Crisi economica


La crisi economica che colpisce l’intero sistema rende indispensabile la ricerca di nuovi modelli nelle relazioni tra imprese, individui e Stati. Se ne parla in un incontro pubblico con Leonardo Becchetti


Una bussola per lo sviluppo


 


Emanuele Pettenati e Nicola Marino*


 


Ormai ne siamo tutti consapevoli: l’attuale modello di economia non è sostenibile. Le risorse del pianeta non sono infinite, mentre la logica del PIL che deve crescere si fonda sull’idea di crescenti consumi. L’Occidente si trova a fare i conti con un modello di crescita rivelatosi fallimentare, centrato sulla corsa al consumo e sull’indebitamento, che ha precipitato i cittadini nel caos e nella paura. E, soprattutto, ponendo al centro del proprio agire esclusivamente la dimensione del profitto, incapace di garantire lo sviluppo di un vero benessere integrale, e quindi la nostra felicità.


Il PIL che cresce paradossalmente anche quando si sprecano risorse ed anche con comportamenti inquinanti o contrari alla dignità della persona, è una dimostrazione che non è l’indicatore giusto per misurare il benessere e pilotare l’economia. Slow Economy, Felicità Sostenibile, Decrescita Felice e Transizione sono alcuni dei nuovi modelli economici che ricercano il benessere reale dell’individuo e non solo quello economico e che, con l’avvento della grande crisi, si sono rivelati corretti e stanno ora diffondendosi anche al di fuori delle nicchie a cui erano inizialmente relegate.


La stessa Dottrina Sociale della Chiesa, in particolare con Benedetto XVI, è vicina a questa idea di rinnovamento del modello economico, nella direzione di un sistema che permetta uno ‘sviluppo umano integrale’, finalizzato prioritariamente al bene comune.


Come Commissione per la Pastorale Sociale e del Lavoro, in questi anni, siamo tornati più volte su questi argomenti, con l’obiettivo di sensibilizzare tutti a lavorare per cambiare questo scenario, ognuno secondo il proprio ruolo e responsabilità. Bene comune, responsabilità sociale, stili di vita, gratuità’ sono state le parole chiave del nostro percorso, dimostrandone la possibilità di convivenza virtuosa con l’utile economico. La convinzione che ci guida è infatti che cambiare un modello economico non sia operazione riservata ai grandi decisori internazionali, ma che si possa anche partire ‘dal basso’: ciò emerge fortemente dalle migliaia di esperienze locali nel mondo, così come dal consumo responsabile e consapevole di tanti cittadini, che con il loro orientamento hanno aperto e incrementato mercati sempre più rilevanti di ‘buona economia’, fatta di attenzione all’ambiente, alle relazioni sociali, alle persone.


La conferenza di mercoledì 25 con Leonardo Becchetti, uno degli economisti italiani più esperti di questi fenomeni, vuole essere un’ulteriore tappa di questo percorso, dove, a partire da una riflessione sul rapporto tra economia e felicità, si vuole riflettere su quali azioni locali intraprendere.


A livello locale si ritiene infatti auspicabile un consolidamento delle ‘buone prassi’ che oggi sono sorte nel nostro territorio, sia individuali (es. nelle singole aziende) sia organizzate (es. gruppi di acquisto). Ciò anche nella direzione di una loro maggiore sistematicità e strutturazione, eventualmente promuovendo una rete territoriale che tenga collegate queste esperienze, le valorizzi e le supporti, anche dal punto di vista delle risorse.


In altre realtà si sono sperimentate esperienze diverse in questa direzione: Distretti di Economia Solidale; patti territoriali; azioni comunitarie in ambito ambientale o sociale. Anche a Carpi alcune realtà/reti associative si interrogano su questo genere di iniziative.


E’ ipotizzabile avviare un percorso di questo genere? Quali soggetti coinvolgere? Quali ostacoli ci potremmo trovare di fronte?


La conferenza vuole essere un’opportunità per riflettere su questi aspetti, innanzitutto per ribadire la necessità  di un nuovo modello di sviluppo e, in secondo luogo, per dare indicazioni e spunti agli attori locali (in particolare ai rappresentanti delle associazioni di categoria e delle istituzioni) nella costruzione di una rete territoriale per una buona economia e nella declinazione concreta dei principi economici da sempre portati avanti dalla Dottrina Sociale della Chiesa.


 


*Commissione diocesana per la pastorale del lavoro