Editoriale del n. 21 dell’1 giugno 2014

Premiati i sindaci del terremoto, la crisi del centrodestra, il protagonismo dei cattolici tra le note salienti delle comunali 2014
 

Consenso pieno, ora la prova dei fatti
di Luigi Lamma

Il giorno dei verdetti, le elezioni del 25 maggio, è arrivato e inesorabilmente ha lasciato sul campo vinti e vincitori. E’ indubbio che l’effetto election day, la concomitanza del voto per le Europee e per le Comunali, ha condizionato in modo rilevante l’esito delle consultazioni locali. Tuttavia gli elettori hanno dimostrato di avere le idee chiare quando si tratta di decidere le sorti della propria città. Nei comuni compresi nel territorio della Diocesi di Carpi non ci sono state sorprese, si sono affermati ovunque i candidati sindaco espressione delle coalizioni di centrosinistra e tutti con percentuali rassicuranti (dal 46,13% di Campogalliano, dove non era previsto il ballottaggio, al clamoroso 84,24% registrato a San Possidonio). A tanto consenso corrisponda ora un’azione di governo delle città seria e capace di affrontare i problemi delle famiglie e delle imprese. Non è più tempo di gestioni ordinarie.
I sindaci e le amministrazioni che hanno affrontato l’emergenza del terremoto del 2012 e accompagnato la faticosa ricostruzione sono stati premiati dai loro concittadini, i risultati non lasciano spazio a dubbi sotto questo punto di vista. Così è stato in tutta l’area del cratere se si va a vedere quanto è accaduto a San Felice e a Medolla, con la sola eccezione di Cavezzo dove si è verificato un interessante testa a testa che si è comunque risolto a favore del candidato del centrosinistra per soli 26 voti. Non c’è stato insomma un ‘effetto sisma’ nel determinare le scelte degli elettori.
Sul piano strettamente politico la riduzione del numero dei consiglieri avrebbe dovuto spingere i partiti di opposizione ad aggregarsi piuttosto che a frammentarsi. Quanto accaduto a Carpi e a Mirandola è emblematico a questo proposito. A Carpi il centrodestra si è presentato diviso e conquista un solo consigliere oltre ai due candidati sindaco Benatti e Rostovi (su trenta a disposizione) a Mirandola la coalizione di centrodestra unita e guidata da Antonio Platis, è arrivata seconda superando il Movimento 5 stelle, e ha ottenuto due consiglieri oltre al candidato sindaco, quindi tre su sedici totali.
Dopo queste elezioni per il centrodestra è tempo di ripensare la propria identità e la propria strategia politica. La sensazione percepita all’esterno è che questa competizione elettorale sia stata utilizzata più per contarsi e pesare la forza delle varie fazioni piuttosto che per presentarsi come un’alternativa affidabile alle amministrazioni governate dalla sinistra ormai da decenni. Ripartire dalla dimensione locale, dal radicamento del territorio, riattivando meccanismi di partecipazione non per cooptazione ma secondo le regole democratiche che devono governare anche le dinamiche interne dei partiti, è questa l’unica via per ridare rappresentanza adeguata all’elettorato moderato.
E’ stata invece premiata dagli elettori carpigiani la lista Carpi Futura di Giorgio Verrini, 11,68% e tre consiglieri, migliorando così il risultato di Alleanza per Carpi del 2009. Non è facile per una lista civica ripetersi ma l’impegno in consiglio comunale su alcune tematiche, l’innesto di altre esperienze politiche e di espressioni della società civile ha prodotto un risultato considerevole tale da insidiare per soli due punti il secondo posto dei ‘grillini’.
Sarà interessante, una volta completato il quadro della ripartizione dei seggi, verificare cosa hanno prodotto le preferenze espresse dagli elettori. Una cosa è certa, sia le Europee e ancor più le Comunali hanno rappresentato un ottimo strumento di partecipazione e di avvicinamento tra elettori ed eletti. Di questo si dovrebbe tenere conto anche per la nuova legge elettorale proposta dal Governo che al momento lo esclude.
Un ultimo appunto riguarda i candidati cattolici che, come è già stato osservato, erano distribuiti in tutte le liste: avranno saputo giocare di squadra o saranno stati vittime della dispersione dei voti e delle preferenze? La sensazione è che oltre alle buone idee dei singoli ci sia stata anche una capacità di condivisione e di progettazione comune sconosciuta fino a pochi anni fa. Di questi tempi è un segnale incoraggiante, l’importante è continuare perché la partecipazione alla costruzione del bene comune necessita di una paziente tessitura e non solo di slanci elettorali.