Santa Pasqua 2010
Carissimo/carissima,
con la speranza di trovarvi in buona salute vi raggiungiamo con questa lettera per condividere con voi la gioia della Pasqua.
Vi sappiamo e vi pensiamo immersi in tante occupazioni e forse anche tra molte preoccupazioni, eppure sempre impegnati ad essere testimoni ‘dell’al di là’, impegnati in un’esistenza spesa per gli altri che esprime la gioia pasquale del vivere da risorti, tutti protesi verso la vita che non è di questa terra.
Noi tutti del Centro Missionario vi auguriamo una serena Pasqua e che la
‘vita nuova’ che il periodo pasquale ci comunica diventi stile di vita perenne di ogni cristiano.
Accompagniamo i nostri auguri con un racconto nel quale ognuno di voi penso possa ritrovare il senso della sua vita spesa nel dono di sé.
C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata.
Tutti quanti gliel’ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro e, più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: “Beh, a dire il vero… il tuo cuore è molto meno bello del mio.”
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla e del ragazzo. Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi.
Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: “Stai scherzando!”, disse. “Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.”
“Vero”, ammise il vecchio.
“Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del suo cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui sono affezionato, però: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che provo anche per queste persone e’ chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia la vera bellezza?”
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto.
Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel’offrì con le mani che tremavano.
Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane.
Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più “il cuore più bello del mondo”, eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perchè l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
Che la prossima Pasqua, nell’incontro con il cuore più bello, quello di Gesù, ‘segnato’ dall’amore donato a tutti sia per ciascuno di noi motivo di vera festa.
Con tanta stima,
don Fabio, Magda e tutti del Centro Missionario.