Editoriale del n. 14 del 13 aprile 2014


Le amministrative rilancio per la politica


 


Spazi di partecipazione


di Luigi Lamma 


 


Si va completando la presentazione dei candidati sindaci, si sta ultimando la composizione delle liste: tutto è ormai pronto per dare il via ufficiale alla campagna elettorale che si concluderà domenica 25 maggio con l’election day che vedrà gli elettori chiamati al voto per le amministrative e le europee. Mentre la riforma elettorale e costituzionale portata avanti dall’asse Renzi-Berlusconi ci prospetta un futuro con assemblee parlamentari (Camera e Senato) composte da nominati, premi di maggioranza fuori da ogni logica, soglie di sbarramento impossibili, al solo scopo di limitare al massimo il diritto di scelta dei cittadini, bisogna ammettere che il fermento provocato da questa fase preparatoria delle amministrative ha messo in mostra, in periferia, una rinnovata voglia di partecipazione politica.  quinano la società, il nostro peccato genera le ‘strutture di peccato’, esse infatti non preesistono ma sono frutto della malvagità dell’uomo. ‘Ecco perché ‘ ha spiegato il Vescovo ‘ soprattutto chi ha impegni pubblici non deve lasciare spazio a pensieri cattivi, deve essere capace di bloccare, nel momento in cui nascono, le tentazioni del potere, del desiderio di apparire e della vita comoda attraverso gli agi e la ricchezza. Sono le tentazioni che ebbe anche Gesù nel deserto e che respinse con fermezza’. Vuoi che andiamo a raccoglierla’ Le parole che i servi rivolgono al padrone sono emblematiche di un’altra azione del demonio: fare in modo che i mali del mondo vengano attribuiti a Dio. ‘Signore non hai seminato del buon seme?’: ecco la domanda che rappresenta la reazione del uomo davanti allo spettacolo del male presente nel mondo e il tentativo di attribuirne la colpa a Dio. Se Dio ha fatto buone tutte le cose allora da dove viene il male? Questo prova che Dio non esiste perché c’è il male, così il demonio avrebbe raggiunto il suo obiettivo. I servi però ci fanno cogliere un altro aspetto molto attuale e diffuso oggi nelle relazioni tra le persone e a livello pubblico: ‘vuoi che andiamo a raccoglierla’?’ Chiedono al padrone quasi a voler fare subito pulizia nel campo. ‘Questo ‘ ha ricordato il Vescovo ‘ è un altro inganno di satana che possiamo esprimere con la ‘fretta della giustizia’ e il bisogno di avere risultati immediati: due atteggiamenti che contraddicono il principio stesso della democrazia con il rischio di condurre ad un totalitarismo, ad un’ideologia assolutista dove l’uomo si sostituisce a Dio. Giustiziere è colui che si ritiene puro da qualsiasi peccato e si sente in dovere di colpire gli altri, ma non si vince il male con il male ma con il bene’. Le vittorie di Dio Perle preziose le conclusioni che monsignor Cavina ha affidato alla riflessione personale dei presenti per una mezzora di deserto. Occorre prendere atto che ‘grano e zizzania’ si trovano insieme dovunque, in famiglia, nella società civile, in ognuno di noi, quindi è importante vigilare, con gli strumenti della ragione e della fede. La scelta di diventare ‘grano maturo o zizzania’ coinvolge la libertà dell’uomo e richiede tempo. Il tempo appartiene al Signore, non è nostro, e la nostra libertà può sempre perdersi o ravvedersi. La misericordia di Dio è paziente e non smette mai di sollecitare la risposta dell’uomo La storia è piena di uomini e donne che prima erano zizzania e poi sono stati inondati dalla Grazia diventando grano buono per l’annuncio del Vangelo. ‘Queste – ha concluso monsignor Cavina – sono le vittorie di Dio nel mondo, e ancora oggi ce ne sono tante e dobbiamo cominciare a vederle. Non c’è posto per servi impazienti! Assumiamo lo sguardo di Gesù: mentre i discepoli fissano lo sguardo sul male Egli fissa lo sguardo sul buon seme, sul grano buono, come se all’origine di tutto non ci fosse la zizzania ma il buon grano. Se ci dimentichiamo del bene che è all’origine scadiamo nel lamento e nel risentimento invece dobbiamo essere attenti a non perdere il senso del bene e del male’. Il dibattito Dire che la riflessione del Vescovo ha scosso gli animi dei politici potrebbe apparire una forzatura giornalistica, in realtà è accaduto proprio così ascoltando le considerazioni che una ventina di persone hanno voluto condividere con l’assemblea. Gratitudine per l’occasione, per la scelta del tema, per gli stimoli ricevuti ma anche il desiderio di continuare, approfondire, ad esempio il tema della libertà di fronte alla scelta tra il bene e il male. La necessità di misurarsi con le tentazioni e con la zizzania personale e sociale è stato un elemento che ha toccato le diverse sensibilità individuali: apparire fino a che punto, come gestire il potere, il limite tra giudizi personali e confronto politico, il tempo da dedicare a chi e come, l’urgenza di dare risposte a chi è nel bisogno, l’esigenza di formazione sono tutti aspetti sollevati e di cui si potrà tenere conto per successivi approfondimenti. Di fronte a tanta ricchezza monsignor Cavina si è detto ‘ammirato per una condivisione così bella e spontanea, segno di reciproca fiducia e affidabilità, abbiamo potuto sperimentare come dal dialogo può uscire una ricchezza per tutti. Sono grato al Signore per la vostra presenza e per quello che ho potuto ascoltare. Torniamo a casa più ricchi e penso anche più sereni, con tante cose che ci uniscono – ha concluso – e che ci portano a ricordare l’origine del vero bene e del nostro impegno nella società’.