COMUNICATO STAMPA
Grande partecipazione e profonda commozione nel Duomo di Mirandola, oggi, venerdì 28 luglio, alle esequie di Miriam Treglia, studentessa ventenne che il Signore ha chiamato a sé lo scorso 25 luglio. Il messaggio inviato dal vescovo Erio Castellucci ai famigliari
Sono state celebrate nella mattinata di oggi, venerdì 28 luglio, nel Duomo di Mirandola le esequie di Miriam Treglia, la studentessa ventenne che il Signore ha chiamato a sé martedì 25 luglio. A presiedere la Messa il parroco, don Fabio Barbieri, affiancato da don Carlo Bellini, vicario episcopale per la pastorale e l’evangelizzazione e assistente generale dell’Azione Cattolica Diocesana, e da numerosi sacerdoti. Gremiti la chiesa e il sagrato dai tantissimi – provenienti da varie parrocchie e realtà locali – che, profondamente commossi, hanno voluto dare l’ultimo saluto a Miriam e si sono stretti nella preghiera intorno alla mamma Monica, al papà Danilo, alla sorella Aurora, ai nonni, al fidanzato Morgan e ai famigliari tutti.
Vent’anni, Miriam era studentessa universitaria di lettere classiche e faceva servizio come educatrice nell’Azione Cattolica, amava l’arte, la musica classica, la poesia e il teatro. In quest’ultimo ambito si era formata negli anni dimostrando grande talento e rendendosi protagonista di varie iniziative culturali nel nostro territorio. Dotata di profonda sensibilità, ha affrontato la malattia che l’ha colpita con una fede incrollabile, insieme ai genitori e alla sorella. La famiglia Treglia è molto conosciuta in parrocchia – il papà Danilo è presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale – e la comunità si è riunita più volte pregando intensamente per la guarigione di Miriam.
“Perché?”, “Amen”, “Alleluia”, le tre parole su cui si è soffermato il parroco don Barbieri nell’omelia – seppure ammettendo la difficoltà a trovare appunto le parole in un momento così doloroso. Ad esse ne ha aggiunta, come a riassumerle, una quarta, “Grazie”, “a Miriam, per come ha vissuto i suoi vent’anni – ha affermato – per l’impegno profuso nella nostra comunità finché è stata bene e per l’esempio di fede e di pazienza che ci ha dato nella malattia. Miriam – ha concluso – ci lascia un esempio, ci passa il testimone”.
Di seguito riportiamo il messaggio del vescovo Erio Castellucci, di cui si è data lettura all’inizio della liturgia.
Carissimi Danilo, Monica, Aurora, Morgan, parenti e amici di Miriam,
ho chiesto a don Fabio di poter esprimere la mia partecipazione al saluto liturgico che state vivendo. Miriam e i suoi cari non hanno desiderato una celebrazione triste, ma festosa e bella. Perché Miriam ha amato la bellezza, sempre: da bimba, da adolescente, da giovane. E merita quest’ora di fede festosa e bella. Una fede che si spinge a sperare oltre la morte, quella testimoniata da lei, dai suoi familiari, dai tanti amici e dalla comunità di Mirandola che l’ha accompagnata in questi mesi; una fede che osa cantare l’alleluia anche tra le lacrime; una fede che oggi autorizza il suono delle campane a festa, pur nel distacco di una partenza umanamente così dolorosa.
E’ incredibile quanta bellezza si sia concentrata in soli vent’anni. La bellezza delle relazioni: in famiglia, con amici compagni di scuola e università, negli affetti e nella vita di coppia, come educatrice di Azione Cattolica. E la bellezza dell’arte, che Miriam ha coltivato con tanta passione: poesia, musica, teatro. Questa rete di bellezza, riflesso della bellezza del suo cuore, non può essere soffocata da una brutta malattia.
Carissima Miriam, tu ora certamente contempli la Bellezza in persona, il Signore Gesù, che hai pregato, cantato, annunciato e desiderato. Continua ad accompagnare i tuoi cari e i tuoi amici con la tua sensibilità e il tuo sorriso. Grazie per quel grande inno alla bellezza che è stata la tua vita.
+ Erio