Omelia nella Santa Messa della Notte di Natale

24-12-2013

Martedì 24 dicembre 2013

Rolo, chiesa parrocchiale

 

Tutte le letture delle tre messe di Natale, anche se con prospettive diverse, vogliono aiutarci a comprendere il senso del Natale e a scoprire l identità del bambino che festeggiamo.

Il brano di vangelo di questa notte ci racconta la nascita nella storia di Gesù a Betlemme. L avvenimento è caratterizzato da un grande contrasto. Da una parte la storia dell umanità che segue il suo corso naturale con il potente di turno, l imperatore Augusto; con due genitori, poveri, che non avendo raccomandazioni umane non riescono a trovare un alloggio decoroso; con la nascita di un bambino che inizia il suo cammino terreno in una stalla.

Dall altra parte lo splendore della luce celeste e l apparizione degli angeli che annunciano ai pastori una grande gioia. Dunque, in questa notte, così simile a tante altre, è in realtà successo qualcosa di nuovo, di straordinario, di grandioso, di unico.

San Paolo, nella seconda lettura, scrivendo al suo discepolo Tito, convertito dal paganesimo, dice chi è questo bambino nato a Betlemme nella povertà. E Dio stesso, il quale è venuto per porre fine alla paura e al terrore in cui l uomo vive ed offrirgli la possibilità di godere della giustizia, della pace e della gioia frutto della presenza di Dio in mezzo a noi.

Il Natale è Dio con noi, il quale ha avuto l infinita bontà di venirci incontro, anzi di giungere da noi fino a diventare uomo e conversare con noi (cfr. Bar.3.38).

Egli, in questa santa notte, a chi si sente stanco, solo, sfiduciato, a chi ha il cuore chiuso, a chi è refrattario alla fede, a chi si sente devastato moralmente e spiritualmente rivolge un pressante appello: Venite! , Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò (Mt 11.28). Il Signore può ristorarci perché Lui è l uomo per eccellenza, il primogenito di ogni creatura , il Maestro, il fratello di tutti, l avvocato dei poveri, l amico dei piccoli, il compagno dei sofferenti, il redentore dei peccatori, in una parola il nostro Salvatore.

Questo Re, questo unico Salvatore, a differenza di tutti gli altri, non chiede nulla per sé. Nel corso della storia dell umanità tanti si sono presentati dicendo: Sono io l uomo giusto. Io conosco la via. Io penserò alla giustizia. Io vi farò avere il paradiso. Voi dovete soltanto ascoltarmi, seguirmi, scegliermi e concedermi tutti i poteri . Non capisce nulla del cristianesimo chi non comprende che la sequela di Gesù non è innanzitutto una fatica, una rinuncia per raggiungere un premio, ma è il centuplo, è pienezza di umanità. Nel cristianesimo non è l uomo che cede qualcosa a Dio, ma è Dio che si offre, che dona la vita per noi, per il nostro bene e la nostra  felicità. Per chi accoglie questo bambino, nato nella stalla, inviato come il Salvatore, dall amore e dalla misericordia di Dio, non c è più buio, incertezza ed ansia, ma luce, ferma speranza, gioia e pace.