Com. St.69 del 10 giugno 2013 – Staffieri e Tinti ricordano Odoardo Focherini

Fedele al Signore

 

‘Ricordo l’inizio, quando monsignor Benetti, allora Vicario generale, monsignor Tassi e don Claudio Pontiroli, postulatore diocesano che più di ogni altro ha fatto conoscere l’uomo e il cristiano Odoardo Focherini, assieme a un gruppetto di laici, mi resero partecipe della loro idea; il Processo di beatificazione del Servo di Dio  Focherini, di fatto, è partito così, con semplicità ma molta determinazione. Ho letto tutti i testi di Odoardo, le lettere alla moglie, ai figli, all’Avvenire d’Italia; sono molto interessanti e ancora oggi in grado di insegnare tanto a chi le legge. Ho sempre pensato ‘ osserva monsignor Bassano Staffieri, vescovo emerito di La Spezia ‘ che Focherini dovesse essere dichiarato martire e così è stato, grazie all’impegno di tanti e alla volontà del Signore. Tra i miei ricordi più forti indubbiamente l’inizio e la conclusione del Processo diocesano avvenuti quando ero Vescovo di Carpi. Rammento la cattedrale piena di fedeli, il pellegrinaggio in Palestina a metà degli anni Novanta, eravamo in 140 e, naturalmente, c’erano anche parecchi famigliari di Odaordo. Nei miei dieci anni trascorsi a Carpi ‘ dal 1989 al 1999 ‘ Focherini è stato un punto fermo assieme a Mamma Nina. Martire Focherini lo è stato veramente: è vero che è morto per malattia, ma il suo a Hersbruck   è stato veramente un martirio. Personalmente ho sempre creduto che la Chiesa lo avrebbe dichiarato Beato: ho letto tantissime testimonianze di chi è stato con lui in campo di concentramento, le sue lettere ai famigliari e mi ha sempre impressionato la fede forte che aveva: non recrimina mai, non perde mai il controllo di sé, Odoardo mette ogni istante il suo destino nelle mani di Dio. ‘Quel Signore che tutto consente non abbandonerà e di questa certezza siamo più che sicuri’., le sue parole. La testimonianza di Odoardo viene custodita nella memoria della nostra Diocesi come quella di un cristiano che ha vissuto a ‘a tempo pieno’ l’appartenenza alla famiglia, alla società civile e alla Chiesa e per la scelta che lo ha portato a morire nello squallore di un campo di concentramento, come quella di un martire della carità’.

 

‘E’ stato un coordinamento stupendo quello che ha portato alla Beatificazione di Odoardo Focherini ‘ ricorda monsignor Elio Tinti, vescovo emerito di Carpi -: il Processo di beatificazione è stato iniziato da monsignor Staffieri, è stato portato avanti con forza da me e si è concluso con monsignor Cavina. Quello che andiamo a celebrare è un bel traguardo per Odoardo, per i suoi famigliari, per la Diocesi. Don Claudio Pontiroli ‘ sottolinea monsignor Tinti ‘ è stato il nostro asso nella manica, l’elemento trainante. Ricordo quando ci ha fatti andare a Pejo e, tra quelle valli, ci ha fatto conoscere un altro aspetto di Focherini, il suo amore per la montagna, un modo per rispettare, ammirare il creato e, naturalmente, il suo Creatore. Desidero spendere una parola su don Claudio, molto del merito per la positiva conclusione va a lui. Faceva le cose con entusiasmo e passione, ma anche con tanta determinazione. Poi non possono non ricordare i tanti che hanno lavorato in silenzio ma il cui contributo è stato essenziale. Per arrivare alla Beatificazione di Focherini c’è stato un concorso di energie, di intenti e di tutto questo dobbiamo ringraziare il Signore. Focherini ‘ prosegue monsignor Elio Tinti ‘ è stato riconosciuto per quello che è stato: un grande testimone di fede, di altruismo, di umanità. Ha fatto scelte drastiche spinto dalla certezza dell’amore di Dio. Odoardo, un uomo ricco di una fede fortissima ma anche di tante sfaccettature d’animo, era un uomo del suo tempo, ma anche del nostro: ha fatto onore al suo essere cristiano, all’Azione Cattolica, alla Diocesi. Ha lasciato un’ottima impronta in tutti noi e nella nostra comunità, ma sono certo che potrà ancora fare tanto. La sua Beatificazione ha un’importanza enorme per tutti noi, per il laicato, che possa vivere con forza e straordinarietà l’ordinarietà di ogni giorno. Focherini, Beato della quotidianità, insegna a non tirarsi mai indietro, a spendersi fidandosi del buon Dio. Odoardo ha giocato la sua vita sul Signore, è questo il suo insegnamento’.