Giubileo 2025: testimoni di speranza, in cammino verso l’“incontro definitivo” con Dio.

Quella meta da raggiungere
Ne parla monsignor Rino Fisichella introducendo il grande evento

di Virginia Panzani

Ogni Anno Santo comincia con l’apertura della Porta Santa e si conclude con la sua chiusura. Il Giubileo 2025 – il 27° “ordinario” nella storia della Chiesa – inizierà il prossimo 24 dicembre, alle 16.30, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, che sarà chiusa il 24 dicembre 2025. Oltre alle celebrazioni, il programma degli eventi – consultabile sul sito https://www.iubilaeum2025. va/ – è ricchissimo: ogni incontro sarà un’occasione per approfondire la fede, vivere la comunione fraterna e discernere le sfide del mondo contemporaneo. Un invito a tutti i fedeli a camminare insieme come “pellegrini di speranza” – questo il motto dell’Anno Santo – testimoniando la luce del Vangelo nel cuore della società. Da notare che il primo evento di rilievo in calendario sarà il Giubileo del mondo della comunicazione, che si terrà a Roma dal 24 al 26 gennaio 2025 in concomitanza con la festa del patrono dei giornalisti San Francesco di Sales – per riflettere sul ruolo dei media nel mondo contemporaneo e per incoraggiare tutti coloro che operano nella comunicazione a portare avanti un messaggio di verità e di speranza.

32 milioni di pellegrini: è la stima di quanti si recheranno a Roma nell’Anno Santo. Tuttavia, “il Giubileo non si giudica dai numeri, ma dall’intensità con cui si vive questa esperienza spirituale”, ha dichiarato, alla conferenza stampa di presentazione del grande evento, monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero dell’evangelizzazione, sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e responsabile dell’organizzazione del Giubileo. Ed ha ricordato che da quando Papa Bonifacio VIII istituì il primo Anno Santo nel 1300, il popolo dei fedeli ha sempre vissuto l’evento come un dono speciale di grazia, caratterizzato dal perdono dei peccati e dall’indulgenza, manifestazioni della misericordia divina. Dunque, ha sottolineato il Pro-prefetto, “il Giubileo ha bisogno della partecipazione di tutti, perché siamo tutti pellegrini della speranza”.

Proprio monsignor Monsignor Fisichella ha concluso, con il suo intervento, la 74ª Settimana liturgica nazionale, svoltasi a Modena dal 26 al 29 agosto scorsi. A margine di questa occasione, intervistato da Notizie, ha offerto alcuni spunti di riflessione sul Giubileo.

Monsignor Fisichella, il motto dell’Anno Santo 2025, è “pellegrini di speranza”. In che cosa si differenzia la speranza cristiana rispetto, ad esempio, all’ottimismo, ad uno sguardo genericamente “positivo” sul futuro?
Se ricorda, durante la pandemia, si diceva “andrà tutto bene”, ma, a dire il vero, non è proprio andato tutto bene… Credo che si debba fare una distinzione tra le “speranze” al plurale, quelle a cui ci aggrappiamo nel momento presente, e la “speranza” al singolare, quella di cui quale il mondo di oggi ha così bisogno e che non è semplicemente il desiderio che cessino le guerre e le violenze, ma la speranza di un cambiamento radicale che veda le persone in un contesto di relazioni che generano fraternità e dignità. Noi credenti parliamo più spesso di fede e di carità che di speranza. Invece, quest’ultima è importante al pari delle altre due, perché ci permette di camminare verso Dio. Se vogliamo essere capaci di dare l’annuncio della fede oggi, dobbiamo rivestirlo di un linguaggio che parli di speranza. Ciò comporta un cammino personale e comunitario ed è per questo che siamo pellegrini.

Soffermandoci sull’altra parola che compone il motto del Giubileo, ovvero “pellegrini”, cosa ci può dire al riguardo?
Non dobbiamo dimenticare che la condizione del pellegrino è immagine della vita, dell’esistenza umana. L’uomo è in cammino: un celebre filosofo francese contemporaneo, Gabriel Marcel, aveva definito già nel dopoguerra l’essere umano come “homo viator”, cioè ha avuto la grande intuizione di evidenziare come la vita di ogni persona, credente o non credente, sia appunto l’essere in cammino. Il pellegrino però si distingue. Si può essere infatti in cammino ma erranti, senza sapere dove andare. Il pellegrino ha una meta da raggiungere. Per lui la vita deve avere un senso, una direzione, ecco perché diventa un pellegrinaggio. Dunque, siamo in cammino e abbiamo una meta da raggiungere, che è l’incontro definitivo con il Signore Gesù. Il pellegrinaggio può essere uno strumento per riflettere sulla nostra esistenza, per ritornare in noi stessi e per capire che abbiamo bisogno del Signore Gesù. Questo è lo scopo del Giubileo.

INIZIATIVE

Anno della preghiera
Il 2024 è l’Anno della preghiera, periodo fortemente voluto da Papa Francesco in preparazione all’Anno Santo 2025. “I prossimi mesi ci condurranno all’apertura della Porta Santa, con cui daremo inizio al Giubileo. Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio. Per questo iniziamo oggi l’Anno della preghiera, cioè un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo” (Papa Francesco, Angelus, 21 gennaio 2024). Pubblichiamo di seguito alcune delle iniziative proposte dalle parrocchie e zone pastorali della Diocesi.

Cattedrale
Ogni domenica, nella Cattedrale di Carpi, dopo la Messa delle 18, Adorazione eucaristica fino alle 19.45 animata dalle Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima.

Seconda zona pastorale
Domenica 6 ottobre, dalle 15.30 alle 18, a Panzano, si terrà il ritiro per educatori, educatrici, catechisti, catechiste, capi scout della seconda zona pastorale (Quartirolo, Corpus Domini, Santa Croce, Gargallo, Panzano) sul tema “Pellegrini di speranza”, guidati da don Severin Ngueliassi. L’iniziativa segue l’Adorazione eucaristica guidata dalle parrocchie della seconda zona a Santa Croce lo scorso 14 settembre.

San Bernardino Realino
A partire da ottobre, nella parrocchia di San Bernardino Realino, saranno distribuite settimanalmente ai fedeli alcune catechesi sulla preghiera di papa Benedetto XVI e di papa Francesco. Ogni settimana il giovedì sera, al termine dell’Eucarestia delle 18.30, si terrà un momento di Adorazione, spiega il parroco don Mauro Pancera, “come riscoperta di questa forma di preghiera. Inoltre, cercheremo anche di ‘riscoprire’ i segni e i gesti dell’Eucarestia così da comprenderli meglio. Abbiamo poi una brochure, che lasceremo sempre ai fedeli, con il significato del Giubileo, la spiegazione del logo e la preghiera che ci accompagnerà durante l’anno giubilare”.