La Veglia missionaria diocesana
La carità, anima della Missione
Sabato sera la Cattedrale di Carpi ha ospitato la Veglia missionaria diocesana, momento centrale del mese di ottobre che di consueto è dedicato alle iniziative di preghiera e di sostegno a favore dei missionari della Diocesi. A presiederla il vescovo Elio Tinti, a condurla don Fabio Barbieri, direttore dell’Ufficio missionario diocesano, che ha proposto ai presenti un alternarsi di preghiera e testimonianze. Diversi anche i segni offerti all’altare: la brocca d’acqua, memoria del Battesimo, la Bibbia, ‘che deve illuminare la nostra vita’, un mappamondo che rappresenta tutte le sofferenze, le lotte, ma anche i molti desideri di bene degli abitanti della terra, il cero, per ricordare Gesù, luce del mondo, il Crocifisso, ‘compagno indivisibile di tutti i missionari’.
Dopo aver ricordato i volontari Domenico Guglielmi, in Brasile e Benedetta Rovatti in Kosovo, le testimonianze: il primo è stato Francesco Tioli, della parrocchia di Fossa, che nello scorso mese di agosto ha trascorso alcune settimane presso il Centro per la Pastorale dei Minori a Itapirapuà, la parrocchia di don Francesco Cavazzuti.
Successivamente, è intervenuto l’Abbé Germain, della diocesi di Lokossà, Benin, con cui la diocesi di Carpi ha stretto da qualche tempo un rapporto di collaborazione – si può ricordare il sostegno fornito per la costruzione della Cattedrale, inaugurata durante una visita del vicario don Douglas Regattieri. ‘Germain – spiega Magda Gilioli del Centro missionario -, dopo aver conosciuto i nostri volontari che si sono spesi in questi anni nella parrocchia di Klouekanmé, ha accolto l’invito del suo vescovo a trascorrere un periodo nella nostra Diocesi, a servizio della nostra chiesa locale’. Attualmente egli alloggia presso la parrocchia del Corpus Domini: ‘la sua presenza tra noi – si è spiegato durante la celebrazione – oltre che un segno nei tempi, rappresenta anche il compimento della parola evangelica ‘date e vi sarà dato’. L’aiuto missionario tra le chiese è in verità uno scambio reciproco di doni’.
Il Vescovo, nella sua omelia, ha sottolineato la vocazione missionaria di tutti i credenti in forza del Battesimo che ci rende figli di Dio. Il suo ‘amore appassionato’, ha spiegato, ‘diventa l’anima e la molla e la motivazione più profonda del nostro essere missionari’, un impegno che anche il Papa ha definito ‘irrinunciabile e permanente’. ‘Si tratta ‘ ha proseguito Tinti ‘ di uscire dal proprio guscio e andare per le vie e le città, le piazze e le fabbriche, incontrare uomini e donne annunciando loro che hanno un Dio che li ama’. Sugli esempi di don Tonino Bello e Madre Teresa di Calcutta, dei quali sono stati letti alcuni testi, ‘essere missionari ‘ ha concluso ‘ è chinarsi, come il buon samaritano, sulle necessità di tutti’. Al termine, la preghiera per nuove vocazioni missionarie: ‘il Signore ce lo conceda e ciascuno di noi non si tiri indietro, ma dica gioiosamente e prontamente il suo ‘eccomi’ al Signore che sempre chiama’.
Veglia missionaria diocesana
28-10-2006