Cari fratelli e sorelle,
a conclusione di questo solenne rito che vede la città e la diocesi di Carpi riunite nella comune devozione alla Madre di Dio, rivolgo, innanzitutto, il mio più vivo ringraziamento a S. Eccellenza Mons. Erio Castellucci che mi ha cortesemente invitato ad unirvi a voi nella preghiera. Sono contento di vedere tantissimi volti amici con i quali ho condiviso il mio ministero episcopale tra voi. Come sempre, la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci guida e ci aiuta a leggere con la luce della fede le gioie e le difficoltà della vita.
La prima lettura di questa santa Messa è tratta dal libro dell’Apocalisse. Il Libro dell’Apocalisse non annuncia, come comunemente si crede, le sciagure della fine del mondo, ma al contrario è un libro scritto per trasmettere un messaggio di consolazione e di speranza ai discepoli di Cristo che soffrono a causa del suo Nome. Vuole infondere la certezza che tutte le forze del Male sono già state sconfitte da Dio e che la storia ha uno sbocco finale positivo.
Il brano di oggi è quasi la sintesi di tutto il messaggio del libro dell’Apocalisse. Attraverso delle immagini ci viene offerta una interpretazione della storia umana come scontro tra due persone: da una parte una donna vestita di sole che sta per partorire un figlio e dall’altra “un enorme drago rosso” dotato di una straordinaria intelligenza e di una potenza sovrumana, simbolo di tutte le forze del male, che sta davanti alla donna pronto a divorare il bambino.
Da una parte, dunque, una potenza impressionante, dall’altra una donna ed un bambino indifesi. Le apparenze sono tutte dalla parte del dragone, ma solo apparentemente. La donna, che la Chiesa ha identificato anche con la Vergine Maria, fugge al sicuro nel deserto mentre il bambino sale verso il cielo ed “è destinato a governare tutte le nazioni”. A dispetto della sua arroganza il male è irrimediabilmente sconfitto e grande sarà la gioia per il trionfo della donna e del bambino e dei loro seguaci.
La prima lettura ci pone di fronte alla realtà della vita. La nostra esistenza è un cammino che si svolge nella tensione tra il bene e il male; non raramente deve attraversare valli oscure; non raramente è tribolato e rattristato. Tuttavia, sapere che la Madre di Dio ha vissuto la nostra stessa esperienza, perché anche Lei è stata pellegrina sulla terra come noi, e vederla oggi nella gloria con la sua anima ed il suo corpo ci ricorda che il nostro andare ha una meta ben precisa, un futuro già tracciato. Sì, cari fratelli e sorelle, noi siamo aspettati! Dio ci attende! Dopo la morte non andiamo nel nulla, ma troviamo la bontà della Madre, incontriamo le persone che abbiamo amato e ci hanno amato, troviamo l’Amore eterno. E’ questa la grande gioia e la speranza che nasce da questa festa. Nell’assunzione di Maria l’umanità fedele a Cristo è messa in condizione di scorgere il suo destino perché, siamone certi, le forze del male non prevarranno.
Cari fratelli e sorelle, a conclusione di queste brevi riflessioni che ho potuto presentarvi grazie alla bontà di Mons. Castellucci cosa posso chiedere per me e per voi alla Vergine Maria che amiamo con cuore di figli? Innanzitutto di divenire, come Lei un canto d’Amore al Signore. Mantenga sempre vivo la vergine Santissima la certezza che quanto di buono, di vero e di bello è stato fatto, facciamo e faremo non andrà mai perduto se compiuto per amore del Signore e della sua gloria. Se non ci perderemo d’animo nel fare il bene la nostra esistenza sarà condotta al suo ultimo destino, la vita eterna. E se ora le forze del male ci hanno separati anzitempo, abbiamo la certezza che la preghiera e i legami della fede, le esperienze positive vissute superano ogni barriera in attesa della beata eternità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo dove la nostra comunione e amicizia non subirà più alcuna smentita e sarà gioia perfetta per sempre. Continui ad ardere nei nostri cuori, per l’intercessione di Maria santissima, l’amore per il Suo figlio, unico Salvatore del mondo. E così sia!
+ Francesco Cavina, vescovo