In Duomo la Messa presieduta dal cardinale Zuppi

Noi siamo comunità

di Virginia Panzani

Una Messa domenicale fuori dall’ordinario. Nel Duomo di Mirandola, lo scorso 26 maggio, solennità della Santissima Trinità, il cardinale Matteo Zuppi ha presieduto alle 9 la Santa Messa a cui partecipano numerosi, come di consueto, i parrocchiani, insieme ai gruppi scout Mirandola 1 e Mirandola 2, che animano la liturgia. L’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha così incontrato la comunità, quale ospite della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, prima di essere insignito del Premio Pico nella stessa mattinata. Presenti alla celebrazione il sindaco, Alberto Greco, le autorità civili, e il Cda della Fondazione con il presidente Francesco Vincenzi e il segretario generale Cosimo Quarta.

Dopo il benvenuto grato del parroco don Fabio Barbieri, il Cardinale ha introdotto la solennità della Trinità, un mistero non certo semplice da spiegare, ma che può essere colto e riassunto dalle parole amore e comunità. E come esempio di quanto sia importante la comunità ha ricordato quella comunione di intenti sperimentata a seguito del sisma del 2012 di cui proprio in questi giorni ricorre il dodicesimo anniversario. “Lo stesso vale – ha sottolineato – anche di fronte ai cataclismi personali della vita quotidiana, una malattia improvvisa, la perdita di una persona cara… Se c’è la comunità cambia tutto”.

Una riflessione proseguita nell’omelia, a partire da una frase pronunciata da Papa Francesco all’Arena di Pace a Verona lo scorso 18 maggio: “Solo se noi siamo, io sono”. “Solo quando noi siamo comunità capiamo chi siamo, dove siamo, dove andiamo, il senso della nostra esistenza”,

ha affermato Zuppi, “Dio è amore, non sta da solo, è comunità, è tre persone unite in un legame d’amore. Ciascuno di noi è fatto ad immagine di Dio, dunque ciascuno di noi è comunità”. E l’amore, ha sottolineato, “è farsi dono al prossimo, un donarsi che non è perdersi, sacrificarsi, ma trovare se stessi. Donardon si agli altri con amore rende felici, ci fa cambiare, ci rende migliori. L’amore si rigenera continuamente e non finisce mai”.

Sta dunque in questo la bellezza del mistero della Trinità, che è tutto il contrario dell’individualismo, del sentire, oggi diffuso, di bastare a se stessi, di poter fare da sé. “Viviamo tempi di divisione e di guerre. C’è un bisogno enorme di uomini e donne di pace – ha concluso Zuppi – che sappiano ‘pensarsi insieme’, disarmando prima di tutto il cuore, e amare il prossimo trovando se stessi, come ci chiede l’amore di Dio”. Al termine della celebrazione il Cardinale ha ringraziato le autorità, il coro dei gruppi scout Mirandola 1, 2 e Masci, ricordando l’imminente centenario dello scautismo nella Diocesi di Carpi, il 50° dell’Agesci e dando appuntamento ai capi alla Route nazionale delle Comunità Capi che si svolgerà in agosto a Verona.