Don Roberto Bianchini nasce a Mortizzuolo di Mirandola il 14 ottobre 1940 da Azelio e Rita Romani, e viene battezzato il 20 ottobre successivo; parlando con lui si sentiva il suo orgoglio di provenire da una terra che ha dato alla diocesi tanti sacerdoti, alla quale è sempre rimasto legato coltivando amicizie e conoscenze nate fin da bambino. Entra nel seminario diocesano e completati gli studi teologici viene ordinato sacerdote a Mortizzuolo il 28 giugno 1964. Ricordava come il vescovo Prati avesse accettato volentieri di ordinarlo nella sua parrocchia di origine (come fece per gli altri tre sacerdoti ordinati tra il 28 e il 29 giugno dello stesso anno, ognuno nella propria parrocchia) e di quanto solenne e partecipato fosse stato quel giorno. Inizia il ministero pastorale come cappellano a Rovereto, per passare poi in Cattedrale e a Mirandola. I molti impegni assunti in diocesi lo vedono costretto a lasciare, su suggerimento del vescovo, gli studi accademici a Roma tesi al conseguimento del dottorato in diritto canonico. Negli anni romani don Bianchini ha modo di conoscere personalità importanti e alti prelati, che spesso invitava in parrocchia in occasione di particolari eventi. A Roma frequenta anche monsignor Romano Rossi, originario di Rolo e insegnante al Laterano, persona colta e di grande intelligenza con la quale don Roberto manterrà una autentica amicizia per tutta la vita. La prima grande esperienza pastorale arriva con la nomina a vice parroco di Quartirolo, essendo parroco don Nellusco Carretti. Insieme promuovono iniziative, curano attività parrocchiali, favoriscono lo scautismo molto presente in parrocchia, restaurano la canonica e attendono al dinamismo che da sempre caratterizza la parrocchia di Quartirolo. Qui don Roberto viene apprezzato per l’organizzazione, l’attenzione alle persone e la collaborazione con il parroco e le varie componenti pastorali.
Questa esperienza gli torna proficua il 2 marzo 1974 quando il vescovo Artemio lo nomina parroco del Corpus Domini. Don Roberto ha sempre detto che si è recato a vedere dove fosse questa nuova ed erigenda parrocchia della periferia a sud di Carpi trovando solamente le colonne in cemento che spuntavano dalle fondamenta. Era tutto da costruire e organizzare. Non si perse d’animo e iniziò i lavori. La prima chiesa venne ricavata nel salone della canonica, sede anche delle attività pastorali che don Roberto volle da subito per poter rendere viva la parrocchia. Azione cattolica, catechismo, Consiglio pastorale ed economico furono i primi elementi che nacquero con la parrocchia, voluti espressamente dal parroco per fare comunità. Si aggiunse la sagra parrocchiale come momento di aggregazione che interessava tutto il quartiere in via di espansione. Finalmente, nel 1980, il cardinal Pignedoli dedica la nuova chiesa parrocchiale eretta con grandi sacrifici e sforzi economici (è lo stesso don Roberto che amplia il progetto iniziale, che prevedeva l’edificio molto più piccolo). Negli anni successivi dota la chiesa dell’arredo e delle suppellettili sacre, pensate con gusto artistico e finezza di particolari, ancora oggi elementi che rendono significativa un’aula ecclesiale concepita con criteri moderni.
Il 1 settembre 1985 diventa parroco di San Francesco d’Assisi in Carpi ed anche qui continua nella linea organizzativa consolidata al Corpus Domini. Intesse buoni rapporti con la comunità parrocchiale e crea una efficace sintonia con i collaboratori nelle diverse branche pastorali. Con particolare attenzione cura il decoro della chiesa intervenendo nelle strutture e restaurando dipinti e suppellettili; solenni e importanti erano le liturgie celebrate nel monumentale tempio, alle quali don Roberto dedicava interessamento ed impegno, convinto di lodare il Signore nel suo tempio santo. Per la sua chiesa pensa ad una guida storico-artistica che viene curata da esperti e data alle stampe, inoltre dà nuova vita alla Sagra della Madonna della Rosa.
Uomo di preghiera e di fede era riferimento per quanti si avvicinavano a lui per un consiglio e la direzione spirituale. Apprezzato insegnante di religione nelle scuole, ha saputo creare un buon rapporto con gli studenti che spesso continuavano a passare per la canonica o la chiesa per un saluto e una parola.
Dietro ad un apparente carattere rigido e severo, si nascondeva un uomo dai sentimenti paterni e delicati. Dotato di raffinato eloquio sapeva commentare la Parola con particolare efficacia. La propensione all’organizzazione lo vede primo presidente dell’Istituto diocesano sostentamento clero, poi vicario episcopale per l’amministrazione dei beni ecclesiastici, consultore, consigliere presbiterale, presidente Aceg, membro del Consiglio diocesano per gli Affari economici, membro del Comitato Festa del Patrono di Carpi. Con il terremoto del 2012 la chiesa di San Francesco viene chiusa e le funzioni passano nella vicina San Bernardino da Siena. Il nostro avrebbe desiderato rivedere aperta la sua chiesa, ma i tempi e le circostanze non lo hanno permesso. Compiuti i settantacinque anni di età rimette l’ufficio di parroco nelle mani del vescovo, che lo nomina amministratore parrocchiale di Sant’Antonio in Mercadello. Sabato 7 luglio scorso l’improvvisa chiamata del Signore presso di sé, alla quale don Roberto ha risposto prontamente lasciando sgomenti parenti, amici e confratelli.
Ci piace pensarlo adesso nella pace del Signore, intento a celebrare la liturgia del cielo nella gioia della vita eterna.
Andrea Beltrami