La custodia del Creato, secondo il magistero di Papa Francesco, nell’attività di Porta Aperta Carpi
Il messaggio di Papa Francesco in occasione della giornata del Creato lascia ben poco spazio a dubbi di interpretazione: tra i numerosi concetti uno in particolare ci ha colpito come Associazione.
Lo Spirito Santo tiene vigile la comunità e la chiama ad una conversione degli stili di vita.
Una bella sfida alla quale tentiamo di non sottrarci operando quotidianamente per far sì che nel nostro piccolo il cambiamento dello stile di vita non sia un mero proposito ma un atto concreto.
Con il progetto “Carpi non spreca” il Centro d’ascolto di Porta Aperta Carpi raccoglie quintali di eccedenza di produzione di cibo presso i produttori e i commercianti e li rende disponibili tramite i suoi centri di distribuzione a persone economicamente meno agiate e nel bisogno. Sicuramente una buona azione che però non ci esime anzi ci sollecita a domandarci perché il diritto al cibo (riconosciuto dalla dichiarazione dei diritti umani del 1948) non sia ancora un diritto garantito a tutti. Sconfiggere la fame è il secondo obiettivo dell’agenda 2030, un’alimentazione sana e regolare è quindi ancora appannaggio di solo una parte della popolazione mondiale che oltretutto si permette anche di sprecare tonnellate di alimenti. Sapere che ogni giorno nella nostra città ci sono decine di volontari che si adoperano per evitare questo spreco e ridistribuire a chi ne ha bisogno le eccedenze sicuramente non risolve il problema alla radice ma è altrettanto vero che chi ha bisogno non è un numero indistinto ma una singola persona per la quale questo aiuto può significare speranza, fiducia e anche un po’ di serenità. E questo è il premio per chi si adopera come volontario.
Un’altra modalità per proseguire sulla via indicata ormai da anni dal nostro Pontefice è sicuramente quella di utilizzare abbigliamento di seconda mano che oggi è molto più di moda chiamare vintage. In questo la bottega di Recuperandia (inaugurata nel 2002) si pone come
possibilità aperta davvero a tutti di fare una scelta ecologica e che a cascata si porta dietro riflessioni importanti su un tema quanto mai attuale che è quello dello scempio in termini di ambiente e di diritti dei lavoratori che è la fast fashion (basti pensare che per produrre un paio di jeans servono almeno 7 mila litri di acqua). L’industria tessile è infatti una voce preponderante dell’inquinamento globale e anche qui il “glocal”, cioè una bottega in città, ci consente di fare la nostra seppur piccola parte all’interno del circolo virtuoso che non possiamo più tardare oltre a mettere in moto. L’abbigliamento è solo un piccolo esempio di tutto ciò a cui viene data una seconda vita: Biciclette, mobilio, giocattoli… Recuperandia poi oltre a recuperare e valorizzare oggetti di ogni tipo si prende cura di valorizzare e rimettere in gioco anche alcune persone più fragili che tra bottega e magazzino trovano un luogo che li fa sentire accolti e preziosi in un mondo che non sempre è disponibile a rallentare il passo per aspettare chi arranca un po’ nel cammino della vita.
Le sollecitazioni del Pontefice di cui parlare sarebbero ancora tante così come le sfide da raccogliere per una vita di Fede operosa nella Carità che noi cristiani non possiamo abbandonare in quanto tali. Per questo anche a Porta Aperta nel nostro piccolo tentiamo di proseguire in questo cammino che necessita abbondanti dosi di Speranza e fiducia per creare una comunità sempre più attenta perché “se speriamo quello che non vediamo lo attendiamo con perseveranza” (Rm 8,25) Porta Aperta Carpi odv