato. Una discussione tra gli apostoli per stabilire chi tra loro fosse il più grande porta Cristo a compiere uno stupendo gesto di umiltà e di servizio: ‘cominciò a lavare i piedi dei discepoli’. Si rivolge poi ai suoi usando parole affettuose e qualificandoli come ‘figlioli’, ‘amici’. Sono gesti e parole che Gesù rivolge anche a ciascuno di noi. A me Gesù lava i piedi tutte le volte che mi concede il suo perdono; a me Gesù si rivolge chiamandomi ‘figliolo’, ‘amico’. Tutto quello che Gesù fa e dice è l’espressione del suo amore portato fino alle sue estreme conseguenze: ‘Li amò sino alla fine’, commenta l’Evangelista Giovanni.


 


Mentre stanno mangiando Gesù istituisce l’Eucarestia, anticipa cioè il sacrificio che si consumerà il giorno dopo sul Calvario. Fino a quel momento l’Alleanza di Dio con il suo popolo era rappresentata dall’agnello pasquale sacrificato nel tempio di Gerusalemme e nel banchetto al quale partecipava tutta la famiglia per la cena pasquale. Ora, l’Agnello immolato è lo stesso Cristo e il Corpo di Cristo è il cibo del nuovo banchetto che riunisce tutti i fratelli: ‘Questo è il mio corpo offerto’ prendete e mangiatene tutti’, ‘Questo è il mio sangue versato’ prendete e bevete’. Gesù è lo stesso nel cenacolo e nell’Eucarestia.


 


Gesù sa che l’uomo ha bisogno del pane che è il suo corpo e del vino che è il suo sangue per fortificare la sua debolezza, alleviare la sua solitudine e regalare un anticipo di cielo. Per questa ragione, in questa notte memorabile egli dà agli apostoli e ai loro successori, i vescovi e i sacerdoti, la potestà di rinnovare il miracolo fino alla fine dei tempi: ‘Fate questo in memoria di me’. Dunque, insieme all’Eucarestia istituisce il sacerdozio ministeriale. E noi in questo momento stiamo adempiendo questa parola del Signore.


 


Dall’Eucarestia nasce, come da una sorgente, il comandamento dell’amore, il servizio reciproco. L’episodio di Gesù che lava i piedi ai suoi apostoli è un richiamo a vivere la carità non solo nelle grandi e straordinarie occasioni, ma anche e soprattutto nelle circostanze ordinarie della vita.