Al voto per (ri)costruire
di Luigi Lamma
Sulla consultazione elettorale di domenica 23 novembre con i cittadini dell’Emilia Romagna chiamati ad eleggere il Presidente e i Consiglieri regionali, incombe il pericolo di un’astensione da record. Serpeggia, anche in aree dell’elettorato solitamente ligie al dovere, un disincantato atteggiamento di disaffezione nei confronti della politica, dei partiti e dei loro rappresentanti. Il partito del “non voto” è in costante crescita e non è una novità, ma non vuol dire che la ragione stia da quella parte. Purtroppo esso si alimenta grazie ad un dibattito pubblico che esaspera i toni distruttivi, amplifica comportamenti illeciti e malcostume nell’utilizzo delle risorse pubbliche come nel caso delle “spese pazze” dei consiglieri emerse in diverse Regioni italiane. E’ evidente che l’inchiesta riguardante le spese dei gruppi consigliari in Regione Emilia Romagna se da un lato suscita nei cittadini un legittimo sdegno dall’altro rappresenta una palese turbativa al regolare svolgimento della competizione elettorale visto che sono direttamente coinvolti dodici candidati al Consiglio regionale. Forse non è esagerato parlare di elezioni falsate da una tempistica degli atti giudiziari che lascia perplessi.
A chi giova, viene da chiedersi, questa montagna di fango riversata sulle istituzioni e sulla politica? Se qualcuno pensa in questo modo di tirare la volata al partito dello sfascio si sbaglia di grosso. In queste condizioni il vero gesto di protesta è recarsi al voto e scegliere. Votare dunque e scegliere chi si impegna a costruire e a ricostruire, chi si presenta con idee e progetti innovativi per rilanciare il territorio, chi prende le distanze dai metodi della vecchia politica, chi si fa carico dei bisogni delle famiglie e dei più poveri e a partire da questi soggetti declina la sua proposta di governo. La migliore risposta allo sfascio è un voto motivato, pensato. C’è anche la preferenza per renderlo ancora più determinante, per ridare ossigeno alla democrazia e restituire dignità alla politica.
Le priorità
Ricostruzione nell’area del sisma e riorganizzazione della sanità a livello provinciale sono le due priorità indicate come strategiche per la parte nord della provincia di Modena sull’asse Carpi-Mirandola. Poi le carenze croniche della viabilità verso il capoluogo e più in generale la necessità di creare migliori condizioni per il rilancio delle attività produttive e quindi dell’occupazione. Accanto a queste urgenze di carattere amministrativo su cui è possibile misurare programmi e impegni di partiti e candidati non è possibile mettere in secondo piano i principi su cui si fonda ogni azione politica e che sono stati richiamati nel documento della Pastorale sociale pubblicato sul numero scorso di Notizie: la tutela della vita umana (tutto è demandato alla Regione per quanto riguarda l’applicazione della legge 194, l’attività dei consultori, lo spazio assegnato o negato ai Centri di Aiuto alla vita, l’attuazione delle pratiche di procreazione assistita), la sussidiarietà che valorizza le esperienze della società civile, la solidarietà nelle sue diverse espressioni, la libertà di educazione, l’unicità della famiglia fondata sul matrimonio.
La famiglia e le nuove figure
In riferimento a quest’ultimo punto, visto che diversi candidati si sono affrettati a garantire pieno riconoscimento ad ogni tipo di unione affettiva, è opportuno riprendere il passaggio della prolusione del Cardinale Bagnasco all’assemblea della Cei: “E’ irresponsabile indebolire la famiglia, creando nuove figure – seppure con distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di troia di classica memoria – per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umano. L’amore non è solo sentimento – è risuonato nell’Aula sinodale – è decisione; i figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma”.
Di questo tema si è discusso anche in consiglio comunale a Carpi sulla base di due mozioni presentate dal Movimento 5 Stelle, una sulla trascrizione delle unioni omossessuali contratte all’estero (una vera emergenza per Carpi) e l’altra per l’istituzione del registro delle unioni civili. Due mozioni sul nulla, la prima in violazione alla legge e la seconda del tutto inutile ai fini pratici, ma con il solo intento strumentale (tutta qui la nuova politica?) di mettere alla prova la tenuta del Pd su una materia sensibile per i cattolici. L’esito del voto ha visto confluire la maggioranza su una mozione alternativa del Pd che, oltre alle premesse e agli auspici di tipo politico, va proprio nel senso indicato dal cardinale Bagnasco con l’introduzione di “nuove figure” che indeboliscono la famiglia, laddove si impegna il Comune ad istituire entro giugno 2015 un registro per le “unioni tra cittadine e cittadini, dello stesso sesso o di sesso diverso, che abbiano o meno contratto matrimonio all’estero”.
C’è un solo modo per reagire alle inchieste sulle spese pazze e ai dibattiti su registri inutili: andare a votare, tenere fuori dalle istituzioni il partito dello sfascio per (ri)costruire dalle fondamenta una politica affidata a uomini e donne capaci di mettersi a servizio del bene comune con onestà e competenza.