Editoriale del n. 25 del 30 giugno 2013


Un legame solido

di Annalisa Bonaretti

 

Si è parlato molto di un possibile coordinamento tra le fondazioni bancarie presenti in provincia di Modena partendo dalla considerazione che ‘questi istituti rivestono un ruolo insostituibile per lo sviluppo della provincia, sostenendo con risorse importanti le politiche per il welfare, la cultura e la ricerca scientifica’. A lanciare la proposta è stato il presidente della Provincia che con i sindaci di Modena, Carpi, Mirandola e Vignola ha poi incontrato i presidenti delle quattro fondazioni per avviare una discussione sugli scenari futuri.

 

In una conferenza stampa Emilio Sabattini e Giorgio Pighi, presente il sindaco di Vignola, hanno parlato dell’esigenza di mettere a sistema le politiche delle quattro fondazioni sottolineando che ‘negli ultimi anni sono state create sinergie importanti su progetti specifici, dal fondo salvasfratti all’emergenza terremoto, che hanno dato risultati molto significativi’. Il presidente della Provincia e il sindaco di Modena hanno precisato che ‘l’obiettivo è omogeneizzare e potenziare le politiche di area vasta per meglio rispondere alle esigenze delle nostre comunità’.

 

Poi, non paghi di tanta saggezza, hanno continuato affermando che il contenimento dei costi è un tema ineludibile per tutti e, nello specifico, è in grado di recuperare sempre maggiori risorse da destinare al finanziamento delle politiche e dei progetti.  Hanno concluso dicendo, bontà loro, che ‘quale sia la via da seguire non sta agli enti locali deciderlo, saranno naturalmente le fondazioni nella loro autonomia a farlo’. 

 

Interpellato sull’argomento il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi sostiene che ‘il coordinamento è possibile, ipotizzabile, conveniente, auspicabile, la fusione assolutamente no. Un conto è avere, noi quattro fondazioni presenti nella provincia di Modena, una visione d’insieme che può senz’altro giovare, tutt’altra faccenda sarebbe una fusione. Le identità territoriali (Modena, Carpi, Mirandola, Vignola) vanno mantenute, centralizzare tutto sarebbe un grave errore’.


Questo chiacchiericcio alimentato dagli amministratori di provincia e comuni è fuori luogo a fronte dei gravi problemi che assillano oggi i cittadini. Detto che certi processi istituzionali non sono di loro competenza si sappia che non ci stiamo a diventare, un’altra volta, la periferia dell’impero. E’ già successo per la sanità e si sono visti i risultati. E’ un luogo comune dire che accentrando si risparmia, la verità è che, accentrando, il territorio non è più in grado di dialogare con l’ente e di controllare mentre invece di dialogo e di controllo c’è tanto bisogno anche a livello periferico. Una sana sussidiarietà non richiede concentrazioni ma una maggiore capacità di riconoscere la realtà.


Un suggerimento ci sia permesso: per la spending  review, che significa semplicemente riduzione dei costi, è bene che ognuno guardi prima di tutto a casa propria. Partiamo dalla tanto attesa abolizione delle Province? Non certo il male peggiore d’Italia ma sicuramente un simbolo, poi parliamo del resto. 


Infine un’osservazione: anni fa le piccole banche del territorio sono state incorporate in grandi gruppi: Cr Modena e Banco del Monte di Bologna sono diventate Carimonte per poi confluire in Unicredit, CrCarpi è diventata Unicredit; CrMirandola, prima CrFirenze poi Intesa San Paolo e CrVignola Banca popolare dell’Emilia Romagna. Pur considerando la diversa mission, si vuole seguire lo stesso percorso per le fondazioni? La domanda è d’obbligo: le banche funzionavano meglio allora o oggi?


Altro quesito: perché, proprio adesso, tutto questo movimento? Ci si sta preparando, a nemmeno un anno di distanza, per le elezioni amministrative e per le nuove nomine in scadenza delle fondazioni? Oppure, temendo una ‘statatilizzazione’, si cerca di anticipare per confondere le acque? O da quattro bilanci fa comodo farne uno solo? Cherchez l’argent, se si vuole tentare di capire.