S.E. Monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi
31-01-2015
Cari fratelli e sorelle, con Gesù questa sera ci troviamo a Cafarnao, citta sul lago di Tiberiade. Gesù entra nella sinagoga, prende il libro delle Scritture, ne legge un brano e lo commenta. L’evangelista san Marco non dice nulla del contenuto della “predica” tenuta da Gesù. Riferisce solo che gli ascoltatori sono sedotti, profondamente scossi e colpiti dalle sue parole. Gesù non propone opinioni e non offre contributi alla discussione, ma insegna con autorità perchè dietro a ciò che dice c’è Dio stesso.
Se Cristo parla in nome di Dio, la sua Parola, allora, va accolta senza riserve, senza pregiudizi e nella tua integrità, indipendentemente da quello che piace o che si sente più conforme alla propria sensibilità o formazione. L’atteggiamento giusto di fronte al Signore che parla è fatto di ascolto obbediente per lasciarsi afferrare, scuotere e condurre ad un nuovo concreto orientamento di vita (Conversione).
L’autorità e la potenza di Gesù si manifestano, sin dall’inizio del suo ministero, oltre che con la Parola anche con l’esorcismo. Nella sinagoga si trova un uomo posseduto da uno “spirito impuro”. Si usa l’espressione “spirito impuro” per sottolineare che tra Dio e il diavolo esiste incompatibilità assoluta perchè questi si oppone alla santità di Dio e rende l’uomo, creatura di Dio, schiavo del male, distrugge la sua dignità e gli impedisce di essere veramente se stesso. Lo spirito del male avverte la presenza di Gesù e poiché si sente minacciato gli dichiara una vera e propria guerra.
In questo miracolo di liberazione è presente un aspetto sconcertante. Mentre gli uomini si interrogano sulla identità di Cristo, si chiedono: “Chi è costui?” il demonio dimostra di conoscere molto bene chi gli sta dinnanzi. Infatti lo apostrofa con le parole: “Io so chi tu sei: il Santo di Dio”.
Gesù anziché dare spazio a questo riconoscimento, impone il silenzio al demonio: “Taci!”. Per quale ragione? Perché si scopre la vera identità di Gesù solo se si accetta di porsi alla sua sequela, di camminare dietro a Lui per condividere la sua vita, tutta la sua vita. Dire con troppa facilità o con superficialità che Gesù è “il Figlio di Dio” può essere un’operazione demoniaca. E’ solo ai piedi della croce, cioè nel momento della prova e della sofferenza, come è avvenuto per il centurione romano, che la professione di fede: “Gesù tu sei il Figlio di Dio”, trova il suo vero significato e la sua autenticità.
Cristo infrange il potere di satana con una sola parola: “Esci da lui!”. In questo modo dimostra la sua potenza e la sua signoria. Con la venuta di Gesù il mondo, finalmente, cambia “padrone” ed il Regno di Dio comincia la sua espansione.
Combattere contro il male che è in noi e fuori di noi e contribuire a rendere presente il Regno di Dio qui su questa terra è la grande missione della Chiesa.
Voi cari Ministri Straordinari dell’Eucarestia venite associati in modo particolare a questa missione perché, per mandato pubblico, vi ponete al servizio dei tesori più preziosi che possiede la Santa Madre Chiesa: l’Eucarestia e le persone che soffrono e che vivono sole.
Voi siete chiamati “Ministri Straordinari”. “Straordinario” sta ad indicare che il vostro servizio non è stabile in quanto non vi viene affidato una volta per sempre. Tuttavia io vi suggerisco un altro significato da attribuire a questo aggettivo. Vorrei che foste “Ministri straordinari” per il modo con cui interiorizzate ed esercitate il vostro servizio. Quindi straordinario nell’entusiasmo, straordinario nell’impegno, straordinario nella generosità. Straordinario nell’amore all’Eucarestia, straordinario nell’attenzione ai sofferenti.
A questo riguardo permettetemi un’annotazione: quando vi recate nelle case dei malati o degli anziani fate continuamente memoria che non solo portate Gesù, ma andate a servire Gesù e quindi non abbiate fretta, non lasciatevi prendere dall’ansia di finire quanto prima il vostro giro, ma date tempo, ascolto, attenzione e premura alle persone.
Siete chiamati, come suggerisce il Rito di Istituzione, ad essere segno visibile dell’amore di Cristo verso i sofferenti di oggi: “Poiché distribuirete agli altri l’Eucarestia, sappiate esercitare la carità fraterna, secondo il precetto del Signore, che nel dare in cibo ai discepoli il suo stesso corpo, disse loro: Questo è il mio comandamento, che vi amiate l’un l’altro come io ho amato voi”.
Vi immagino già per le strade della vostra parrocchia con la teca che stringete tra le mani pronti a portare ai fratelli la consolazione che viene da Cristo.
Grazie! Grazie! Grazie! dunque per la vostra disponibilità. Nel libro del profeta Isaia troviamo queste parole: “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunci…”. Mi piace attualizzare così questo messaggio: “Come sono belli, in mezzo alle nostre comunità, i piedi di coloro che portano Gesù”.
Se Cristo parla in nome di Dio, la sua Parola, allora, va accolta senza riserve, senza pregiudizi e nella tua integrità, indipendentemente da quello che piace o che si sente più conforme alla propria sensibilità o formazione. L’atteggiamento giusto di fronte al Signore che parla è fatto di ascolto obbediente per lasciarsi afferrare, scuotere e condurre ad un nuovo concreto orientamento di vita (Conversione).
L’autorità e la potenza di Gesù si manifestano, sin dall’inizio del suo ministero, oltre che con la Parola anche con l’esorcismo. Nella sinagoga si trova un uomo posseduto da uno “spirito impuro”. Si usa l’espressione “spirito impuro” per sottolineare che tra Dio e il diavolo esiste incompatibilità assoluta perchè questi si oppone alla santità di Dio e rende l’uomo, creatura di Dio, schiavo del male, distrugge la sua dignità e gli impedisce di essere veramente se stesso. Lo spirito del male avverte la presenza di Gesù e poiché si sente minacciato gli dichiara una vera e propria guerra.
In questo miracolo di liberazione è presente un aspetto sconcertante. Mentre gli uomini si interrogano sulla identità di Cristo, si chiedono: “Chi è costui?” il demonio dimostra di conoscere molto bene chi gli sta dinnanzi. Infatti lo apostrofa con le parole: “Io so chi tu sei: il Santo di Dio”.
Gesù anziché dare spazio a questo riconoscimento, impone il silenzio al demonio: “Taci!”. Per quale ragione? Perché si scopre la vera identità di Gesù solo se si accetta di porsi alla sua sequela, di camminare dietro a Lui per condividere la sua vita, tutta la sua vita. Dire con troppa facilità o con superficialità che Gesù è “il Figlio di Dio” può essere un’operazione demoniaca. E’ solo ai piedi della croce, cioè nel momento della prova e della sofferenza, come è avvenuto per il centurione romano, che la professione di fede: “Gesù tu sei il Figlio di Dio”, trova il suo vero significato e la sua autenticità.
Cristo infrange il potere di satana con una sola parola: “Esci da lui!”. In questo modo dimostra la sua potenza e la sua signoria. Con la venuta di Gesù il mondo, finalmente, cambia “padrone” ed il Regno di Dio comincia la sua espansione.
Combattere contro il male che è in noi e fuori di noi e contribuire a rendere presente il Regno di Dio qui su questa terra è la grande missione della Chiesa.
Voi cari Ministri Straordinari dell’Eucarestia venite associati in modo particolare a questa missione perché, per mandato pubblico, vi ponete al servizio dei tesori più preziosi che possiede la Santa Madre Chiesa: l’Eucarestia e le persone che soffrono e che vivono sole.
Voi siete chiamati “Ministri Straordinari”. “Straordinario” sta ad indicare che il vostro servizio non è stabile in quanto non vi viene affidato una volta per sempre. Tuttavia io vi suggerisco un altro significato da attribuire a questo aggettivo. Vorrei che foste “Ministri straordinari” per il modo con cui interiorizzate ed esercitate il vostro servizio. Quindi straordinario nell’entusiasmo, straordinario nell’impegno, straordinario nella generosità. Straordinario nell’amore all’Eucarestia, straordinario nell’attenzione ai sofferenti.
A questo riguardo permettetemi un’annotazione: quando vi recate nelle case dei malati o degli anziani fate continuamente memoria che non solo portate Gesù, ma andate a servire Gesù e quindi non abbiate fretta, non lasciatevi prendere dall’ansia di finire quanto prima il vostro giro, ma date tempo, ascolto, attenzione e premura alle persone.
Siete chiamati, come suggerisce il Rito di Istituzione, ad essere segno visibile dell’amore di Cristo verso i sofferenti di oggi: “Poiché distribuirete agli altri l’Eucarestia, sappiate esercitare la carità fraterna, secondo il precetto del Signore, che nel dare in cibo ai discepoli il suo stesso corpo, disse loro: Questo è il mio comandamento, che vi amiate l’un l’altro come io ho amato voi”.
Vi immagino già per le strade della vostra parrocchia con la teca che stringete tra le mani pronti a portare ai fratelli la consolazione che viene da Cristo.
Grazie! Grazie! Grazie! dunque per la vostra disponibilità. Nel libro del profeta Isaia troviamo queste parole: “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunci…”. Mi piace attualizzare così questo messaggio: “Come sono belli, in mezzo alle nostre comunità, i piedi di coloro che portano Gesù”.