Interverrà il professor Pier Paolo Bellini, docente presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche Sociali e della Formazione presso l’Università degli Studi del Molise.
Si possono inviare domande al professore all’indirizzo: info@gliargonauti-carpi.org
Sarà possibile assistere all’incontro in streaming ed intervenire con domande nella diretta live sulla pagina facebook “Associazione culturale Gli Argonauti” e visibile tramite il link youtube https://www.youtube.com/channel/UCKdOzuPhmt_sdQdbbDR7vIA
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“La società sempre più globalizzata ci rende vicini ma non ci rende fratelli”, così si legge nell’ultima Lettera Enciclica di Papa Francesco. “Fratelli tutti“: proprio a partire da questo richiamo di San Francesco d’Assisi vorremmo dialogare su quello che i sociologi definiscono “capitale sociale” e il Papa propone quale “fraternità aperta” o “amicizia sociale”.
Julián Carrón nel suo sintetico e prezioso libretto Il risveglio dell’umano (BUR, Milano 2020) fa una sintesi chiara e appassionata di quanto stiamo vivendo, citando poeti, scrittori, giornalisti che, come lui e spero anche come noi, hanno tentato di capire più che parlare, si sono posti domande più che paventare facili soluzioni.
Uno di questi, Ilvo Diamanti, su La Repubblica scrive: “Viviamo nel ‘tempo della paura’. (…) Perché l’in-Sicurezza, l’in-Certezza, ci accompagnano da molti anni. Probabilmente, da sempre. (…) Così la paura è entrata nella nostra vita. Nel nostro mondo. Molto prima che irrompesse il Covid. (…) Lontani dagli altri. Sempre più soli. (…) Rischiamo di perdere la speranza. E noi stessi”.
Ma, “soccombere alla paura, non è l’unica via”, dice J. Carrón, “questo tempo sospeso può essere l’occasione per ricentrarci sull’essenziale, per provare a capire le sfide del nostro tempo. (…) L’irruzione potente della realtà ha fatto riemergere in tutta la sua portata quell’esigenza di capire che chiamiamo ‘ragione’. A volte, per le fatiche della vita o per pigrizia, arrestiamo il cammino dello sguardo e ci fermiamo all’apparenza, rimaniamo alla superficie delle cose, come se tutto il mondo si esaurisse nei luoghi comuni che respiriamo o in ciò che vediamo attraverso il buco della serratura della nostra misura razionalista: una misura angusta, troppo piccola, e alla fine soffocante. Solo l’impatto – accettato – con la realtà può spalancare nuovamente la ragione. È sempre un contraccolpo a far si che i nostri occhi si aprano. (…) Quanto più una realtà ci colpisce e ci interessa, tanto più lo sguardo della ragione si acuisce, non si accontenta di soluzioni a buon mercato.”
Le proposte dell’Associazione Culturale “Gli Argonauti” vogliono essere un piccolo aiuto a cogliere la provocazione che proviene dalla realtà e da uomini interessati alla vita e alla comunità umana.
Papa Francesco il 27 marzo 2020 in una piazza San Pietro deserta ha rivolto il Suo accorato appello: “ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati (…). La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti.”
Dentro a questo dramma ci accomuna la ricerca di un senso, ci sentiamo interpellati a dare il nostro contributo.
Ripartire non sarà possibile solo sulla base di aiuti economici.
Scriveva Eliot: “Che vita è la vostra se non avete vita in comune? Non esiste vita se non nella comunità”.
Occorre riscoprire il valore della comunità a cui apparteniamo ma soprattutto chiederci: da dove nasce, su cosa è fondata, cosa le permette di essere tale?
Dialogheremo su questo con il Prof. Pier Paolo Bellini, docente presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche Sociali e della Formazione presso l’Università degli Studi del Molise.
Domenica 8 novembre, ore 17.
Siete invitati!
Gli Argonauti