Il discorso di Benedetto XVI all'assemblea della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc)

Servire con coraggio la verità

Si è svolta a Roma dal 25 al 27 novembre l'assemblea elettiva della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc) che ha avuto come momento culminante dei lavori l'udienza concessa da Papa Benedetto XVI, venerdì 26 novembre in Vaticano. Ecco una sintesi dell'efficace discorso che il Santo Padre ha rivolto ai direttori dei settimanali diocesani.


Cari fratelli e sorelle!  Sono lieto di incontrarvi, in occasione dell’Assemblea della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici. (‘)
Messaggio di verità e di speranza
La Federazione Italiana Settimanali Cattolici riunisce i settimanali diocesani e i vari organi di stampa di ispirazione cattolica di tutta la penisola italiana. Essa sorse nel 1966 per rispondere all’esigenza di sviluppare sinergie e collaborazioni, volte a favorire il prezioso compito di far conoscere la vita, l’attività e l’insegnamento della Chiesa. (‘) Questa è la funzione peculiare dei giornali di ispirazione cattolica: annunciare la Buona Novella attraverso il racconto dei fatti concreti che vivono le comunità cristiane e delle situazioni reali in cui sono inserite. Come una piccola quantità di lievito, mescolato con la farina, fa fermentare tutto l’impasto, così la Chiesa, presente nella società, fa crescere e maturare ciò che vi è di vero, di buono e di bello; e voi avete il compito di dare conto di questa presenza, che promuove e fortifica ciò che è autenticamente umano e che porta all’uomo d’oggi il messaggio di verità e di speranza del Signore Gesù.
La sfida culturale: quale verità
Ben sapete come, nel contesto della post-modernità in cui viviamo, una delle sfide culturali più importanti coinvolga il modo di intendere la verità. La cultura dominante, quella più diffusa nell’areopago mediatico, si pone, nei confronti della verità, con un atteggiamento scettico e relativista, considerandola alla stregua delle semplici opinioni e ritenendo, di conseguenza, compossibili e legittime molte “verità”. Ma il desiderio che c’è nel cuore dell’uomo testimonia l’impossibilità di accontentarsi di verità parziali; per questo, la persona umana “tende verso una verità ulteriore che sia in grado di spiegare il senso della vita; è perciò una ricerca che non può trovare esito se non nell’assoluto” (Giovanni Paolo II, Enc. Fides et ratio, 33). La verità, di cui l’uomo è assetato, è una persona: il Signore Gesù. Nell’incontro con questa Verità, nel conoscerla ed amarla, noi troviamo la vera pace e la vera felicità. La missione della Chiesa consiste nel creare le condizioni perché si realizzi questo incontro dell’uomo con Cristo. Collaborando a questo compito, gli organi di informazione sono chiamati a servire con coraggio la verità, per aiutare l’opinione pubblica a guardare e a leggere la realtà da un punto di vista evangelico. Si tratta di presentare le ragioni della fede, che, in quanto tali, vanno al di là di qualsiasi visione ideologica e hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico. Da questa esigenza nasce il vostro impegno costante a dare voce ad un punto di vista che rispecchi il pensiero cattolico in tutte le questioni etiche e sociali.
Per favorire un dialogo autentico
Cari amici, l’importanza della vostra presenza è testimoniata dalla diffusione capillare delle testate giornalistiche che rappresentate. (‘) Vi esorto perciò a proseguire nel vostro servizio di informazione sulle vicende che segnano il cammino delle comunità, sul loro vissuto quotidiano, sulle tante iniziative caritative e benefiche che esse promuovono. Continuate ad essere giornali della gente, che cercano di favorire un dialogo autentico tra le varie componenti sociali, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse. Così facendo, i giornali cattolici, mentre adempiono l’importante compito di informare, svolgono, al tempo stesso, una insostituibile funzione formativa, promuovendo un’intelligenza evangelica della realtà complessa, come pure l’educazione di coscienze critiche e cristiane. Con ciò voi rispondete anche all’appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha posto al centro dell’impegno pastorale del prossimo decennio la sfida educativa, la necessità di dare al popolo cristiano una formazione solida e robusta.
Nell’operosità e nella dedizione al vostro lavoro quotidiano sappiate testimoniare la vostra fede, il dono grande e gratuito della vocazione cristiana. Continuate a mantenervi nella comunione ecclesiale con i vostri Pastori, così da poter cooperare con essi, come direttori, redattori e amministratori di settimanali cattolici, alla missione evangeliz-zatrice della Chiesa.
Affidando la Federazione e il vostro lavoro alla celeste intercessione della Vergine Maria e di san Francesco di Sales, di cuore imparto a voi e a tutti i vostri collaboratori la Benedizione Apostolica.
DIOCESI IN RETE  CHIESA E INTERNET, OLTRE LA VETRINA
Due giorni per riflettere sulla Rete e ricavare indicazioni operative sul sito internet diocesano e sui social network. Al seminario “Diocesi in Rete. Chiese locali, internet e social network”, che si è tenuto a Roma il 23 e 24 novembre per iniziativa dell’Ufficio per le comunicazioni sociali e del Servizio informatico della Cei, hanno preso parte circa 200 persone, in rappresentanza di 85 diocesi. Per la diocesi di Carpi ha partecipato Magda Gilioli, segretaria del Centro Missionario.
Nella Rete “non basta avere una vetrina ben fatta”, ma è necessaria da parte dei cattolici “una presenza significativa in questo nuovo contesto di ‘social network'”, ha evidenziato monsignor Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, intervenendo a conclusione del seminario. Internet, e in particolare il panorama dei social network, ha precisato il vescovo, “non è solo qualcosa per addetti ai lavori, ma il contesto esistenziale nel quale oggi si giocano questioni di senso”.
Un “Vademecum” per le diocesi
“La totalità delle diocesi italiane ha un sito web o usa quotidianamente internet per le sue attività di comunicazione”. È la premessa da cui parte il “Vademecum per la progettazione e la gestione dei siti web diocesani” consegnato ai partecipanti al termine dei lavori. “Questa presenza – si legge nella premessa – offre grandi possibilità d’informazione, comunicazione e testimonianza, ma richiede impegno, sensibilità e competenza”. Il vademecum “nasce come strumento di supporto, agile e necessariamente incompleto, a chi opera nella comunicazione web delle diocesi” e si articola in dodici parti: dal “progetto”, ossia “le dimensioni del sito diocesano”, agli “obiettivi”, dai “contenuti e servizi” all'”architettura dell’informazione”. E poi si parla di “usabilità”, “accessibilità”, “persone e strumenti”, “staff redazionale”, “scrittura per il web”, “tecnologia”, fino alla “qualità dei siti” e a come “monitorare i risultati”.