Editoriale del n. 30 dell’8 settembre 2013


Gioco d’azzardo, camorra e condono

 

Incroci pericolosi

di Luigi Lamma

 

Il fatto è poco noto. Solo Avvenire ne ha colto immediatamente la gravità e lo ha denunciato. Tra i provvedimenti individuati dal Governo per compensare il mancato introito dell’Imu viene proposto un condono fiscale per le aziende che gestiscono il gioco d’azzardo e le scommesse: a fronte di un contenzioso con lo Stato per il quale sono tenute a versare 2,5 miliardi di euro se la potrebbero cavare con solo 620 milioni se vengono versati subito.

 

Una decisione che ha indignato tutti coloro che si stanno battendo contro questa vera e propria piaga sociale, tra l’altro in costante crescita, che corrode e distrugge la vita di singoli e famiglie. In un recente convegno sono stati presentati dati allarmanti: circa il 37% delle giocate sono effettuate da minorenni e il 54% dei giocatori risulta nullatenente. Potrebbero bastare questi due numeri per stimolare ulteriori controlli e introdurre specifiche limitazioni al gioco e invece tutto procede come prima. 

 

Un’attività economica che si arricchisce sul disagio e sulla fragilità della gente, in particolare dei più deboli, che crea danni diretti allo Stato costretto a curare decine di migliaia di cittadini affetti da patologie direttamente correlate al gioco, che per anni è sfuggita ai controlli del fisco e al versamento di quanto dovuto allo Stato oggi viene di fatto premiata con un condono.

 

Si stenta a credere a tanta dabbenaggine e si è indotti davvero a pensare che il livello di infiltrazione delle lobby che gestiscono il gioco d’azzardo arrivi fino a più alti livelli decisionali.

 

Come non si può ignorare il coinvolgimento della malavita organizzata in questo lucroso affare: lo ha dimostrato l’operazione Normandia 2 del giugno scorso condotta dalle forze dell’ordine in diverse città italiane e anche a Modena, dove il clan dei casalesi gestiva in provincia cinque circoli con sale da giochi. Un tema, quello delle infiltrazioni della malavita organizzata nella nostra provincia che si è arricchito, alla fine di luglio, di un’altra approfondita inchiesta del giornalista Giovanni Tizian con inquietanti particolari: l’azienda di un imprenditore ‘prestanome dei clan’ ha avuto in subappalto la costruzione del polo scolastico di Mirandola e la chiesa di Quartirolo.

 

Nulla di penalmente rilevante, si specifica, ma certo rapporti ambigui che è meglio evitare. C’è dunque da innalzare il livello di attenzione, in particolare ora, nell’affidamento delle opere della ricostruzione post-terremoto per non cadere in questi pericolosi incroci.

 

A questi bravi signori il Governo pensa ora di venire incontro con un condono per fare cassa nell’immediato. L’economista Stefano Zamagni ha parlato di attività moralmente illecite anche se legittime da un punto di vista della legge. ‘La sanatoria della multa alle società delle slot – continua Zamagni – nasce con lo scopo di fare cassa, ma per raggiungere questo obiettivo si accetta il principio del nichilismo morale.

 

Un brutto provvedimento, in quanto fa credere che vi sia una sanatoria per ottenere subito una somma che non si era sicuri di incassare, ma invece il costo che si viene a determinare comporta pesanti ricadute sociali’. C’è di fondo una preoccupazione educativa che è propria della Chiesa ma dovrebbe essere sentita come responsabilità primaria anche da parte di altre istituzioni e della politica. Su questa linea sono intervenuti alcuni parlamentari cattolici auspicando un rapido ravvedimento da parte del Governo. Occorre tenere alta l’attenzione.

 

Questo condono non può passare.