COMUNICATO STAMPA
Sperimentare una liturgia inclusiva: i cinque sensi e le persone con disabilità
Sabato 30 aprile alle ore 19 nella chiesa di San Giuseppe a Carpi sarà celebrata la messa con attenzioni particolari alle varie forme di disabilità
E’ possibile introdurre nelle celebrazioni liturgiche modalità e strumenti capaci di utilizzare diversi canali comunicativi in modo da essere accessibili a tutti, anche a coloro che non utilizzano il tradizionale linguaggio verbale? Questa sfida è stata raccolta dai membri del Settore disabilità dell’Ufficio Catechistico Diocesano che si sono impegnati ad animare in modo speciale la messa di sabato 30 aprile alle ore 19 nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Carpi, valorizzando tutti i “5 sensi”.
L’utilizzo dei 5 sensi parte dal presupposto che da sempre fanno parte dell’esperienza cristiana perché già San Tommaso diceva che “nulla può essere nell’intelletto se prima non è stato nei sensi”. Tutti sappiamo che quanti più sono i sensi coinvolti, tanto più è intensa l’esperienza. Oltre al consueto canale della vista, i sensi dell’udito, dell’olfatto, del gusto e del tatto, servono per imprimere a fondo nella memoria delle persone l’esperienza vissuta.
Nella celebrazione eucaristica presieduta da don Carlo Bellini, vicario episcopale per l’evangelizzazione, che sarà animata dall’Ufficio Catechistico e dal gruppo “Isola che non c’è” con la comunità di San Giuseppe Artigiano si punterà a dare valore ai sensi: alla vista, attraverso l’uso di un grande schermo che servirà per proiettare i testi delle letture e dei canti, anche utilizzando la Comunicazione Aumentativa Alternativa. Nei diversi angoli della chiesa saranno collocati dei cartelli in Comunicazione Aumentativa Alternativa per aiutare le persone con disabilità intellettiva a comprendere il senso delle cose che vedono. Per l’udito sarà presente la traduzione nella lingua dei segni, inoltre le musiche saranno realizzate con più strumenti musicali ed i canti saranno animati attraverso la gestualità.
La chiesa si sta sempre di più interrogando su come rendere la persona con disabilità protagonista all’interno delle comunità cristiane, per far sì che sia accolta e possa vivere pienamente ogni dimensione della vita di fede e comunitaria.