L’entusiasmo di una vita tutta per Dio
Alle esequie di don Nino Levratti, venerdì 1 febbraio, in Cattedrale, c’erano, insieme ai famigliari, tutti i suoi “ragazzi”, commossi. Quelli del Carpi 1°, ma anche da Mirandola e da tutta la Zona Agesci, e le Comunità del Masci, in uniforme e fazzolettone, quello stesso che era posato sulla bara di don Nino, il loro “Baloo”. Non hanno voluto mancare, inoltre, i membri dell’Unitalsi, di cui don Nino è stato assistente ecclesiastico, e tante persone che hanno conosciuto e stimato il sacerdote durante il suo lungo e fecondo ministero. La messa è stata presieduta dal Vescovo Francesco Cavina e concelebrata dai confratelli sacerdoti della Diocesi. Sulla bara, oltre al fazzolettone di don Nino, la stola sacerdotale e la mozzetta, in quanto canonico della Cattedrale e presidente del Capitolo. Alla fine della celebrazione, la nipote di don Levratti, Maria Cristina, ha ringraziato tutti coloro che hanno dimostrato la loro vicinanza al sacerdote durante la sua ultima malattia – con un pensiero particolare per il personale dell’ospedale di Carpi, dove don Nino è spirato il 29 gennaio – ma anche negli anni, rendendosi disponibili nell’aiutarlo e con tanti gesti di affetto.
Con quella fede nella Comunione dei Santi, in cui don Nino credeva profondamente, i suoi “ragazzi” gli hanno infi ne rivolto il canto “Madonna degli scout”, non un ultimo saluto, bensì, come ha affermato il Vescovo nell’omelia, un “arrivederci” in attesa “del domani eterno”.
L’omelia del Vescovo
E’ tornato a Te, Padre celeste, il nostro caro don Nino.
Ha terminato il lungo tratto di strada che gli hai dato da percorrere cercando di vivere nella Tua volontà. Non voglio certo essere io a dirTi la verità della sua vita, Tu sai tutto di lui. Tu conosci le sue povertà e i sui pregi, i suoi limiti e i suoi slanci d’amore, Tu sai quanto ha amato la chiamata ad essere sacerdote, e con quanta passione si è speso per adempiere alla missione che gli hai affidato.
Ti ringraziamo, dunque, o immenso Dio per il dono del suo sacerdozio da lui amato, custodito e vissuto come “una bellezza che non finisci mai di scoprire. Una bellezza che non appaga soltanto i sensi, ma in pienezza, la profondità dell’anima”.
E’ a questo “Fuoco d’amore” che tante generazioni di giovani e meno giovani si sono avvicinate per attingere fede speranza e carità, per trovare consiglio ed indirizzo nella vita. Tu sai, Signore, che anche quando si è impegnato in attività non propriamente legate al ministero sacerdotale esse erano finalizzate a suscitare e ad alimentare la fede e a fare scoprire la Bellezza che sei Tu.
Tu soprattutto conosci quanto credesse che la vita si realizza nell’accoglienza del Tuo amore e nel vivere al Tuo servizio. Egli ha testimoniato: “Tutta la nostra vita è di Dio. Sono di Dio tutte le energie allo stato potenziale dentro di noi. La nostra umanità dotata di doni naturali e soprannaturali è cosa di Dio”.
Tu sai quanto ha cercato di porre semi di comunione e di edificare e guarire nell’amore le relazioni umane. Sono certo, che le sue povertà, i suoi limiti – che sono di ogni uomo – per Te sono come una goccia di rugiada che subito sparisce quando giungono i raggi del sole. Egli ha creduto e ha annunciato che la Tua misericordia, resa visibile e donata in Cristo Gesù sulla croce, è il vero Sole capace di scaldare, sanare e fare crescere la vita delle persone. Per questo ha vissuto ed indicato i sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia come i due sostegni più forti per camminare per la strada del Cielo.
Ti ringrazio per avermi offerto la grazia, in questi sette anni del mio ministero episcopale a Carpi, di godere della sua amicizia, di gioi- re del suo entusiasmo, quasi fanciullesco, di contare sulla sua preghiera e di intrattenere una ricca corrispondenza epistolare nella quale emerge il suo amore per la Chiesa, la sua capacità di leggere, nonostante gli anni, la realtà, il suo fine umorismo, la sua arguta ironia, la sua vena poetica, la sua gratitudine “ per – sono le sue parole – le attenzioni sorprendenti e gradite che [il mio vescovo ] ha voluto donarmi nel corso di questi anni”.
Ora don Nino ha terminato la sua strada, ha sciolto le vele, ha lasciato questo precario, ma anche esaltante soggiorno terreno, per tornare a Te, Oceano infinito ed eterno di Amore-Comunione e di Bellezza. Egli ha trovato tutto quanto Tu o Signore, hai predisposto per la felicità perenne delle Tue creature.
Per quel mistero che la Chiesa chiama e professa come “Comunione dei santi” ti chiediamo, o Signore, di perdonare le sue fragilità e di accoglierlo nella gloria beata del Tuo regno affinché possa intercedere per la nostra Chiesa di Carpi e ottenga a ognuno di noi di vivere con gioia e fedeltà la nostra dignità di figli di Dio, per giungere alla meta che Tu, con immenso amore, ci hai preparato. Caro don Nino! In attesa di quel domani eterno, arrivederci in Gesù all’altare ogni giorno.
Amen
+ Francesco Cavina