E’ ritornato alla casa del Padre… così si dice per colui che muore cristianamente! Don Nino Levratti, 97 anni, grande e incomparabile scout ci ha lasciato! Ma al di là di coloro che lo hanno conosciuto meglio di me, lo hanno visto all’opera ben più di me e in anni in cui era una roccia, mi piace pensarlo e viverlo come maestro di sapienza. La Sapienza non è sapere tutto dalla vita, quanto saper vivere e mettere in pratica; è l’intelligenza di stare con gli altri guadagnando noi e loro senza creare perdenti. E di questo don Nino era un esperto. Sapienza è intelligenza più cuore, è l’equilibrio della testa e delle emozioni in tutto ciò che si fa.
Una sapienza quella di don Nino che, specie con l’avanzare dell’età, ha testimoniato anche a noi sacerdoti, che si può e si deve rimanere al nostro posto con serenità e fermezza in mezzo ai flutti del mondo, sfruttando i tempi difficili invece di maledirli, costruire quando tutti o tanti distruggono, aver il coraggio di stare fuori dalle mode stagionali, dimostrandoci che quando le cose invecchiano in modo rapido è segno che non hanno un fondamento solido.
Don Nino era una persona felice. Una persona felice capace di stare “in piedi” nonostante l’età e gli acciacchi, capace di lottare per qualcosa in cui si
crede, che non si è mai messo seduto sul lato della strada, se non per accogliere, ascoltare e rinfrancare amici di vecchia e nuova data.
Don Nino ha insegnato a tanti l’arte del vivere, richiedendo una speciale attenzione, quella che Gesù ha fatto esperimentare ai discepoli nella trasfigurazione dicendo loro che la luce accesa sul monte non ha elisa la notte. Al termine della trasfigurazione i discepoli scendono dal monte e rientrano nel buio delle solite contraddizioni, però quella luce, la luce della trasfigurazione, se è vero che non ha eliminato la notte, consente loro di fare dei passi, di camminare un po’… Guardando a questa vita spesa per la Chiesa, per la sua gente, a me prete “povero”, viene da implorare e di chieder al buon Dio quella sapienza che ha contraddistinto don Nino: “fammi imparare a contare i miei giorni”, una Sapienza capace di farmi riconoscere Gesù nelle sue molte e “altre” presenze” silenziose.
Ermanno Caccia