Presentata la lettera del Vescovo Tinti sulla pastorale della carità per rilanciare la presenza della Caritas in ogni parrocchia. L’invito a farne motivo di approfondimento e di progettazione nelle nuove zone. Il rapporto tra carità e giustizia nella relazione di monsignor Antonio Cecconi
La carità prima di tutto
Luigi Lamma
‘Se manca la Caritas in una parrocchia, c’è da riflettere e da dubitare sulla efficacia della partecipazione di quella parrocchia alla Messa domenicale e feriale’. Così monsignor Elio Tinti nella lettera pastorale ‘…Al di sopra di tutto, poi, vi sia la carità…’ presentata sabato 28 ottobre in Seminario nel corso del convegno dedicato alle Caritas parrocchiali e presentato in apertura dal direttore della Caritas diocesana Stefano Facchini. ‘La Caritas è indispensabile in ogni parrocchia’ è il sottotitolo quanto mai esplicativo della lettera che prende ispirazione dalla prima enciclica di Benedetto XVI, ‘Deus caritas est’ dedicata in ampia parte ad approfondire il tema dell’amore al prossimo in senso autenticamente cristiano. Diversi sono i passaggi dell’enciclica citati dal vescovo Elio che ha accompagnato l’introduzione con alcune domande: Cosa ci attende quando moriremo? Come riconoscere Cristo in ogni fratello? Perché Gesù ci ha detto ‘fate questo in memoria di me’? L’amore ai fratelli è frutto e conseguenza dell’Eucaristia? Dove siamo educati a vivere una fede operosa? Come ogni comunità diventa famiglia?
‘La carità ‘ afferma Benedetto XVI ‘ non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua essenza”. Concetto ripreso anche nell’intervento a Verona e quel ‘si potrebbe lasciare ad altri” dovrebbe condurre a qualche conseguenza pratica rispetto all’individuazione degli ambiti di azione.
Su questa dimensione connaturale all’esperienza di ogni credente si innesta il collegamento con le linee pastorali di quest’anno. Vivere appieno il comandamento dell’amore, ha ricordato il Vescovo concludendo il suo intervento, significa essere ‘Luce e sale’ grazie alla testimonianza e alle opere.
E’ toccato a monsignor Antonio Cecconi, ora vicario generale della diocesi di Pisa ma per diversi anni vicedirettore della Caritas Italiana, contestualizzare l’impegno della Caritas parrocchiali nell’alveo del cammino della chiesa italiana dell’ultimo decennio. Dalla riscoperta del volto missionario della parrocchia al nostro essere debitori di speranza nella realtà in cui viviamo come si è cercato di testimoniare con il convegno di Verona. Anche Cecconi ha insistito sulla carità come elemento costitutivo del credente e della comunità, non un optional facoltativo: amore fraterno e predilezione per gli ultimi sono i tratti essenziali dell’identità cristiana che si esprime nella condivisione ed ha come frutto il dono della speranza a coloro che si incontrano.
Si può esercitare la carità senza essere attenti alla giustizia? Per don Cecconi la risposta è netta: ‘La giustizia come guida, la carità come compagna’ ha affermato citando la Gaudium et Spes. Esistono le povertà individuali ma anche le ‘strutture di peccato’ come ha ben descritto Giovanni Paolo II nella Sollicitudo Rei Socialis, di fronte alle quali non si può restare indifferenti per impegnarsi in un progetto di società nuova. Ecco allora il valore e il senso di una Caritas parrocchiale, come conseguenza logica di questo percorso di conversione pastorale.
Sapranno le nostre parrocchie e le nuove zone pastorali essere interpreti di questo rinnovato slancio che si vuole imprimere alle Caritas parrocchiali? Come primo momento, da parte di tutti gli intervenuti, è stato consigliato di portare la lettera pastorale del Vescovo all’attenzione dei consigli pastorali parrocchiali e di zona, affinché maturi una consapevolezza comune dell’obiettivo a cui si punta. O c’è la Caritas parrocchiale o non si è parrocchia. E’ bene ricordarlo.