Nella memoria liturgica del Beato Focherini, martedì 6 giugno, alle 18.30, in Cattedrale a Carpi, il vescovo Erio Castellucci ha presieduto la celebrazione eucaristica di ringraziamento per l’anno scolastico 2022-2023. L’iniziativa promossa da Scuola Fede Futuro Laboratorio per la scuola della Diocesi di Carpi ha fatto conoscere ai giovani intervenuti la figura imponente di un uomo che si è prodigato per la salvezza di molte persone.
Duomo di Carpi
Decimo anniversario della beatificazione di Odoardo Focherini
6 giugno 2023
Ricambiare l’amore con l’odio è ingratitudine e violenza: e troppe volte succede nel mondo. Ricambiare l’amore con l’amore è giustizia e tante volte, grazie a Dio, anche questo succede, perché ci sono tante relazioni nella famiglia, tra gli amici, nelle quali circola l’amore reciproco. Ma ricambiare l’odio con l’amore è qualità di Dio, non è alla portata degli uomini. Per ricambiare l’amore con l’odio basta un istinto malato, per ricambiare l’amore con l’amore basta la ragione, ma per ricambiare l’odio con l’amore ci vuole la grazia. E la grazia il Signore la dona a tutti, ma entra solo nei cuori umili. La porta attraverso la quale entra la grazia, ce lo dice il Signore stesso, è il nostro cuore umile, una porta alla quale lui bussa continuamente. La porta dell’umiltà apre alla grazia di Dio, va oltre il senso della giustizia e diventa un contraccambio gratuito.
Odoardo è esempio di un uomo che ha ricambiato l’odio con l’amore; ha continuato, cioè, ad amare pericolosamente le persone che erano odiate, che erano lasciate ai margini, che erano perseguitate. E nonostante sapesse bene – per i tanti segnali che aveva avuto e per come stava andando la realtà – che rischiava la vita, ha continuato. Era un cristiano normale, Odoardo, ma di quella normalità dei Santi che il Signore semina in mezzo a noi e tante volte nessuno se ne accorge. Papa Francesco li chiama “i santi della porta accanto”. Alcune volte salgono sugli altari non perché siano gli unici santi, ma perché sono riconosciuti esemplari, per aiutare tutti a camminare verso la santità.
Odoardo è un uomo a tutto tondo, prima di tutto. Un uomo che ha fatto proprio il senso di una giustizia evangelica, una giustizia che non è “occhio per occhio, dente per dente”, non è una bilancia, ma è sovrabbondanza di amore, è tentativo di colmare le ingiustizie umane. È quel di più, quella gratuità che inserisce nelle vene del mondo, spesso malate di egoismo, l’altruismo evangelico, frutto della grazia. Odoardo è un cristiano a tutto tondo. Ha preso sul serio il proprio battesimo. Ha vissuto la sua fede mostrandola con le opere, si è impegnato nelle varie comunità nelle quali si è inserito, nell’Azione Cattolica, nella sua diocesi di Carpi, anche attraverso il proprio lavoro di assicuratore e di giornalista. Odoardo è uno sposo e padre che ha trovato la propria vocazione nel matrimonio e nella famiglia, vivendola con grande affetto, con grande passione, come dimostrano le lettere alla sposa e ai figli. Odoardo infine è martire, cioè uno che è andato fino in fondo nella testimonianza della fede. Non ha cercato la morte – nessuno che sia sano di mente cerca la morte e neanche Gesù ha cercato la morte -, ha solo cercato l’amore e ha trovato la morte, perché tante volte chi ama fino in fondo subisce le violenze e le ingiustizie rivolte a coloro che lui stesso ama. E Odoardo ha amato anche coloro che all’epoca erano ritenuti “altro” rispetto agli italiani, rispetto ai cristiani: ha aiutato i fratelli ebrei. Abbiamo sentito richiamare la testimonianza molto toccante di Giacomo Lampronti, l’amico ebreo che ha definito Odoardo “mio fratello”
Ha aiutato senza guardare in faccia al colore – bianco, rosso, verde – di coloro che aiutava e proprio per questo ha condiviso la sorte che Gesù aveva preannunciato nel Vangelo, quando ha detto “se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. Ma colui che apparentemente perde, se ama fino in fondo, in realtà vince. Ed è per questo che oggi Odoardo continua ad offrirci il servizio della testimonianza. Ci fa capire come la fede possa essere spesa dando senso alla vita propria e degli altri.
Chi vive solo per se stesso fatica di meno, soffre di meno, ma alla fine ha una vita che quasi gli si sgonfia nelle mani. Chi vive per gli altri, fatica di più, soffre di più, a volte deve anche dare la sua vita al modo di Odoardo, ma vive una vita piena e continua a vivere nella memoria e nella fede.
+ Erio Castellucci