Sabato 21 settembre, alle 18, si riaprirà al culto il Duomo di Santa Maria Maggiore in Mirandola.
La celebrazione, presieduta dal Vescovo emerito di Carpi Francesco Cavina, prenderà il via con la processione dall’Aula Santa Maria Maddalena per giungere sul sagrato del Duomo, mentre i fedeli attenderanno già all’interno della chiesa. A concelebrare la liturgia monsignor Elio Tinti, Vescovo emerito di Carpi, don Massimo Fabbri, provicario generale della Diocesi, don Flavio Segalina, parroco di Santa Maria maggiore, e numerosi sacerdoti.
Sul sagrato si terranno i discorsi del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, della soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Cristina Ambrosini, e del sindaco di Mirandola, Alberto Greco.
A seguire, inizierà il Rito di Dedicazione. Marco Soglia, responsabile dell’Ufficio ricostruzione della Diocesi, consegnerà le chiavi del Duomo al Vescovo Cavina, il quale, a sua volta, le consegnerà al parroco don Segalina. Sarà quest’ultimo ad aprire le porte della chiesa per l’ingresso della processione.
Si proseguirà poi con la benedizione dell’acqua e l’aspersione, da parte del Vescovo, dell’assemblea e delle pareti della chiesa.
Durante la liturgia della Parola, saranno proclamate tre letture proposte dal lezionario per il Rito di Dedicazione. Nella prima si legge sempre il passo del profeta Neemia in cui è presentato il popolo di Gerusalemme riunito intorno allo scriba Esdra per ascoltare la proclamazione della legge di Dio. Il brano del Vangelo, scelto per la Dedicazione del Duomo di Mirandola, narra dell’incontro di Gesù con il pubblicano Zaccheo (Luca 19,1-10).
Momento centrale sarà poi quello in cui, dopo le litanie dei Santi e la deposizione delle reliquie sotto la mensa dell’altare – reliquie di San Possidonio, del Beato Odoardo Focherini e di San Pio di Pietrelcina – il Vescovo pronuncerà la preghiera di Dedicazione con la quale si esprime l’intenzione di dedicare in perpetuo la chiesa a Dio e si chiede la sua benedizione.
Seguiranno l’unzione dell’altare e delle pareti dell’edificio – ovvero saranno unte le quattro croci di marmo bianco sulle colonne che seguono il perimetro del Duomo – con il crisma; l’incensazione dell’altare e dell’ambiente della chiesa; la copertura e l’illuminazione dell’altare e di tutta l’aula liturgica.
Dopo la processione offertoriale, si procederà con la celebrazione eucaristica.