Lo Spirito del Signore è su di me .
Cari sacerdoti e diaconi, queste poche parole dicono che ciò che è avvenuto in ciascuno di noi il giorno della nostra ordinazione è qualcosa di straordinario. Siamo stati investiti di una nuova qualificante presenza dello Spirito Santo che ci ha configurato a Cristo, per continuare nel mondo la sua missione.
E poiché non riusciremo mai a capire abbastanza chi siamo, dal momento che con il sacerdozio ministeriale siamo entrati in un particolare rapporto con Gesù – rapporto che non è mai esaurito – viene spontanea la domanda: Ma perché proprio a me Signore? . La risposta di Dio la troviamo nel Salmo: Io ti ho trovato, mio servo, ti ho consacrato con il mio santo olio, la mia mano è il tuo sostegno e il mio braccio è la tua forza (Ps. 89.21).
Per comprendere qualcosa del nostro sacerdozio e della nostra identità sacerdotale è necessario fare costantemente riferimento alla duplice relazione che esso stabilisce.
La prima relazione è quella con Cristo. Lo sappiamo, perché ci è stato ben insegnato, che nella economia della salvezza esiste un solo sacerdozio ed un solo Mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo. Tuttavia, in virtù del sacramento dell Ordine, le mani di Dio si sono posate su ciascuno di noi e siamo divenuti partecipi dell unico Sacerdozio del Suo Figlio.
E da quel giorno, pur nella nostra fragilità e debolezza, Cristo come ha affermato Paolo VI – ci è divenuto necessario perchè non solo rappresentiamo Cristo, non solo esercitiamo il suo ministero, ma siamo uniti a Cristo, viviamo Lui.
La vocazione è Lui! Lui il nostro Tesoro vita!
Questo ci porta a riconoscere che il primo annuncio del Vangelo non è fatto di tante iniziative, ma di sacerdoti che quando parlano del Signore gli occhi brillano d amore e di gioia; di sacerdoti che testimoniano che Gesù Cristo, vivo e presente, cambia la vita; di sacerdoti che sono pieni di stupore perché per loro con loro ed in loro Cristo continua a pregare il Padre, a immolarsi nel sacrificio eucaristico, a santificare le anime; di sacerdoti che con la loro obbedienza, povertà e castità, vissute a 360 gradi, riflettono Cristo, tutto proteso a fare la volontà del Padre e a spendersi per le anime.
La seconda relazione è con la Chiesa, con il Vescovo, con il Popolo di Dio, con le anime, e anche con il mondo. Il sacerdote è una persona che non vive più per se stessa, è per il ministero nel Corpo Mistico di Cristo fino al sacrificio di sé, come Gesù sulla Croce.
Ci sono tante persone che necessitano della presenza del sacerdote. Certo, una volta esse venivano spontaneamente a ricercare aiuto, consiglio, conforto, il perdono di Dio…
Oggi, il contesto nel quale viviamo il nostro essere preti e diaconi è molto cambiato, ma lamentarci è inutile, lasciarci prendere dallo sconforto è mancanza di fede, tirare i remi in barca è messa in discussione della Provvidenza di Dio. Non diciamo mai che la nostra vita è alienata ed inutile; non disertiamo il posto di prima linea che è nella Chiesa!.
E dunque è più che mai necessario chiedere, ogni giorno, al Signore la grazia di sapere leggere nel cuore della nostra gente, senza stancarci, senza lasciarci bloccare da atteggiamenti critici o negativi e che prendiamo sul serio il Suo mandato: Andate!
Per costruire relazioni con le persone e tra di noi, cominciamo da dove sappiamo essere desiderati e attesi. Gli ammalati negli ospedali, gli ospiti nelle case protette, le persone anziane nelle loro case, i poveri, i giovani aspettano l incontro del sacerdote che comunichi loro l amore che parte dal cuore stesso di Cristo.
Si tratta di una responsabilità molto grave, che liberamente abbiamo assunto con il nostro sì. Ma sappiamo anche che non siamo soli a portarla. Se viviamo con fedeltà e amore il nostro sacerdozio potremo anche sentire la verità delle parole di Gesù: il mio giogo è soave e il mio peso leggero .
Emergono alla luce di questa riflessione alcuni interrogativi: Dedico tempo alla preghiera personale e alla meditazione. Ho il gusto della Liturgia delle Ore e della celebrazione quotidiana dell Eucarestia ben fatta e curata? Come vivo la mia obbedienza, castità, povertà?
Cari sacerdoti torniamo per un momento all entusiasmo e al fervore della nostra prima Santa Messa e alla meravigliosa e misteriosa storia di grazia e d amore scritta dal Signore nel segreto delle nostre anime e poi guardiamo avanti, verso Gesù che ci precede. Le parole di San Paolo: So in chi ho creduto ci devono dare audacia e allontanare da noi scoraggiamento o sfiducia.
E quanto chiediamo al Signore particolarmente per chi tra noi ringrazia il Signore per una tappa significativa del proprio cammino sacerdotale. Il nostro augurio è per don Luciano Ferrari che ricorda i 60 anni della sua ordinazione; per don Roberto Bianchini, don Carlo Gasperi, don Silvano Rettighieri e don Carlo Truzzi che festeggiano le nozze d oro di sacerdozio
Cari fratelli, avanti, sempre lieti e sereni, in nomine Domini .