COMUNICATO STAMPA
Reliquia Focherini
Al termine della celebrazione per la memoria liturgica del Beato carpigiano, la teca contenente la sua fede nuziale è stata collocata sull’altare dedicato a Santo Stefano nella Cattedrale di Carpi
“Ora qui c’è un posto speciale per chi vorrà pregare per la pace!”. Emozione e commozione hanno accompagnato la solenne e definitiva collocazione della reliquia del beato Odoardo Focherini nella Cattedrale di Carpi, avvenuta il 4 giugno al termine della celebrazione eucaristica per la memoria liturgica del Beato carpigiano. A presiedere il rito il vicario generale della diocesi di Carpi, mons. Gildo Manicardi, con altri sacerdoti concelebranti e diaconi. È dal 2017, con la riapertura della Cattedrale, che si era in attesa di uno spazio dedicato per la devozione al Beato Focherini dove vedere esposta decorosamente la reliquia, che, come noto, è rappresentata dalla fede nuziale, collocata all’interno di una composizione artistica ricca di simboli che richiamano alla vita del martire, primo fra tutti, il matrimonio con la moglie Maria e la sua famiglia. È stato il nipote Luca Semellini, orafo di professione e tra gli ideatori del reliquiario, a deporlo nell’altare della cappella laterale, nella navata di destra, dedicata al primo martire Santo Stefano, dopo una breve processione accompagnata dalla figlia del Beato Paola, e da Luigi Lamma, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali, a rappresentare idealmente la realtà del giornalismo cattolico. Don Luca Baraldi, responsabile della commissione diocesana di arte sacra, ha brevemente illustrato gli elementi che caratterizzano il progetto realizzato dall’architetto Paola Pecorari, dove spicca la copertura dell’altare con una leggera lamina metallica nella quale sono incastonate oltre cento piccole luci a significare le persone salvate da Focherini, e appena sopra alla base della grande pala che raffigura il primo martire cristiano, un tondo in terracotta con il ritratto del beato Odoardo con un ramo d’ulivo, opera dell’artista Nicola Biondani.
da sinistra, mons. Gildo Manicardi, don Luca Baraldi, Paola Pecorari, Nicola Biondani, Sandra Losi, direttore dell’Ufficio diocesano beni culturali.