Nell’omelia della Messa dell’Epifania monsignor Tinti ha voluto spiegare i due aspetti fondamentali di questa solennità in rapporto al Natale. L’Epifania è innanzitutto illuminazione del mistero dell’incarnazione. ‘Ciò che è avvenuto nella notte di Betlemme ‘ ha detto il Vescovo – è avvenuto nel silenzio e non ha avuto risonanza nella società. Qualcuno potrebbe dedurne che la salvezza di Dio deve restare nascosta; e quindi potrebbe arrivare a pensare che anche
In secondo luogo l’Epifania è pieno compimento del Natale, in cui ‘abbiamo adorato Dio che è venuto a incontrarci’, mentre all’arrivo dei Magi ‘ci rendiamo conto che anche l’uomo deve muoversi in risposta al suo Dio’ perché il Signore per primo ‘ha preso l’iniziativa’. Dunque ‘se Dio è venuto fino a noi nel Natale, è giusto e doveroso che anche noi tentiamo di andare a lui, uscendo da una vita spesso forse superficiale e pigra. E’ l’esempio e l’incitamento che viene dai Magi’. Infatti, ha sottolineato monsignor Tinti, trovano veramente Dio coloro che ‘sanno guardare non solo in terra ma anche in cielo’, che ‘hanno il coraggio di lasciare le abitudini di comodità, di vita mediocre, di incoerenza morale, per obbedire alla voce della coscienza che propone uno stile di vita più sobrio ed essenziale e la ricerca di ideali più elevati’. Infine trovano Dio coloro che ‘come i Magi, per amore della verità e della giustizia, non temono di sfidare la mentalità più diffusa e non si lasciano intimidire dalle ironie di chi vive ricurvo sulla terra, ripiegato sul proprio egoismo e non può tollerare chi invece ha deciso di raddrizzarsi e di innalzare il suo sguardo al cielo’.